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Lo Yoga è una scienza spirituale che insegna in che modo ciò che è finito possa unirsi a ciò che è infinito.
Per chi di approccia alla pratica con qualsiasi finalità esteriore o puramente fisica, non si aspetta di sapere che lo yoga è un mezzo per portare conoscenza e riconoscersi uniti alla Realtà onnipervadente, il Divino dentro di sè.
Le tecniche yogiche si offrono come strumenti per trascendere l’identificazione con il corpo e la propria mente, poiché ognuno di noi ha un bisogno incessante: quello di riuscire a soddisfare il sua aspirazione di libertà e amore che può essere esaudita nella conoscenza del divino dentro di sé, essere tutt’uno con Esso, identificarsi con la forza spirituale che ci sostiene.
Il vero Yogi è da sempre, colui che è animato da un forte spirito di ricerca di verità e di conoscenza; ogni ricerca in fondo è una richiesta di espansione e realizzazione che scaturisce dall’esigenza di trascendere se stessi.
In tal senso lo Yoga della Tradizione possiede un sistema di studio sperimentato e una disciplina stabilita dai Maestri per i loro discepoli. Gli antichi Maestri cercavano innanzitutto di rendere coscienti i propri allievi del modo in cui opera la loro mente e le sue reazioni. Insegnavano in che modo fosse possibile, pur prendendo le distanze dai contenuti della propria mente, di dirigerne le funzioni e padroneggiarne le reazioni. Offrivano la comprensione del “distacco” per poi iniziare i discepoli ai metodi tradizionali di concentrazione e meditazione.
Per affrontare un simile lavoro interiore, i mezzi erano quelli necessari ancora oggi: la perseveranza dei propositi, lo studio, il metodo, l’autodisciplina, la ricerca sincera, l’entusiasmo.
Ecco allora che i maestri tracciavano un percorso di tappe da seguire:
- ŚRAVANA: consiste nell’ascolto della verità o dei fatti che conducono alla verità. Si tratta di un ascolto che condurrebbe alla purificazione della propria mente, ovvero il lasciare andare le proprie tendenze e pensieri fissi affinché si possa accogliere prospettive creative capaci di produrre una trasformazione. È un ascolto che nasce dall’intento sincero e consapevole di volere imparare e ha luogo in uno stato di ricettività e non con la mente attiva.
- MANAMA: consiste nella riflessione sulla verità che si è udita. Questa attitudine acquieta la mente condizionata e le dà una direzione. Il Manama deve seguire subito allo Sravana, altrimenti il ricordo di ciò che è stato udito si offusca di idee preconcette, perdendo l’ essenza dell’insegnamento ascoltato.
- NIDIDHYĀSANA: meditazione profonda con identificazione con la verità stessa. Sebbene sia uno stadio che possa essere raggiunto da tutti prima o poi, è la realizzazione degli stati precedenti. Si dice che all’inizio sia un’attenzione uniforme ed ininterrotta di un pensiero. Quando questa contemplazione accresce la durata e l’intensità, la mente cessa di essere lo strumento attraverso il quale la contemplazione ha luogo. Allora la coscienza si libera dai suoi vincoli limitanti, corpo e mente, e si fonde con l’infinito.
Ecco la progressione sulla via spirituale: ascolto, assimilazione/riflessione, meditazione/identificazione con la verità.
Mediante le tecniche, le fluttuazioni della mente sono acquietate, riportate in sottofondo pensieri e desideri e le potenzialità superiori, il sottile sono attivati.
Prima che l’ascolto, la riflessione e la meditazione possano avere successo, la vita quotidiana deve manifestare un certo grado di non violenza nel pensiero, nella parola, nell’azione e nel non attaccamento ai risultati.
” Nessuno, i cui sensi non siano controllati, la cui mente non sia raccolta e nella quiete, può acquisire tale conoscenza”
— Katha Upanishad
Namastè,
Marina Demaria
Yogaperte Studio – Asti
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