Da sempre, affascinati dai colori del cielo, gli esseri umani hanno creato Miti e leggende planetarie che raccontano storie magiche sull’arcobaleno…
Da bambina mi perdevo letteralmente nel fissarli e correvo a vuoto sperando di raggiungerne la base! Beata innocenza…
Forse non sbagliavo… per i Greci antichi l’arcobaleno era un sentiero tracciato dalla dea Iris per collegare la terra dei mortali con il cielo degli immortali…
Per i Celti l’arcobaleno era passaggio tra mondo dei vivi e mondo dei morti, esattamente come per i nativi americani.
Tante analogie e similitudini!
Cos’è realmente?
Per la scienza l’arcobaleno è visibile quando le goccioline d’acqua vengono attraversate dai raggi di luce. I raggi di luce, passando attraverso le gocce, si scompongono colorando il cielo dei famosi 7 colori: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e viola.
Colori che nel 1700, lo studioso Ser Isaac Newton sperimentò nel suo laboratorio con un prisma di vetro, mostrandoci lo “spettro” alla scienza.
Ovviamente la luce del sole avrebbe più di 7 colori, ma ne vediamo solo 7 perché il nostro occhio riesce a captarne solo una parte, cioè capta quella compresa nell’intervallo di frequenza che va appunto dal rosso al violetto. Non vediamo proprio infatti le frequenze più alte del viola (gli ultra-violetti) e di quelle più basse del rosso (gli infra-rossi), esattamente come avviene per le vibrazioni sonore (non udiamo al di sotto dei 20 hz).
Sono scoperte scientifiche recenti.
Bene, ora immagina che in India, millenni fa… c’era qualcuno che sapeva tutto negli studi sulla luce e li usava per spiegare i centri di coscienza umana.
Il rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Sono i 7 chakra principali e sono nel medesimo ordine esatto (avranno preso l’immagine dall’arcobaleno? Sicuramente si… i simboli umani sono sempre stati tratti dalla natura o dal cielo).
Fin qui nulla di strano, l’uomo usa la natura come riferimento delle sue spiegazioni. Colori e simboli erano sempre dedotti dalla natura o dal cosmo.
Ciò che è stupefacente piuttosto, è che la teoria dei chakra di millenni fa, è la medesima moderna della frequenza della luce: ovvero la teoria scientifica dello spettro della luce associa i diversi colori a diverse frequenze di vibrazione. Ogni vibrazione è un colore a seconda che sia più alta o più bassa.
Esattamente come fecero millenni fa sui chakra, dicendo che ogni chakra ha un colore e una sua vibrazione e un suo suono.
Cioè le parti dell’onda della luce che vibrano a velocità elevate si avvicinano sempre più al colore violetto mentre quelle più lente e basse danno vita ai colori più vicini al rosso!
Secondo la filosofia i raggi di luce sono raggi di coscienza, i sette raggi di coscienza umana…
Nella filosofia indiana infatti i chakra sono il risultato della scomposizione della nostra coscienza in codici/aree che vanno dalle frequenze basse del primo chakra associate agli istinti di sopravvivenza (rosso), e si arriva fino alla conoscenza dell’assoluto (violetto) passando per la sessualità (arancio), l’autoaffermazione (giallo), i sentimenti (verde), la comunicazione (azzurro), l’intelletto e saggezza (indaco) e la divinità (viola).
Una bella piramide dei principali aspetti della nostra coscienza e psiche, trattata come fossero 7 raggi di luce.
Lo studio dei chakra ci mostra il nostro cammino a tappe che parte dagli aspetti più grossolani del primo chakra, dei bisogni primari …a quelli più elevati e spirituali del settimo chakra.
L’ “evoluzione spirituale” si srotola sul percorso dei chakra, la kundalini si risveglia dal basso ventre e sale lungo la colonna vertebrale “illuminando” ogni chakra e facendo evolvere l’uomo dal “cacca, nanna, pappa” fino a vette immense di spiritualità.
Non per tutti quindi…?
Perché lo sviluppo della nostra coscienza non è conseguente all’età anagrafica, ma consegue ad un percorso personale di consapevolezza.
Se i chakra sono il risultato della “frammentazione” della mia coscienza per tappe, quelle “tappe” distinte per comodità in chakra sono già attive in me, sono già presenti e pronti, non vanno raggiunti o risvegliati. Giusto?
Non sono “cose” da conquistare, tu le possiedi già, semplicemente perchè sono il frutto del tuo essere 7 raggi di luce/coscienza ma un’anima sola. E come può ciò che è presente nella parte non esserlo nel tutto?
Forse potrebbe essere utile dire che il concetto di “evoluzione spirituale” è insensato poichè nessun raggio di sole può essere più o meno di quello che è.
È lo stesso raggio di luce che crea diversi colori d’arcobaleno!
È lo stesso animo a emettere sette vibrazioni!
Sei tu.
Sei luce.
Non esiste evoluzione di te stesso, tu sei già quello che sei!
Devi solo prenderne ATTO e coscienza.
Così potrai illuminarti.
Questa volontà di porsi un obiettivo (l’illuminazione, l’apertura dell’ultimo chakra ad esempio…) è semplicemente un giochino che fa la mente… non devi arrivare a te stesso conquistandoti! Sei già tuo!
Ma devi VEDERTI!
La spiritualità non è un obiettivo, piuttosto è aprire gli occhi.
Su di sé, e sul mondo oltre le apparenze.
E lo YOGA è lo strumento adatto ad allargare le percezioni di te.
Non cercare di conquistare ciò che hai già, semplicemente trova il coraggio di guardarti.
Non è attraverso uno sforzo di volontà che vedrai il raggio di luce che sei, ma capendo qualcosa di te perché hai il coraggio di guardarti. E di lasciar risplendere le tue luci. Come il prisma di Newton.
Il resto sono cavolate sui chakra… la luce… le proibizioni… le credenze yogiche.
Sat Nam ji
Sattyam
Shivam
Sundaram
Om