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Il Gong non è solo uno strumento musicale, è vibrazione dell’infinito ed è usato con grande efficacia anche nella pratica del Kundalini yoga per scopi terapeutici.

Il suono è una vibrazione: tutto ciò che vibra emette un suono, percepibile o meno dall’orecchio umano (che sente solo dai 20hz in su). I pianeti vibrano e hanno un suono, anche un telecomando lo ha.

La ricerca e l’utilizzo del potere della vibrazione per armonizzare e riequilibrare il corpo (e non solo) sta assumendo sempre più importanza nella musicoterapia, nelle pratiche spirituali, nei percorsi di benessere: le onde sonore stimolano i neuroni producendo effetti immediati sugli organi corrispondenti; frequenze acute guidano la mente a rilassarsi e focalizzarsi; i suoni di particolari strumenti possono innalzare lo spirito verso il trascendentale.
Altri stimolano direttamente aree del cervello come Ippocampo e riducono l’attività del cervello rettiliano (reattivo) modulando la risposta del sistema nervoso simpatico e parasimpatico.

Alcuni strumenti dalla potente vibrazione in grado di alterare rapidamente l’atomo e la molecola dell’acqua (noi siamo composto d’acqua!) sono le campane tibetane, i didgeridoo australiani, tamburo sciamanico e, in modo particolare, su tutti primeggia il Gong.

Il Gong è uno strumento molto antico, dell’Età del Bronzo (tra il 3000 e il 2000 a.C.), i Romani lo usavamo come strumento di segnalazione, i Greci lo usavano per intimidire i nemici e durante i rituali funebri. In Oriente come strumento per sentire la voce di Dio. Dalla Mesopotamia, in cui nasce, si è diffuso in Grecia e a est, verso l’India nord-occidentale, e da qui il suo uso si è diffuso fino a un’area dell’attuale Cina, compresa tra il Tibet e la Birmania, un luogo dove sappiamo per certo che il Gong venisse usato come strumento musicale vero e proprio nei rituali.

Il Gong è conosciuto e usato per scopi religiosi e rituali anche in Africa e in Sud America. In molte di queste civiltà il suono del Gong era ed è considerato magico e potente, quindi usato solo da sacerdoti e saggi.

È uno strumento musicale idiofono, cioè è il corpo stesso dello strumento che vibra creando il suono, senza casse di risonanza.

Così come le campane: il suono delle campane delle chiese occidentali è forse l’unico paragonabile alla complessità dei toni del Gong, capaci di trasportare chi ascolta fuori dal mondo materiale e in una dimensione spirituale, trascendentale.

Il Gong è una parte integrante e indispensabile nel Kundalini Yoga. Un legame indissolubile.
Yogi Bhajan li adorava e li utilizzava sempre nelle sue classi, all’inizio solo i Gong Tibetani poi, dopo un viaggio in Germania, si innamorò letteralmente del suono dei Gong della Paiste… fino a che Paiste iniziò a produrre Gong appositamente per il suo uso!

II significato più profondo del suono del Gong risiede nel grande potere della sua vibrazione: un potere di trasformazione, di guarigione e di elevazione spirituale.

Gli schemi di frequenza del suono del Gong entrano in risonanza con la frequenza sonora caratteristica di ogni singolo chakra, facendoli vibrare nella risonanza per loro ottimale, riallineandoli e liberandoli da eventuali blocchi.

In particolare, il Gong agisce con grande efficacia sul sesto e sul settimo chakra, sulle ghiandole pituitaria e pineale a essi collegate, e sul sistema parasimpatico, una parte del sistema nervoso che presiede alle funzioni corporee involontarie e stimola la quiete, il rilassamento, il riposo, la digestione e l’immagazzinamento di energia.

Il Gong e il Kundalini Yoga

Tra le tante scuole di yoga che ne fanno uso, il Kundalini Yoga è la tradizione che utilizza più diffusamente il Gong in combinazione con la pratica.

Lo stesso Yogi Bhajan, il maestro che ha portato il Kundalini Yoga in Occidente, era un maestro di Gong, e lo usava non solo nelle sue lezioni di yoga per le fasi di meditazione e di rilassamento, ma ciclicamente come aiuto nelle terapie per guarire il sistema nervoso, per esempio, dai danni della tossicodipendenza. E non solo.

Nelle parole di Yogi Bhajan:

“il Gong è il primo e ultimo strumento per la mente umana […] È il primo suono dell’universo. È il suono creativo di base.”

Lui desiderò che ogni scuola di Yoga Kundalini ne avesse uno!

Il Bagno Armonico con il Suono del Gong, è detto Kundalini Gong Circle

Normalmente si utilizza UN solo Gong di una dimensione ben precisa (in base alla sala e alla location maggiore di utilizzo), posato più possibile vicino a terra, non ci si siete mai di fronte né in piedi ma lateralmente in ginocchio, in segno di devozione e rispetto.

La sua vibrazione stimola i processi di autoguarigione.
Oltre che nella pratica dello yoga, le virtù terapeutiche del suono del Gong sono sempre più studiate e utilizzate all’interno della musicoterapia, da terapeuti, psicologi e counselor spirituali.

Il bagno sonoro con il Gong agisce sulle onde cerebrali trasformando le frequenze da Beta (dai 14 ai 30 hertz, in un soggetto cosciente) ad Alfa (dai 7 ai 14 hertz, sono tipiche della veglia ad occhi chiusi e della meditazione) e Theta (dai 4 ai 8 hertz, caratterizzano gli stadi 1 e 2 del sonno REM e ipnosi), creando un profondo rilassamento meditativo … pur nella veglia.

Le vibrazioni sonore mettono in risonanza il sistema delle 72.000 Nadi (canali energetici/nervi), permettendo il naturale fluire dell’energia rigeneratrice e di guarigione del nostro essere.

Tramite il suono avviene un impatto diretto sul terzo occhio, la ghiandola pineale. Questo aumenta la nostra intuizione e la connessione alla conoscenza divina e universale, ci porta al di là del tempo e dello spazio. Sospesi. Shunya. Oltre, un oltre che è DENTRO.

Ricerche, seminari e sessioni di terapia con il Gong hanno rilevato, sul piano fisico, un’efficacia nell’alleviare dolori anche cronici e nel frantumare piccole calcificazioni (calcoli e micro cisti).

Se necessario per gli obiettivi della sessione, si può preparare il corpo alla guarigione e al rilassamento con sequenze di Asana, pratiche di Pranayama e Mantra.

A questo punto, a seconda dell’impostazione della sessione, i partecipanti possono entrare in una fase cruciale per avviare il processo di autoguarigione: la pratica dello Yoga Nidra, il “sonno yogico”, guidati dall’operatore con parole e suoni.

Durante lo stato di profondo rilassamento fisico, mentale ed emozionale dello Yoga Nidra viene introdotto il suono del Gong, che può protrarsi da 10-15 minuti fino a mezz’ora o persino un’ora (oltre i 45 minuti il cervello non recepisce alla stessa maniera lo stimolo e sarebbe opportuno fermarsi, pertanto si usano sessioni da 45 min, cioè la durata della prima fase di sonno profondo.).

In chiusura della sessione, i partecipanti sono ricondotti al loro corpo gradualmente, muovendo dapprima mani e piedi e stirando lentamente il corpo, tornando infine in posizione seduta e completando la sessione con un mantra.

È facile sentir dire dai partecipanti, mentre escono da una sessione di yoga con il suono del Gong, di sentirsi “espansi, rigenerati, cambiati” ma anche “scombussolati, stravolti”.

Il potere del suono del Gong è tuttavia grande nel bene e nel male. Amplifica il potere delle pratiche yogiche, infonde energia e porta alla guarigione, ma va utilizzato con consapevolezza e in modo appropriato, per non rischiare di incorrere in effetti negativi.

Perché ovviamente, ciò che cura può anche distruggere, in determinate condizioni.

Infatti il suo ascolto non è adatto a tutti, ci sono controindicazioni all’ascolto prolungato ed è bene parlare con l’insegnante di eventuali disturbi psichici, cardiaci, epilettici o gravidanza. Né è consigliato ai bambini.

Per questo è raccomandabile praticare con la guida di un insegnante o terapista che sia anche un esperto Gong Master.

Le sessioni possono essere ripetute più volte durante l’anno per ricalibrare il lavoro precedentemente ricevuto.

Questo ovviamente per ciò che concerne il Kundalini Gong Circle, che ha un ritmo e una struttura sonora che stabiliscono tali controindicazioni.

I Bagni di Gong tradizionali svolti con altre tecniche, hanno meno controindicazioni (ma anche minor impatto neurologico e minor potenza).
Il che non li rende meno efficaci, semplicemente lavorano su aspetti diversi e con tempi differenti.

Ad ognuno insomma, il SUO Gong.

Carol Amar Devi Kaur

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