La cultura in cui è nato e si è sviluppato lo yoga è radicalmente diversa da quella europea. È una civiltà che possiede categorie di pensiero differenti e un atteggiamento diverso nel cercare di rispondere alle problematiche dell’uomo nel mondo. È importante comprendere questa cultura per poter apprezzare appieno lo yoga e le sue origini.
Scrivere di quella che è la culla della dello yoga, è un impresa assai ardua, ma cercando di riassumere, prima di comprendere il perchè lo Yoga nasce proprio in India, è bene dare
uno sguardo al contesto storico culturale che ha promosso l’origine e lo sviluppo di questa antichissima disciplina, vivida e forte ancora oggi.
È importante comprendere il modo di pensare di questa cultura per poter apprezzare appieno lo yoga e le sue radici. L’India è uno Stato federale composto da 28 Stati e 7 Territori, governato da un governo centrale con sede a Nuova Delhi. Gli indiani chiamano la loro patria “Bharat“, che significa “Stati Uniti del Bharat”, e questo nome è molto diverso dal nome “India” che è di origine europea.
La storia dell’India è stata ricostruita grazie a un documento molto importante: un editto emanato dall’imperatore Asoka, che nomina alcuni sovrani ellenistici che avevano ereditato parti dell’impero di Alessandro Magno. Grazie a questo editto, si è potuto collocare la biografia del Buddha attorno al 560-480 a.C. e gli inni del Rg-veda attorno al 1200 a.C. La storia dell’India è stata influenzata da diverse migrazioni di popoli e da spedizioni di conquista, ma ha mantenuto la sua identità culturale unica.
Gli scavi archeologici hanno mostrato come un tempo, lo yoga fosse anche praticato in stati come il Pakistan, grazie al ritrovamento di statuette raffiguranti asana, oltre a rilevare come la civiltà della valle dell’indo avesse importanti rapporti con la Mesopotamia, a livello di scambi commerciali e culturali.
Le origini dello yoga non sono state portate in India dagli invasori arya, ma fanno parte della civiltà della Valle dell’Indo, una civiltà del bronzo che fiorì nella valle del fiume Indo fra il III e il II millennio a.C. Questa civiltà era pacifica e amava le comodità della vita urbana. È probabile che le tecniche di yoga siano state sviluppate in questa antica civiltà, prima dell’arrivo degli arya e della loro cultura.
A partire dal secondo millennio a.C., l’India subì l’invasione degli Arii, un popolo nomade che portò con sé la lingua sanscrita e i primi testi sacri dell’India, i Veda. Questi testi, scritti in sanscrito, contengono miti e lodi rituali delle divinità ariane e sono considerati la base della religione induista.
Questa antica disciplina, secondo il pensiero indiano è inserito all’interno di altri sistemi filosofici denominati Darshana, ovvero, punto di vista. Il motivo dei 6 punti di vista differenti
risiede nel fatto che il fine ultimo dell’essere umano è la ricerca e realizzazione della felicità e questa ricerca non può essere “standardizzata” perchè l’essere umano è infinitamente diverso con altrettante differenti visioni. Per comprendere meglio: in India è offensivo descrivere un pensiero come originale, perché la verità è oltre l’individuo, lo trascende ed è naturale essere in comunicazione con l’altro, non considerarsi sistemi chiusi. I punti di vista tra loro si incontrano, si mescolano, si influenzano.
Spesso noi anime perse in questo mondo materico siamo ossessionate da questa tanto ambita felicitò che di fatto, non sapendo bene cosa sia realmente, la rimettiamo in qualcosa di momentaneo, che ci appaga, per poi passare nuovamente alla ricerca di questo stato felice e appagato. In questa ricerca ci sforziamo egregiamente, spendendo un molte energie preziose, ma spesso senza successo, causando una situazione opposta. La sofferenza.
Lo yoga si basa su una visione globale e olistica dell’essere umano, simile a quella presente in alcune culture, come ad esempio l’idea cristiana di “persona”. Secondo questa visione, l’uomo è un tutt’uno e non può essere analizzato in modo separato. Anche la medicina occidentale sta scoprendo questa unità, dopo averla frammentata a causa dell’approccio galileiano. Lo yoga ci invita a percepire l’essere umano come una rosa, che non può essere analizzata petalo per petalo, ma va sentita nel suo insieme.
Lo yoga è una disciplina ascetica che si basa sui principi dei Veda e si divide in sette stili principali, raggruppati in due categorie. Il primo gruppo comprende Jnána-yoga, Bhakti- yoga e Karma-yoga, che si differenziano per l’atteggiamento esistenziale che si cerca di sviluppare. Ognuno di questi stili è indicato per un determinato tipo di personalità, ma è importante non escludere gli altri e trovare un equilibrio tra di essi. Inoltre, lo yoga si concentra sui risultati interiori e non su quelli esterni.
Ciò che caratterizza lo Yoga non è soltanto il suo aspetto pratico, ma anche la sua struttura iniziatica. Non s’impara lo Yoga da soli: occorre la guida d’un maestro (guru). Strettamente parlando, tutti gli altri “sistemi di filosofia” come d’altronde ogni conoscenza o mestiere tradizionale, sono in India insegnati dai maestri e, in questo senso, sono delle iniziazioni: da millenni essi sono trasmessi oralmente da “bocca a orecchia”.
Ma lo Yoga presenta ancor più nettamente il carattere iniziatico; giacché, come nelle altre iniziazioni religiose, lo yogin comincia con l’abbandonare il mondo profano (famiglia, società) e, guidato dal suo guru, si applica a superare l’uno dopo l’altro i comportamenti e i valori propri della condizione umana.
Come disse il grande Maestro Shri T. Krishnamacharya “Lo Yoga è il più grande dono dell’India al mondo” ed è proprio cosi. Se oggi lo yoga è così diffuso in tutto il mondo gran parte del merito va a Krishnamacharya ed ai suoi insegnamenti. Infatti nei primi anni del 1900 questa era una disciplina conosciuta da pochissimi saggi e veniva tramandata esclusivamente da maestro ad allievo. Dopo aver vissuto molti anni nell’Himalaya a studiare questa scienza con i saggi, iniziò a dare dimostrazioni di yoga in tutta l’India e fondò una scuola per diffondere tutta la sua conoscenza. Fu così che questa disciplina cominciò a diffondersi come non mai.
E’ stato l’insegnante di Iyengar, Patthabi Jois e Indra Devi che a loro volta diffusero enormemente lo yoga in occidente. Tutto il mondo dello yoga dovrebbe avere un senso di gratitudine nei confronti di questo uomo in quanto ha influenzato, se non addirittura inventato, il tipo di yoga che si pratica attualmente.
Praticare yoga oggi è fondamentale per il benessere fisico, ma soprattutto mentale per le persone. La filosofia dello yoga spesso incontra resistenze con la cultura occidentale, specialmente per alcuni temi delicati come la morte e la sua modalità di approccio, ma nonostante questo, è indiscutibile che lo yoga, esistente da più di 10.000 anni è ancora il centro dell’esistenza umana.
Una disciplina incredibile, profondamente vera e concreta, in grado di cambiare col tempo ogni individuo portandolo concretamente in contatto con la sua parte più infinitesimale e piccola, l’anima o Atman,
Un grande sentimento di gratitudine resta per aver potuto apprendere tale disciplina con tutto il rispetto e la dignità che ne consegue, la quale gradualmente ha cambiato completamente il mio senso di percezione dell’esistenza.
Fonti articolo:
- Stefano Piano “Cultura dell’India e Filosofia dello Yoga” ed Magnanelli.
- Giuseppe Tucci “Storia della Filosofia Indiana” Editori Laterza 2022.