Rendere Sacro ogni rito è dovere di un praticante di qualsiasi disciplina spirituale che ambisce all’evoluzione. Ma non tutti i nostri gesti, quotidiani soprattutto, vengono vissuti con sacralità.
Ne sanno qualcosa i giapponesi, che rendono un atto sacro girare la tazzina di thè.
Quotidianamente ripetiamo dei gesti in maniera automatica, quasi convulsa. Lavarci il viso, stropicciarsi un orecchio, vestirsi piuttosto che sorseggiare un caffè.
Tutto viene fatto in maniera meccanica, veloce, senza nessuna presenza a se stessi.
Quando un banale gesto come lavarsi il viso diventa un momento di totale assorbimento e concentrazione in ciò che sei, nel qui e ora, nella sua totale sacralità, diventa un rito.
Tutto è Sacro.
Tutto è rito.
È la presenza a te stesso, l’intenzione, il totale assorbimento in ciò che fai a renderlo un rito Sacro.
E pensiamo banalmente, che solo entrando nella Shala yoga entriamo in un mondo rituale e sacro.
Come fosse un automatismo.
Fino a due secondi prima mastichi convulsamente noccioline in auto nel traffico e poco dopo vibri un Om al tappetino.
Giochi, a vivere il rito. Emuli, e imiti, uno spazio SACRO.
Ma questa non è ritualità né lo Yoga vissuto nel quotidiano che ti cambia la mente e lo stato.
Sono questi, dei pacchetti già pronti di conoscenza, dove si ripetono a pappagallo le parole dei grandi Maestri come dischi rotti… a volte mentre si pensa alla cena da scaldare.
Ed è normale, attenzione, la nostra mente sfugge e si muove veloce, e nella frenesia di questa vita lo Yoga riesce solo marginalmente a tamponare dando un temporaneo sollievo al mal di vivere.
Non avviene una evoluzione e se avviene è molto lentamente nel tempo, perché la mente e’ piena di idee, pensieri, dogmi… ma la nostra capacità di evolverci e di creare un rito quotidiano con lo Yoga dipende dalla nostra capacità di fare SPAZIO e svuotarsi da dogmi.
La nostra espansione avviene se ci riduciamo, se torniamo ad uno spazio di shunya (vuoto silenzio).
Quel silenzio è lo spazio SACRO dove possono costruire un rito quotidiano di connessione.
Più siamo liberi da costrutti mentali e frasi fatte, più la nostra visione sarà ampia.
Tutta la conoscenza oggi è già confezionata, pronta e impacchettata, tutti pronti a usufruirne senza comprenderne nemmeno il significato perché non c’è tempo di soffermarsi a viverlo e comprenderlo davvero facendone esperienza reale.
Così anche la classe di Yoga è sempre più veloce e riadattata ai tempi di oggi… se riusciamo a dedicarci 10 minuti per un Mantra ci sentiamo degli eroi.
Lo Yoga diventa un rito quotidiano quando questo spazio è ormai abbastanza libero e arieggiato, quando si respira la leggerezza dello stato di Shunya, come quando arieggi una stanza chiusa.
E quando il corpo richiama quel bisogno, facendoci sentire che abbiamo voglia di arieggiare le stanze della mente, è lì che lo Yoga diventa parte integrante del tuo essere.
L’asana insorge spontanea, quando sei in fila al supermercato, assumi spontaneamente Bhanda, quando sei al telefono magari inizi a costruire spontaneamente un Albero.
Ad un certo punto, ti accorgi che sei incapace di sederti normalmente… assumi la posizione yogica anche a tavola o nel divano.
Lo Yoga, Asana dopo Asana, respiro dopo respiro, arieggia la stanza della tua limitata mente per portarti all’illimitato, dal finito all’infinito.
In questo spazio infinito regna la leggerezza e la sacralità, la totale dedizione e assorbimento in ciò che stai facendo.
Cambiano i pensieri perché cambia l’umore, diventa stabile perché si è meno influenzati della polarità della vita.
Il tuo sentire è chiaro e più elevato.
Sei ciò che senti non ciò che sai, quindi si diventa poco sapienza e tanta esperienza.
L’eccesso di conoscenza riduce l’attenzione.
Il sentire l’aumenta.
Diventi vigile come un Cobra.
Esplodiamo con la nostra essenza e la nostra creatività, guidati dai Maestri come sorgente di stimoli e non stampelle.
Si inizia a camminare da soli.
Coi compagni di viaggio, col Maestro.
Ma soli e felici di questo nuovo spazio vuoto e solo occupato: TU.
La verità non è scatola cinese a comparti chiusi e preconfezionati.
Non esiste percorso che porti all’illuminazione solo praticando Yoga.
Il Maestro non fa il lavoro per te.
Lui ti mostra come, e sta a te farlo.
Siamo NOI la verità attraverso l’esperienza.
L’esperienza non è solo Asana e pranayama o meditazioni varie… è la purificazione che avviene nei canali.
È alchimia perché lo yoga è alchemico per sua natura, e l’esperienza è ciò che resta di te quando srotoli il tappetino ed esci dalla Shala.
L’esperienza è dopo la pratica quotidiana, che ormai diventata parte di te, e si respira quando il Sè collettivo si fonde al Sè individuale : tutti unici ma tutti interconnessi nella coscienza collettiva.
È alchimia portare alla coscienza delle visioni ampie e lucide, un sentire elevato, una migliore performance fisica e mentale, chiarezza di idee, stabilità emotiva, luce e potere di co-crearea tua vita, bilanciati e sereni, connessi a qualcosa di più grande che ci sostiene.
Questa connessione diventa il filo conduttore della tua esistenza, guidata dal sentire e dal volere dell’anima.
Lo yoga sviluppa dei Siddhi, delle abilità.
Sono specifiche, sottili, ma uniche.
E tutti se ne guardano bene dal raccontarlo in giro. Perché quando butti uno sguardo al terzo occhio, anche se per poco, non torni più come prima.
E questo stato, di beatitudine detto anche “stato naturale” , diventa necessario come l’aria che respiri.
Riflettevo… sul fatto che in psicologia si ripete sempre l’importanza di una relazione appagante grazie all’autenticità.
Ma lo Yoga è una relazione? Ovviamente!
È una relazione tra te e la tua mente, tra te e l’anima, tra mente e anima, tra mondo dentro di te e mondo fuori.
Richiede autenticità, il Sat Nam è vibrare ciò che siamo realmente, e una volta raggiunto non puoi negoziarlo.
Questo è lo Yoga nel quotidiano di un Sadhaka, una relazione con il mio spirito, è uno spazio che non può essere negoziato.
E in questo spazio, tutto avviene.
Ecco lo Yoga nel quotidiano, la sacralità con cui andrebbe ritualizzato e sentito e cui tutti dovrebbero ambire per poter vivere lo Yoga nella sua essenza.