Foto di: Marco Fracchiolla e Luca Pigaiani
“Nella casa divina del corpo, v’adoro, mio Dio e mia Dea, giorno e notte! V’adoro lavando di continuo il fondamento terrestre con gli spruzzi dell’essenza del mio stupirsi! V’adoro con gli spontanei fiori spirituali che esalano innato profumo! V’adoro con la preziosa urna del cuore, colma d’ambrosia, beatifica, giorno e notte!”.
– Tantraloka , Abhinavagupta –
Per il tantrikā il mondo è permeato di potenze divine, energie che è possibile invocare tramite la corretta esecuzione di rituali iniziatici. Il rito tantrico è spesso molto articolato, e implica non soltanto la gestualità e l’oralità, ma anche la visualizzazione e la purezza interiore. Il rito non deve essere una cerimonia sofisticata sovrapposta all’esistenza reale, ma deve incidere su questa stessa esistenza, deve compenetrare anche le forme più concrete. La sacralizzazione e la ritualizzazione della vita è un principio della via tantrica tradizionale.
Il tantrika attraverso la conoscenza della coscienza individuale (jivatman) può arrivare a conoscere la Suprema Coscienza (paramatman) e decidere, scegliere se, e quando, fondersi con essa.
Una “via misterica” iniziatica è basata e stratificata, necessariamente, su più livelli, in quanto funzionali alla variegata natura degli enti planetari.
Il corpo yogico, fondamentale in quasi tutte le pratiche meditative e rituali, è immateriale, è una struttura somatica inaccessibile ai sensi, che l’adepto crea immaginandola, visualizzandola. Molti culti tantrici sono culti visionari.
Sebbene in Occidente il Tantra sia pensato come coincidente con i riti sessuali, solo una minoranza di lignaggi vi fa ricorso, e nel tempo per lo più questi riti hanno subito un processo di sublimazione.
I riti sessuali sono emersi alle origini del Tantra induista come metodo pratico di generare fluidi corporei trasformativi per costituire un’offerta vitale alle divinità tantriche. Il rito sessuale veniva inteso come la più alta offerta al Divino.
Nelle tradizioni Kaula l’iniziato di sesso maschile era inseminato o insanguinato con le emissioni sessuali della consorte femmina, talvolta unite al seme di un guru, ed era così trasformato in figlio del clan (kulaputra) per grazia della consorte; si pensava infatti che il fluido del lignaggio (kuladravya) o nettare del clan (kulāmṛita) scorresse naturalmente in lui.
In tutte le tradizioni tantriche vi è la piena accettazione della varietà del mondo, del piacere in generale e del desiderio sessuale o amoroso (kāma). In India il sesso non è un’attività peccaminosa, anche se il perseguire il piacere, l’esserne in qualche modo dipendente , continua a legare l’individuo al mondo ostacolando la liberazione. Questo contrasto fra il sesso e il fine spirituale delle liberazione è risolto, nelle tradizioni tantriche, guardando all’eros come la via maestra per accedere al divino; Eros qui inteso come principio presente in diverse forme, non solo nei riti e nelle pratiche, ma anche negli aspetti metafisiche, nella teologia, nella mitologia, nei pantheon e nello yoga.L’unione sessuale ritualizzata è sempre stata percepita come il mezzo per il raggiungimento del samādhi.
ABHISEKA: INIZIAZIONE DIVINA
Abhiseka, dal sanscrito Abhiṣeka, (“aspersione”)
Originariamente, l’abhiseka era parte integrante dell’antico rito di consacrazione della tradizione indiana.
Nella via tantrica è un rito purificatore o iniziatico ed esoterico, il rito abhiseka è un preludio necessario per l’iniziazione all’insegnamento mistico e si occupa di innalzare l’essere umano alla sua vera dignità divina. L’iniziando viene preparato sulle conoscenze fondamentali riguardanti la Manifestazione universale (Prakṛti), di sé, sia la parte umana che la parte divina e il modo corretto di utilizzare ogni strumento in modo sacro. Il Tantra è in grado di portare il tantrika a percepire-vedere, percepire-sentire e percepire-conoscere l’infinito dentro di sé attraverso il finito esterno a lui, il mondo limitato della forma.
RITUALI INIZIATICI
Esistono riti iniziatici (dīkṣā), il cui fine è la trasformazione spirituale del sadhaka (adepto spirituale), riti di affiliazione alla famiglia tantrica Kaula o al lignaggio di appartenenza; riti di passaggio; riti periodici o di occasione (nainmittika); riti funerari; riti per l’acquisizione di poteri magici; l’iniziazione a Guru (ācārya); l’iniziazione a figlio spirituale (Putraka).
Nella tradizione Kaula (“famiglia”, intesa come insieme di comunità che condividono la medesima tradizione), il rito di iniziazione (dīkṣā) del discepolo alla comunità (cakra; “cerchio”, nel senso di “circolo”, “setta”) è una cerimonia piuttosto complessa chiamata cakra-pūjā , “rituale di adorazione” (nel Tantra, adorazione della dèa Sakti), omaggio a una divinità. E’ una cerimonia di gruppo, Cakra, il circolo di cui fanno parte i membri di una comunità tantrica.ll rito avviene di notte: attorno a un trono dedicato alla Dea ed è suddiviso in due parti: la purificazione e la divinizzazione del corpo dell’officiante (“culto interiore”); l’omaggio vero e proprio (“culto esteriore”).Il Signore del Cerchio o Guru, assegna a ogni uomo una donna che andrà a sedersi alla sinistra del compagno. Il rito prosegue con offerte alla Dea, recitazione di mantra e meditazioni secondo un rituale complesso.
L’iniziazione propriamente detta ha luogo con il posizionamento del discepolo su uno yantra appositamente tracciato sul suolo; un’aspersione; la trasmissione di un mantra; l’imposizione di un nome nuovo; quindi l’iniziato offre doni agli astanti.
I partecipanti (esiste la formula “dei sedici”, cioè otto donne e otto uomini) si dispongono in cerchio intorno al Maestro (il Guru considerato Cakreshvara, il “Signore del circolo”), segna per terra, in rosso vivido, il simbolo costituito da due triangoli intrecciati, rappresentanti la diade metafisica (il dio e la dèa), con al centro il segno del “vuoto” metafisico. Il triangolo col vertice in basso è rappresentante Parasakti, la trascendenza. In un contenitore rituale (“kalasha”) viene versata la “bevanda celeste” inebriante (il Vino, “divya-sudha”). Viene evocata, dal Guru, la presenza della dèa in sé e nel Vino, svolto un processo, per propiziarsi Kundalini Sakti, con varie fasi di purificazione (pranayama), di evocazione, di recitazione di mantra japa, vengono praticate le mudra, meditazioni (dhyana), svolte azioni magiche, fino al rito del Pancatattva e del Maithuna (che tratteremo nelle prossime rubriche).
Il tantrika utilizza il suo stesso corpo come uno strumento divino, uno yantra (geometria sacra) per invocare la forza divina di Kundalini Shakti, che risiede infatti nel muladhara cakra. La totalità della materia e dell’energia, che costituiscono il mondo fenomenico, è presieduta da Kundalini Shakti.
Se i partecipanti alla Cakra Puja sono studenti non verrà svolta alcuna pratica sessuale, fino a quando ciascun allievo non avrà raggiunto il controllo dei sensi, della mente e dei propri fluidi sessuali.
Questo è un obiettivo complesso, ed è questo motivo che spinge la maggior parte delle persone ad abbandonare la via tantrica tradizionale, preferendo seguire le vie deviate offerte in Occidente, che vertono verso una forma di magia oscura e non hanno alcun scopo evolutivo.
COLTIVARE IL SACRO NELLA NOSTRA VITA
Nel tantrismo coltivare il sacro significa non separazione, non dualità e quindi applicazione del principio del sacro a tutti gli aspetti della nostra vita.
il sacro è una parola indoeuropea Sak che vuol dire “separato” e si riferisce alla potenza che gli esseri umani hanno avvertito come superiore, di conseguenza legata a uno scenario che non appartiene a loro, e a cui hanno dato, in principio, il nome di sacro e successivamente di divino.
Col termine ‘sacro’ si designa quindi una cosa che appare degna di assoluto rispetto e venerazione e che, al contempo, suscita timore. Tradizionalmente questa realtà assoluta è stata designata col termine ‘Dio’ o ‘divino’ (to theion indica appunto qualcosa che ha un valore assoluto), e quindi possiamo dire che il sacro è ciò che ha a che fare con la sfera del divino, intesa come un’esperienza umana.
Si può percepire il sacro nell’accettazione di un elemento irrazionale nella vita.
Il sacro non è mai qualcosa che coincide con la normalità. Sacro evoca sempre l’idea della straordinarietà, di ciò che è oltre il quotidiano, ciò che è oltre il normale. Lo spazio sacro è lo spazio dove non si può andare normalmente. Il tempo sacro è un tempo fuori dell’ordine normale.
Per il tantrika (colui che percorre la via tantrica), Il sacro si manifesta attraverso ciò che rientra nella sfera del quotidiano, di ciò che comunemente non viene considerato sacro ma mondano, secolare, profano.
Un tantrika coglie la presenza del divino in tutto ciò che potrebbe apparire solo mondano e al contempo secolare, in quanto manifestazione di Devi, (principio cosmico femminile).
L’insegnamento tantrico interessa sia la vita quotidiana che le pratiche mistiche.
Invece di prescrivere autolimitazioni e condannare varie azioni, interpreta ciascuna azione come il manifestarsi o l’oscurarsi della luce spirituale. Così, la sessualità, l’amore, la vita sociale e la ricerca artistica sono considerati autentici vettori di evoluzione spirituale. Il principale centro di interesse del tantrika è l’elaborazione di metodi pratici per raggiungere l’illuminazione, piuttosto che impegnarsi in complessi dibattiti filosofici.Le pratiche mirano al raggiungimento di uno stato di non dualità descritto come un “riassorbimento nel Cuore Spirituale”, samādhi nirvikalpa o come l’esperienza della “Luce Increata” della Coscienza (Prakāśa).
COLTIVARE LA PRESENZA
Vivere una vita spirituale è riconoscere il sacro in ogni momento prestando attenzione al nostro respiro; vedendo la luce negli occhi di qualcuno ed essendo consapevole della bellezza che ci circonda. È una pratica consapevole dove ogni atto, ogni respiro e ogni passo è una pratica per diventare più allineati con ciò che siamo realmente.Sorge dall’essere in contatto con la nostra luce divina e con lo spirito, sentendoci connessi a ciò che accade all’interno, accettando la forza della vita come parte dell’esistenza umana, impariamo attraverso il cambiamento che implica movimento, il movimento sostiene la crescita e la crescita significa evoluzione.
COLTIVARE IL CORPO SACRO
Nelle pratiche spirituali il Tantra pone particolarmente l’accento sull’importanza del corpo, considerato “come il vascello del Supremo” e quindi percepito in modo assai diverso da quelle pratiche ascetiche che lo vedono come un impedimento e talvolta lo torturano. La ripetuta dissoluzione nello stato di non dualità dovrebbe indurre effetti secondari anche sul corpo fisico (la cosiddetta “alchimia tantrica del corpo”), grazie all’azione dell’energia spirituale (śakti). Attraverso l’espansione della Coscienza, il corpo (la realtà esterna) è assorbito nell’esperienza della non dualità .
COLTIVARE LA COSCIENZA
Espandere la nostra coscienza è l’obiettivo principale per padroneggiare spiritualmente e diventare consapevoli del nostro scopo superiore in questa evoluzione del tempo. La consapevolezza porta saggezza e ci abilita a fondere l’energia dell’anima con quella della personalità. Quando entrambi operano da una prospettiva più elevata, creano armonia ed equilibrio. La coscienza è radicata nel nostro spirito diventando reale e una con la nostra natura individuale, rendendosi conto di essere parte di una creazione divina per sentirsi in equilibrio nel nostro corpo, mente e spirito.È un processo per raggiungere l’autenticità, la verità personale e andare oltre il dramma della vita.
NON RESISTERE ALL’EGO
Essere spirituali non significa resistere all’ego perché la mente è parte della nostra personalità. Non è né buono né cattivo, semplicemente E’. Diventa un peso se ci identifichiamo con l’ego e crediamo che siamo i nostri pensieri. Quando usiamo la mente in modo distaccato, inizia a lavorare per noi. L’ego è ciò che ci tiene radicati nella nostra umanità e definisce la nostra unicità. Lo spirito non sarebbe in grado di manifestarsi senza l’ego (personalità), che ci spinge ad agire sui desideri del cuore. Creare un’unione sensibile della mente e dell’anima ci dà una vera esperienza di un essere spirituale in un corpo umano.L’ego non deve essere cancellato ma abbracciato.
COLTIVARE LA LIBERTA’
La via tantrica mette in risalto i concetti di autonomia, liberazione e libertà. Essa afferma la libertà del devoto dai limiti interiori, intellettuali ed egoistici e dai preconcetti esteriori, sociali e culturali.
A livello esteriore il decondizionamento è conseguito distaccandosi dalle restrizioni convenzionali in materia di puro e impuro, e sostituendo la propria famiglia con quella spirituale.
A livello interiore la libertà è conseguita attraverso il risveglio della Kundalini, l’energia creativa della Coscienza (Śiva). Kundalini dispiegandosi dà origine alla manifestazione (il processo è tradizionalmente associato alla formazione del corpo umano), per poi giacere addormentata alla base del corpo sottile, in attesa del momento in cui, risvegliandosi, ascenderà fino a ricongiungersi con Śiva. Il risveglio della Kundalini avviene per tutti al momento della morte, ma per gli iniziati acquisisce un valore particolare in quanto permette il ricongiungimento nel Sé supremo, la riscoperta della propria natura non duale, origine di ogni dualità. La libertà assoluta (liberazione) si trova solo nella rivelazione di questa unità onnipervadente, uno stato descritto come ātmavyāpti, riassorbimento nel vero Ātman, o śivavyāpti: riassorbimento nella Coscienza Suprema che è Śiva.
Essere liberi è essere assolti dalla necessità di rinascita, condizionata dai vincoli karmici. La coscienza si espande nella realtà cosiddetta pura, uno stato che esiste oltre il tempo e lo spazio, in cui la potenza di conoscenza e azione non è soggetta a restrizioni, non ci sono desideri condizionati o esigenze da soddisfare e la beatitudine è presente direttamente nella coscienza.
Il metodo fondamentale del Kaula è l’esperienza della libertà di coscienza nel cuore. Lo Shivaismo descrive la libertà come svātantrya, la libertà di creare, mantenere e riassorbire l’universo che è propria di Śiva stesso. Si ritiene che Śiva, al di sopra di ogni restrizione o condizionamento, attraverso la sua potenza (śakti) crei, mantenga e riassorba l’universo per sua libera volontà come espressione giocosa del suo Spirito (lila).
COLTIVARE AHAM: IL CUORE
Aham, il cuore, è un concetto centrale nell’ideologia tantrica, concepito come la realtà più sacra, sede della Coscienza (Cit) e della Beatitudine (Ānanda), luogo di unione della coppia cosmica di Śiva e Śakti. Il termine Aham fa riferimento alla stessa realtà espressa in altri termini come anuttara (insuperabile), Akula (oltre il kula), Śiva (il Signore), Cit (Coscienza Suprema), così come Ānanda e Śakti. Ogni termine esprime un punto di vista specifico, ma nessuno di essi può pienamente descrivere la Realtà Suprema.
A livello individuale, il cuore è la forza che tiene unite le varie esperienze coscienti: l’individuo è composto da otto elementi. Questi sono: i cinque sensi, l’ego (ahamkara), la mente e l’intelletto.
A livello cosmico, il “Cuore del Signore” (Aham) è il substrato della famiglia di 36 principi (Tattva) che formano tutta la manifestazione. Il concetto di cuore spirituale è talmente importante per il tantrismo che persino la realizzazione suprema è descritta in relazione ad esso.
COLTIVARE IL GODIMENTO
Il divino è giocoso, il godimento è divino. Nel tentativo di raggiungere la consapevolezza spirituale, possiamo diventare troppo severi e mancare di giocosità. Quando ci permettiamo di essere più giocosi, la nostra energia diventerà più leggera, il che ha un effetto positivo sul modo in cui comunichiamo con l’Universo.Quindi illuminati e goditi l’avventura della vita.L’innocenza è la base di ogni spiritualità!
COLTIVARE L’ENERGIA SESSUALE
La nostra energia sessuale è la forza più potente del nostro essere ed è per questo che gli insegnamenti tantrici si preoccupano anche dei modi migliori per incanalare questa immensa risorsa dentro di noi imparando ad essere più sensibili e alla fine essere in grado di controllarla, sublimarla e investirla in qualunque aspetto della vita mondana che scegliamo . La continua espansione del nostro piacere e sentimento di connessione contiene il potere di trasformarci non solo ad un livello sottile, ma può ristrutturare in modo tangibile la nostra esperienza di noi stessi, il modo in cui diamo e riceviamo è la nostra capacità di offrirci completamente riconoscendo la presenza Divina all’interno. Proprio qui si può trovare il Segreto dell’Amore – la volontà e persino il desiderio di arrendersi completamente alla sacralità di questo momento e al tuo partner come un essere Divino, Dio / Dea nella carne, fondendo il Sé con grazia con l’amore che scorre attraverso il cuore.
La tradizione tantrica considera Shakti una forza che è Potenza creatrice e forza dinamica, pura manifestazione dell’azione dell’Assoluto. Le tecniche di espansione sessuale sono tese alla liberazione, e a imparare a far danzare la Shakti dentro e fuori di noi, per poter uscire dalla limitatezza dell’esperienza. Il Tantrismo pone la donna come centro metafisico del rapporto erotico. L’atto sessuale scatena una potenza che va ben al di là del piacere fisico , amplificandolo e allargando la sfera del piacere erotico, sfruttano appieno questa potenza dell’amore sessuale. La sessualità è l’unico mezzo per catturare, magnificare ed interagire con i processi del Cosmo.
Nel Tantrismo, l’energia sessuale viene scoperta, trasmutata e sublimata per permettere all’individuo di raggiungere stati elevati di coscienza fino alla perfetta comunione con la Coscienza Universale. È l’unione dei due aspetti Shiva e Shakti, femminile e maschile, lunare e solare, che porta alla creazione, a tutta la manifestazione.
La trascendenza tramite il sesso Tantrico non deve essere intesa come una licenza per una sfrenata lussuria sessuale, poichè la sua pratica richiede una grande disciplina. Il Tantra trasforma la lussuria in amore. I metodi del Tantra utilizzano l’energia più potente che abbiamo, l’energia sessuale, per penetrare nel reame spirituale. La padronanza della propria energia sessuale è il primo passo per il dominio dell’energia cosmica.
In ambito tantrico l’amplesso rimanda al ricongiungimento della diade metafisica, l’unione di Shiva e Shakti che annulla la dualità svelando l’Uno nella Sua pienezza. Il maschio e la femmina sono due polarità opposte e complementari, il polo “positivo”(Prana) ed il polo “negativo” (Apana).
La dualità, che trae origine nella coppia divina di Shiva e Shakti, si imprime nel tantrismo, prima di esprimersi nella coppia umana dei tantrika. L’uomo e la donna vivranno il mito di Shiva e Shakti. Per l’uomo iniziato al Tantrismo (sadhaka) la donna rappresenta la Shakti; egli vede in ogni donna l’incarnazione della Devi, le cui feconde energie possono rendere possibile la sperimentazione dell’Assoluto.
TANTRA COME RITO, RITO COME TANTRA
Il Tantra è un’autentica rivoluzione interna, è spogliarsi di tutte le fedi religiose, le morali, i vincoli, i pregiudizi.
E’ creare lo spazio interno che è necessario per concepire l’infinito e la verità senza tempo. Il Tantra spezza i tabù, le credenze e i dogmi imposti da qualunque religione.
Dal momento in cui la mente si svuota e si adatta a ciò che realmente accade, quanto apprendiamo dal nostro interno più profondo, tutto diventa unione, il tessuto, la base della vita e che magicamente assume molte forme diverse di creatività infinita.
Il più alto scopo della pratica tantrica è riconoscere la nostra stessa natura divina, la natura divina di tutto ciò che ci circonda semplicemente come una danza sacra senza fine tra i due principi dell’universo: Shiva (maschile – immobilità, coscienza ultima) e Shakti (femminile – energia, manifestazione a tutti i livelli). Questo è il cuore dell’Amore nella visione tantrica. Nel Tantra abbracciamo il corpo con tutti i suoi desideri e ci imbarchiamo in un percorso in cui riprogrammare noi stessi, attraverso il potere della Sacra Unione di Shiva e Shakti, come parte inevitabile del processo per interiorizzare questa nuova prospettiva sulla realtà.
Il Tantra mira a sviluppare la consapevolezza in ogni aspetto della nostra vita.
Così la vita diventa il rito ed il rito diventa la vita.
Aham Devi
Il più completo articolo sulla pratica Tantrica mai letto !