Il Saluto al Sole è un giro completo attorno al mandala zodiacale.
Fra macro e microcosmo, sia nello yoga che nell’astrologia l’essere umano è un riflesso della frattalità dell’universo. Nonostante le diverse tradizioni sviluppatesi nel corso dei secoli, lo yoga e l’astrologia sono le discipline millenarie che per eccellenza custodiscono in sé la ciclicità dell’essere umano nel cosmo.
Nello yoga tutto è movimento così come nel mandala zodiacale che riflette i propri cicli evolutivi, la missione dell’anima, i talenti, i potenziali e le virtù. La comprensione dello yoga come “cosmologia in movimento” implica l’esperienza di arare il proprio terreno karmico affinché il frutto dharmico possa naturalmente germogliare. Fra astrologia e yoga esistono molti punti di contatto: entrambe le discipline mirano all’evoluzione consapevole di sé, dunque al darshana e pertanto allo sviluppo di una mente sensoriale, intuitiva e creativa.
Il Saluto al Sole, il cui nome sanscrito originale è Surya Namaskar, è un esempio di ciclicità che, se vissuta con consapevolezza, diviene un giro completo attorno alla propria mappa astrale e dunque intorno al proprio continuum evolutivo. Gli antichi yogin, essendo in profonda connessione con i cicli solari e lunari, insegnavano che ogni essere umano è un micro universo che attraverso il movimento cosciente incarna montagne, prati, stelle e pianeti. Oggigiorno, in chiave quantistica, i fisici hanno definito questa teoria come la Teoria del Tutto, affermando così che non solo viviamo sul pianeta Terra, ma siamo anche questa Terra, dunque siamo natura in movimento e trasformazione costante.
Ma cosa avviene dunque dentro di noi ogni volta che pratichiamo il Surya Namaskar? Se Surya significa Sole e Namaskar significa Saluto, la risposta sembra ovvia: stiamo salutando il Sole. In realtà lo stiamo venerando e nell’ammirarlo ci stiamo allineando. Il Sole è il simbolo della conoscenza perpetua e della coscienza spirituale che ogni giorno si adagia nella notte oscura per poi rinascere al mattino seguente. La venerazione al Sole è presente sin dai tempi dei Veda, i testi più sacri dell’antica tradizione induista che l’umanità possieda. Il Sole era adorato con rispetto come il portatore della luce e del calore anche da altre antiche civiltà che fra i loro rituali avevano appunto il culto al Sole: Mitra per i Persiani, Osiride per gli Egizi e Apollo per i Greci. Un allineamento fra il Sole esterno e quello interno, questo è ciò che accade in termini cosmoquantici durante la pratica del Surya Namaskar. Un vero e proprio accordo vibratorio fra nascita e tramonto, fra principio e fine, fra inizio e conclusione.
Ampliando però lo sguardo e osservando attentamente ogni posizione che compone il Surya Namaskar completo (Praṇamāsana, Hasta uttānāsana, Hastapādāsana, Aśva sañcalanāsana, Daṇḍāsana, Aśtāṅga namaskāra, Bhujaṅgāsana, Parvatāsana, Aśva sañcalanāsana, Hastapādāsana, Hasta uttānāsana, Praṇamāsana), ritroviamo che nel Saluto al Sole le posizioni sono sette come i sette pianeti visibili ad occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno insieme ai due luminari Sole e Luna). Di queste sette posizioni, cinque sono ripetute due volte seguendo un moto diretto e retrogrado, cosí come avviene nei moti planetari, per un totale di dodici posizioni che altro non sono che i dodici archetipi zodiacali.
I dodici movimenti della variante classica del Surya Namaskar, praticati con un flusso continuo, rappresenterebbero in chiave cosmologica i dodici mesi di un anno solare. Dall’Ariete ai Pesci ogni posizione si assocerebbe ad un’area della cintura zodiacale e pertanto all’archetipo solare che ogni viandante su questo pianeta incarna. Essendo ogni segno governato da un pianeta, ogni posizione sarebbe illuminata da uno di questi che, in quanto astri, illuminano l’oscurità del nostro tao, pertanto la parte ombra del nostro io più profondo.
Il Saluto al Sole è quindi una danza perfetta fra passato e futuro che, con un ritmo oscillatorio, accade nel presente. La chiave è saper farne tesoro osservando quanto un pensiero, se seminato con un intento puro nel proprio terreno materno intrinseco in ogni donna e in ogni uomo, crea nuova vita che è sempre frutto di una espirazione e di una inspirazione. In questo dare e ricevere tutta la struttura ossea e tutti gli organi si rivitalizzano, la funzionalità renale aumenta, il sistema immunitario si fortifica e il sistema endocrino si armonizza.
La padronanza del proprio corpo fisico mediante lo yoga consapevole e la conoscenza del proprio cielo attraverso l’astrologia sono una perfetta sinergia grazie alla quale attivare ed equilibrare il proprio flusso pranico. Ida e Pingala danzano in Sushumna generando così una naturale alchimia spiralica nel corpo. D’altronde il nostro corpo è l’unica casa che abbiamo, l’unico tempio sacro in cui la nostra coscienza vive.
Bibliografia
1. Desikachar, T. (1997). Il cuore dello Yoga. Ubaldini Editore, Roma, Italia.
2. Robertson, R. (1998). Arquetipos junguianos. Paidós Ediciones, Barcelona, España.
3. Venneri, A. (2023). TRE EMME La Via delle Tre Madri. Isthar Ediciones, Málaga, España.
4. Zuzunaga, A. (2017). Somos Cosmos. Cosmograma Ediciones, Barcelona, España.
Molto interessante questo connubio fra Yoga e Astrologia! Mi è piaciuto molto questo articolo di Stefano Scrimieri, fa riflettere molto, grazie davvero!
Questo articolo è davvero molto interessante illuminante, ogni parola mi ha portato ad osservare la grande importanza fra il mio corpo fisico e la relazione con il cosmo.
Grazie di cuore Stefano, il tuo articolo è ricco di saggezza è una carezza all’anima una chiamata all’essere Presente ogni giorno mano nella mano con il cosmo, sempre in movimento.
D’ora in poi ogni volta che realizzerò “Il saluto al Sole” la mia connessione e il mio pensiero sarà diverso, sarà venerare il sole quindi anche il mio tempio.
Clara Ponce de León Astete