Quando l’India chiama al “Sé” non si ha scelta. Letto così sembra una minaccia, ma in realtà è la chiamata migliore che tutti noi dovremmo sperare di ricevere. Quando giunge questo momento è la svolta.
Sento spesso: “Amo viaggiare, ma l’India proprio non mi attrae, è sporca, è pericolosa, è troppo…”. Sono un’instancabile viaggiatrice e amo conoscere, ma ammetto di aver passato la giovinezza a dire questa frase anch’io, capii poi che si trattava di un mio limite dato da ignoranza e paura. La prima volta che vidi un rituale Induista davanti ad un tempio ero in Sri Lanka ed avevo circa 20 anni. Cibo e latte sparsi ovunque, anche sulle statue, non si poteva sostenere.
Un giorno scelsi di andarci ed affrontare questi miei limiti. Non fu un periodo casuale della mia vita e nemmeno la scelta del posto. Mi catapultai a Rishikesh con tanto di ardente curiosità e interesse nel conoscere da vicino il luogo in cui lo Yoga è il protagonista.
Dopo averla vissuta per una decina di giorni e girato altri posti considerati sacri per lo Yoga, dopo circa un anno acquistai un biglietto solo andata per andarci a vivere e approfondire questa conoscenza. Scoprii più tardi che la mia scelta mi portò ad intraprendere il viaggio più meraviglioso, profondo e vero che avessi mai potuto fare.
La parola Yoga ha un significato vasto ed elevato che viene racchiuso e semplificato nella parola Unione. Un’Unione che avviene profondamente e prima di tutto in noi, tra anima, corpo e mente ed un’altra unione che nel frattempo si manifesta e trascende la materialità sfociando nell’Assoluto.
Questo è molto evidente quando inizi ad osservare i rituali e la devozione che la popolazione ha in India per il fiume Gange o meglio La Ganga, “Ganga Ma!”, La madre di tutti. Colei che inesorabile scorre e porta vita, culla, nutre, purifica e dà speranza a chiunque si rivolga a lei con il cuore aperto e vera intenzione.
Milioni di persone ogni giorno in India si ritrovano sulle sue rive per parlarle, adorarla e celebrarla, le offrono fiori, incensi, frutti, dolci, pensieri, tante luci, gioie, dolori, speranze, sogni, paure, malattie, anime. Ganga Ma ascolta e osserva, realizza ciò che le viene espresso manifestandosi. Facciamo attenzione a cosa chiediamo, a come ci rivolgiamo a lei, a cosa portiamo nel cuore quando decidiamo di credere nel suo potere e magari fare un bagno nelle sue acque o donarle un tesoro partorito dal nostro profondo per lasciarlo andare tra le sue braccia e farglielo allevare.
L’India è un paese ricco di rituali e fede. Le persone credono molto e ripetono ogni giorno ciò in cui credono, lo fanno con coscienza e devozione. È ogni giorno un insegnamento meraviglioso osservare tutto questo e un’esperienza unica. Quando arrivi in India, in ogni dove, trovi un cartello che la definisce l’Incredibile India, fu vivendola davvero che capii che la è. È uno dei posti più densi di spiritualità che abbia mai vissuto ed è uno di quelli che mi ha insegnato più cose di quante potessi immaginare restando nella mia ignoranza. L’india è un posto semplice nella sua difficile quotidianità, ricco di tradizione e fede nella natura delle cose.
Continuo ad imparare tanto da questo paese e dallo Yoga, che si dice lì sia nato. Lo Yoga insegna anche a non giudicare prima di tutto per il nostro bene, tanto meno per qualcosa che non conosciamo affatto aggiungerei io. Anche questo ho imparato dall’India. Mi stavo precludendo la consapevolezza che ho oggi di tutto ciò che vi ho raccontato.
Oggi vivo nello stile di vita Yoga completamente, nei rituali, nella devozione e nella spiritualità. Ho conosciuto il mio Maestro e continuo a conoscerlo ogni giorno sempre di più. Ganga Ma mi sta levando. L’India mi aiuta ed accompagna ad accelerare ed approfondire il processo, mi richiama a sé e al “Sé”. Ho imparato la pazienza, con lei e tanta fede ho trovato, o meglio ritrovato, uno stretto e profondo rapporto di connessione con me stessa e con il mondo intero, armonia, gioia, pace e amore infinito.