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Cosa vuol dire “trovare la liberazione” e la famosa “unione” tanto ambita attraverso lo Yoga? E poi… quale yoga?

L’essere umano ha un grande privilegio, ovvero, incarnare una forma umana più elevata rispetto al regno e forma animale, e si dice che ciò che differenzia l’essere umano dall’essere animale sia la ragione ed il senno. Ma ne siamo cosi sicuri?

L’essere animale è considerato inferiore poiché in mancanza di ragionamento logico e ponderato, risponde esclusivamente ai suoi istinti, pensando per se stesso e/o esclusivamente per il suo interesse. Sia esso animale che di cibo.

Secondo questa visione manca dunque la coscienza, parte fondamentale che distingue l’animale dall’uomo.
E invece l’essere umano? Come mai si sente superiore? Ma soprattutto l’essere umano è consapevole di avere una coscienza?

L’essere umano è dotato di coscienza, ed essa può essere percepita come no, ma nella vita anche l’essere umano (specie negli ultimi 100 anni) agisce come un essere animale. Proiettato per la maggior parte della sua esistenza nel soddisfare i suoi sensi, appagare i suoi piaceri, agendo spesso in modo egoistico. E dunque l’essere umano ha cosi un’alta evoluzione rispetto all’animale?

Non va mai dimenticato che l’essere umano è IMPERFETTO. L’uomo, per natura, ha 4 difetti, commette errori, è soggetto ad illusione, ha la propensione ad ingannare ed ha i sensi imperfetti. Questi 4 difetti umani bloccano la possibilità di poter accedere ad una conoscenza in modo oggettivo.

  • Primo difetto: Commettere errori. Si dice spesso “errare humanum est”. Prendiamo come esempio alcuni Leader Politici, come Mahatma Ghandi o il Presidente Kennedy. È possibile vedere che anche in grandi personalità, che hanno raggiunto certi successi nella vita, la tendenza a commettere errori è presente.
  • Secondo difetto: Essere in Illusione. I nostri sensi sono imperfetti e noi siamo soggetti ad essere illusi in differenti modi. La più grande illusione è quella di pensare ciò che in realtà non si è. Vi è un illusione basilare nel mondo che è quella di pensare di essere il corpo e di pensare di essere la mente. Ovvero “il corpo si identifica con l’anima”.
  • Terzo difetto: Tendenza ad Imbrogliare. Questa tendenza è presente in ogni essere ed essere imbrogliati è l’altra faccia della medaglia. E’ un tipo di tendenza che ci fa distorcere la realtà per i nostri scopi personali. Questo può avvenire sia in maniera conscia sia in maniera inconscia. Questa tendenza è in ognuno di noi.
  • Quarto difetto: Sensi imperfetti. I nostri sensi sono cosi imperfetti tanto che noi vediamo il disco solare e pensiamo che sia un disco di piccola grandezza che emette grande luce, ma cosi come la luna. In realtà il sole è enorme ma noi non abbiamo la percezione sensoriale di tale grandezza per poterlo percepire. I nostri sensi sono imperfetti per poter acquisire la realtà.

Ciò che differenzia l’essere umano dall’essere animale è proprio lo sviluppo della coscienza, ed il suo riavvicinamento da una realtà divina e onnisciente. Questo avvicinamento nel corso del tempo è stato perso, sempre più allontanato in virtù di una identificazione sempre più stretta con la materia, la quale da un appagamento solo momentaneo ai propri sensi, proprio come quando l’animale ha fame e si preoccupa di riempire lo stomaco e basta. La fame tornerà presto, ed il loop ricomincia.

L’uomo agisce nello stesso modo; ascolta un desidero dato dalla materia, che non necessariamente è un oggetto, ma può essere anche una singola qualità umana come il semplice  orientamento sessuale per esempio, dimenticandosi completamente che tale aspetto è SOLO UNO dei molteplici aspetti che formano l’essere umano.

Oppure anche semplicemente l’alimentare uno status, vi è una continua ricerca di appagamento e di ottenimento di qualcosa pur di definirsi e definire materialmente e riconoscersi apparentemente in un oggetto o situazione.

Se tutto questo fosse la realtà corretta, come mai oggi la società in generale è preda di un delirio collettivo e sempre di più oggi vi è ciò che è chiamato “UN BURN-OUT” non solo lavorativo, ma peggio, a livello anche sociale? L’essere umano col tempo ha compreso che l’essere cinico sia sintomo di intelligenza sopraffina, ma in realtà è soltanto una mera delusione e frustrazione.

Nella Bhagavad Gita al capitolo 15 “Lo Yoga Della Persona Suprema” vi è un’analogia meravigliosa che spiega questo processo, ed è l’analogia dell’ALBERO BANIANO.

Quest’analogia è spiegata negli sloka da 1 a 5, di cui se ne riporta l’espressione:

15.1
भगवान उवका उ -मुलन अधः-सखम अ म हर अ याम छ य परनानी यस ताम वेद सा वेद- त्
Il Signore Beato disse:
Esiste un albero baniano le cui radici si dirigono verso l’alto e i rami verso il basso; le sue foglie sono gli inni vedici. Chi lo conosce, conosce i Veda.

15.2
आधास कढ़वा मनु सृतः त सखा गुना- वृ षय- वालः आधास का मुलानी अनुस तानी क नुब -लोके
I rami di quest’albero, Nutriti dalle tre influenze della natura materiale, si estendono verso l’alto e verso il basso; le fronde sono gli oggetti dei sensi. Alcune radici dell’albero scendono anche verso il basso e sono legate alle azioni interessate compiute nella società umana.

15.3-4
न पम य ना हा तथोपल ते न का र न का स अ म इनाम सु- -मुलाम असंगा-सा णा ना ततः पदम् तात प मा त या न गता न व भूयः ताम ईवा स म पु सँ प यतः वृ सृता पुराणी
Nessuno, in questo mondo, può percepire la forma precisa di questo albero. Nessuno può vederne la ne, l’inizio o la base. Ma con determinazione si deve abbattere questo albero con l’arma del distacco, e cercare poi quel luogo da cui non si torna più indietro una volta che si è raggiunto, e là abbandonarsi alla Persona Suprema, Dio, dal Quale tutto ha inizio e nel Quale tutto dimora n da tempo immemorabile.

Questi versi paragonano il labirinto dell’universo materiale ad un albero baniano. L’uomo che è dedito alle attività interessate (Karma Kanda) non trova via d’uscita, compresa l’attività interessata nello yoga; erra senza posa da un ramo all’altro, e poiché è attaccato all’albero, non può liberarsene. Gli inni vedici, che hanno lo scopo di elevare gli uomini, sono le foglie di questo albero. E le radici, poiché si diramano dal pianeta di Brahma, il più evoluto dell’universo, si dirigono verso l’alto. Chi riesce a conoscere questo indistruttibile albero dell’illusione saprà anche come liberarsene.

Il quindicesimo capitolo spiega dunque come l’uomo può troncare i legami che lo trattengono al mondo della materia. La radice dell’esistenza materiale cresce verso l’alto; ciò significa che ha origine dall’intera sostanza materiale, e dal pianeta più alto si dirama in tutto l’universo, con innumerevoli rami, che rappresentano i diversi sistemi planetari. I frutti di questo albero rappresentano i risultati delle attività compiute dagli esseri, cioè la religiosità, lo sviluppo economico, il piacere dei sensi e la liberazione.

I suoi rami si estendono in tutte le direzioni. Sui rami inferiori si trovano varie manifestazioni di esseri, come uomini, bestie, cavalli, mucche, cani, gatti e così via, mentre sui rami superiori si trovano specie più evolute come gli esseri celesti.

Le fronde dell’albero materiale rappresentano gli oggetti dei sensi – il suono, la forma, il tatto, il sapore e l’odore. Esponendosi alle in uenze della natura materiale, l’essere acquisisce un particolare tipo di sensi con cui gode di una vasta gamma di oggetti dei sensi.

Le cime dei rami sono i sensi — gli orecchi, il naso, gli occhi, ecc. — che sono attratti a godere dei differenti oggetti dei sensi.

Le radici sussidiarie rappresentano i sottoprodotti che derivano dai vari tipi di dolore e piacere dei sensi. Così l’essere sviluppa attaccamento e avversione. Le radici secondarie, che si estendono in tutte le direzioni, costituiscono le tendenze dell’essere a volgersi verso la virtù o verso l’empietà. La radice principale dell’albero materiale parte da Brahmaloka, le altre radici a ondano nei sistemi planetari popolati dagli uomini. Dopo aver goduto, sui pianeti superiori dei frutti delle sue attività virtuose, l’uomo dovrà tornare sulla Terra e rinnovare il suo karma,
cioè compiere ancora attività interessate per elevarsi di nuovo. Perciò la Terra è considerata il campo d’azione.

LO YOGA NON E’ ASANA. LO YOGA E’ LA SUPREMA UNIONE CON IL DIVINO, e non è detto che in questa esistenza materiale la si raggiunga. Se si pensa arrogantemente di averla raggiunta, o addirittura paragonarsi a Brahman in virtù della propria conoscenza (Jnana) prendendola come unica verità assoluta, non solo si è completamente celati nella materia e nella ricerca egoista dell’appagamento personale, ma tutta la conoscenza acquisita che dovrebbe elevarci ad uno stadio di Isa vasya (Unione perfetta), in realtà ci radica soltanto nella più profonda ignoranza.

Piuttosto che diventare delle statuette plastiche sul tappetino, o apparire esteticamente stupendi su Instagram, sarebbe meglio evitare di ripetere mantra a casaccio, solo perchè si fa cosi, quando più sarebbe utile ripetersi da qui fino alla fine della propria esistenza il mantra “LO YOGA NON E’ ASANA. LO YOGA E’ LA SUPREMA UNIONE CON IL DIVINO”, e rifletterci ogni singolo giorno. Specialmente riflettere su ogni singola parola.

Buon cammino a tutti voi!!
Hare Krishna.

Marco Gallo

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