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“Ed egli venne a sapere che il cibo era Brahman. Dal cibo nascono tutti gli esseri, vivono per mezzo del cibo e nel cibo ritornano.” (Taittiriya Upanishad 3.2)

Il Cibo, “anna”, è la prima parola in sanscrito per indicare Brahman, la divinità suprema. Nell’universo tutto è cibo. Tutto quello che “vediamo” è cibo per l’anima. Lo sviluppo dell’anima dipende dalla capacità di mangiare e digerire il cibo che è la nostra vita. Il  cibo,”anna”, è la base della vita e del prana, esso trasporta nel corpo la forza vitale e lo sostiene. Il tipo di cibo che noi preferiamo, riflette il nostro livello e il nostro sviluppo. Dobbiamo fare una distinzione tra alimentazione yogica e alimentazione ayurvedica, spesso confuse anche da chi è nel mondo dello yoga. L’ayurveda parte dal fondamento che il cibo è una forma di medicina, ed è la più importante. Senza cibo adatto alla propria costituzione, non può esserci salute o guarigione. Essa raccomanda cibo sattvico e puro per creare equilibrio, tra il dentro ed il fuori, stagionalità, sapori, quantità, orari.

Per gli yogi, la “dieta” yogica, ha uno scopo diverso rispetto a quella della medicina ayurvedica; una tende a trascendere il fisico, l’altra a portare equilibrio nel corpo.

Per questa ragione, la disciplina yogica tradizionale ha per la maggior parte una natura ascetica, compreso il digiuno e la dieta leggera, che però possono aggravare costituzioni troppo vata (persone per lo più magre e di tipologia nervosa).

Per questo motivo, bisognerebbe trovare un equilibrio tra le due tipologie di “DIETA”.

La dieta yogica/ayurvedica, prevede un’alimentazione per lo più vegetariana, cibo di stagione, frutta ed ortaggi a km zero. Generalmente ciò che viene trasportato, confezionato, conservato con conservanti o refrigerato, perde notevolmente “prana”, cioè la sua forza vitale. E’ il dilemma moderno, viviamo nell’era dei cibi confezionati.

Per seguire una dieta sattvica dobbiamo capire cosa mangiamo, che effetti ha questo cibo su di noi, partendo dalle basi, dai sapori, dalla cottura, ecc.

I sapori: i cibi piccanti, acidi, salati tendono ad essere stimolanti (rajasici), i sapori amaro ed astringente tendono ad essere riducenti (tamasici), mentre i sapori dolci sono sattvici.

La dieta yogica, non è semplicemente una dieta sattvica, ma è ricca di prana, forza vitale, necessaria alla mente ed al corpo. Seguendo i nostri soffi vitali, prana, udana, samana, vyana , apana, eccone una scaletta.:

  • I cibi che aumentano il prana sono verdure a foglia verde, germogli, zenzero, coriandolo e menta.
  • I cibi che stimolano apana sono radici, patate, carote, patate dolci, funghi.
  • I cibi che stimolano samana sono cereali integrali, derivati del latte, miele, zuccheri grezzi.
  • I cibi che stimolano vyana sono zucca, meloni, fragole, pomodori e i legumi.
  • I cibi che stimolano udana sono frutta, noci.

Tenendo equilibrio tra queste energie, possiamo condurre una pratica yogica ed una vita sana.

Concludendo; in sanscrito, l’antica lingua indiana, il metabolismo è chiamato Agni, cioè il fuoco. Agni ha sede nello stomaco e coincide con la capacità digestiva: se questa è buona il cibo si trasforma velocemente in prana, e nel corpo restano meno tossine.

Infine Agni (il fuoco), fa sentire la sua influenza tra le 10 e le 14 e tra le 22 e le 2. Sotto il suo controllo, il metabolismo è più attivo e la digestione migliore. Per questo l’ayurveda consiglia di fare il pasto principale verso mezzogiorno e di limitarsi, alla sera, a una cena leggera.

Tatiana Aliprandi
Insegna a Brescia presso: Anam Arup e La Fabbrica dello Yoga

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