Non tutti gli appassionati di Yoga hanno l’opportunità di visitare gli ashram (monasteri-scuole di Yoga) in India, luoghi che da decenni trasmettono gli antichi insegnamenti dello Yoga come una scienza evolutiva e un contributo alla cultura della pace, migliorando i valori etici, psicologici e spirituali per il bene dell’umanità. Questo è ciò che afferma la risoluzione delle Nazioni Unite, approvata da 177 Paesi su proposta del Primo Ministro indiano Narendra Modi.
Ho avuto la fortuna di frequentare per molti anni la Divine Life Society (DLS), una delle più antiche scuole di Yoga del nord India, situata a Rishikesh, ai piedi dell’Himalaya, sulle rive del Gange. Fondata nel 1936 dal Guru Sri Swami Sivananda Maharaji, che lasciò il corpo fisico nel Mahasamadhi (uscita consapevole dell’anima dal corpo fisico) il 14 luglio 1963, questo ashram ha mantenuto la sua “originale integrità” nel corso dei decenni, accogliendo ospiti di ogni estrazione sociale provenienti da tutto il mondo. Tra i visitatori illustri ci sono stati attori famosi come Romina Power e i Beatles, oltre a politici e ministri, tutti in cerca di valori interiori e di pratiche autentiche insegnate da Maestri Realizzati.
Swami Sivananda, un eminente medico, dopo aver ricevuto l’Illuminazione (profondo contatto con il Divino), fondò questo ashram, che includeva un ospedale per curare gratuitamente i malati, una foresteria per ospitare i visitatori, una casa editrice per diffondere gli insegnamenti dello Yoga, una farmacia ayurvedica, e molte altre strutture.
UNA SCUOLA DI YOGA GLOBALE
Oggi, la Divine Life Society è conosciuta in tutto il mondo e ha scuole di Yoga in vari continenti, con insegnanti che seguono gli insegnamenti del loro Guru Sivananda. L’Istituto Accademia Yoga di Roma, fin dal 1980, ha avuto l’onore di invitare i discepoli diretti di Swami Sivananda, e da questa amicizia spirituale nasce l’intervista con il Presidente della DLS, Swami Yogaswarupananda, che ci onora della sua presenza anche quest’anno.
L’INCONTRO CON LO YOGA DI SWAMI YOGASWARUPANANDA
D: Com’è venuto in contatto con lo Yoga?
R: Nel 1964, dopo aver letto un antico testo sacro, il Mahabharata, fui colpito dai cinque Pandava, che alla fine della loro vita si recarono nell’Himalaya per poi ascendere al Cielo. Da giovane, ingenuamente, pensai che anch’io avrei potuto seguire le loro orme. Così presi un treno dal sud dell’India, mi recai a Delhi e poi all’ashram della DLS a Rishikesh. Dopo un lungo viaggio, finalmente arrivai e vidi il fiume Gange scorrere tra le verdi montagne, con le sue limpide acque azzurre. Mi sentii in Cielo!
Lo swami che mi accolse mi disse: “Sei venuto da lontano. Perché non prendi una tazza di tè?” Dopo aver bevuto il tè, tentai di pagare, ma lui rifiutò dicendo: “Qui non prendiamo soldi. Sei venuto da lontano, puoi restare qualche giorno e poi riprendere il viaggio.” Risposi: “Se resto qui dieci giorni non ho soldi per pagare.” Lui mi rassicurò: “Non c’è bisogno di pagare, ma se vuoi puoi prestare qualche servizio per il bene comune.” Solo più tardi scoprii che si trattava di Karma Yoga!
Successivamente, fui presentato a Swami Krishnananda, il segretario generale della DLS, che viveva nella dimora del Guru sulle rive del Gange. Quando mi chiese la ragione della mia visita e io risposi che intendevo andare in Cielo, lui rise e mi chiese che tipo di servizio potevo offrire. Gli dissi che ero bravo a battere a macchina, così mi mise alla prova. Visto che scrivevo velocemente e senza guardare i tasti, decise di tenermi lì per continuare a lavorare con lui. Sebbene avessi intenzione di restare solo dieci giorni, alla fine Swami Krishnananda mi invitò a restare e a partecipare ai bhajans (canti devozionali) nel Tempio dell’ashram.
Cominciai anche a praticare gli asanas ogni giorno e ad aiutare Swami Krishnananda nella sua corrispondenza, apprendendo poco a poco lo Yoga. Scoprii come Swami Sivananda, un famoso medico, praticò lo Yoga e lo divulgò in maniera semplice e scientifica.
GLI INSEGNAMENTI DI SWAMI SIVANANDA
Swami Sivananda insegnava che lo Yoga, attraverso la pratica degli asanas, influisce non solo sul corpo, ma anche sulla mente, rendendola calma ed equilibrata. Lo Yoga aiuta a rafforzare le ghiandole endocrine e gli organi interni, mantenendoli sani. Patanjali, un antico saggio, definì lo Yoga come Ashtanga Yoga, che agisce su tutta la personalità. Swami Sivananda promosse lo Yoga Integrale o di sintesi, una combinazione di tutte le diverse forme di Yoga. Con il tempo, divenni esperto in Yoga, praticandolo per molti anni nell’ashram.
D: Cosa significa il termine Swami?
R: Swami significa “Signore” o “Maestro”. Non siamo solo corpo e mente, ma siamo anche la Luce della Conoscenza che pervade tutto.
D: Come è stata la tua vita nell’ashram?
R: All’inizio si parlava di servizio e di doveri. Swami Krishnananda riassunse il significato dello Yoga in quattro parole: “Servi, ama, medita, realizza.” Iniziai ad applicarle nella mia vita quotidiana attraverso Karma, Bhakti, Jnana e Hatha Yoga, conosciuto come Yoga Integrale.
D: Chi era Swami Sivananda e perché è ancora famoso nel mondo dello Yoga oggi?
R: Swami Sivananda, dopo essersi laureato in medicina in India, lavorò in Malesia dove approfondì, oltre alla medicina, anche tutti gli aspetti dello Yoga. Scrisse oltre 500 libri, guadagnandosi il soprannome di “Swami Dottore“. Era conosciuto per la sua generosità e magnanimità, meritandosi il titolo di “Ananda“, colui che dona felicità per il beneficio di tutta l’Umanità.
IL RUOLO DELLO YOGA OGGI
D: Che cambiamenti ci sono stati nella pratica dello Yoga dal passato a oggi?
R: In passato, solo i monaci e i sadhu praticavano lo Yoga. Swami Sivananda capì l’importanza dello Yoga nella vita quotidiana e lo rese accessibile a tutti per mantenere corpo e mente sani. Diceva: “Lo Yoga rimuove tutto ciò che è sofferenza. Se vuoi essere in pace, felice e avere successo nella vita, devi praticare lo Yoga!”
D: Nel mondo di oggi, può lo Yoga essere una fonte di benessere non solo per sé stessi ma anche per migliorare i propri rapporti con gli altri?
R: Esistono molte definizioni dello Yoga. Esso rappresenta armonia e destrezza fisica, e migliora le relazioni rendendole più pacifiche e armoniche. Lo Yoga è importante oggi per tutti gli esseri umani, non solo per combattere i malesseri fisici ma anche per raggiungere l’armonia mentale nelle relazioni sociali e migliorare ogni aspetto della vita.
D: A quale età si può cominciare a praticare lo Yoga?
R: Swami Sivananda, essendo un medico, suggeriva di iniziare intorno ai sei-sette anni di età, ma di praticare tutti gli asanas e il pranayama dai dodici anni in poi, poiché da piccoli è difficile concentrarsi, e la concentrazione è molto importante per stimolare le ghiandole endocrine del corpo.
D: Lei ha viaggiato molto negli anni per il mondo diffondendo gli insegnamenti del Guru Sivananda: quali Paesi sono maggiormente ricettivi al messaggio dello Yoga?
R: Normalmente viaggio tra Paesi orientali e occidentali. In Giappone, per esempio, sono molto interessati perché lo Yoga li aiuta nel lavoro, portando armonia e pace mentale, che sono ciò che cercano. Lavorano duramente e lo Yoga è un modo efficace per rilassarsi e affrontare i loro doveri quotidiani.
D: Quale ruolo ricopre oggi nell’ashram?
R: Dopo aver vissuto in questo luogo per 60 anni, e pur essendo il Presidente dell’ashram, mi considero solo un umile strumento che contribuisce al servizio per la diffusione dello Yoga, secondo gli insegnamenti trasmessi da Swami Sivananda.
D: Chi potrebbe trovare nell’ashram un beneficio e sentirsi rinnovato?
R: Chi ha aspirazioni spirituali e pratica regolarmente lo Yoga può trovare chiarezza mentale. Seguire le regole dell’ashram, come alzarsi all’alba per meditare, consente di connettersi con le Energie Cosmiche e affrontare la giornata con maggiore consapevolezza.
Daya Mata (Elisabetta Furlan)
Presidente dell’Istituto Accademia Yoga di Roma, fondata nel 1969 dal M° Giorgio Furlan.
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Grazie all’ Accademia di Yoga, attraverso i miei Maestri (Giorgio Furlan ora in cielo) ed Elisabetta Furlan, ho avuto la possibilità di incontrare lo Swami Yogaswarupananda, penso che sia una benedizione per aver intrapreso questo percorso e viaggio della mia anima. Grazie.