Lo yoga nella sue diverse forme è stato praticato fin dagli albori della creazione di questo mondo. I Veda descrivono la storia, l’epopea di questo pianeta e di questo universo nelle varie ere, o più estensivamente nei vari eoni. Per alcuni di noi ma non per tutti, queste narrazioni possono sembrare incredibili, fantastiche ma tuttavia sono realtà a noi sconosciute che gradualmente stanno venendo alla luce grazie anche a ritrovamenti archeologici che testimoniano antiche civiltà, vecchie di migliaia e milioni di anni. Secondo i Veda, l’origine della creazione risale a migliaia di miliardi di anni fa e durerà altrettanto fino al suo annientamento.
Questo è già incredibile, ma ancor di più è il pensare che dopo questa creazione e distruzione, c’è una successiva creazione seguita dopo miliardi di anni da una distruzione. Ma attenti non è finita qui, questo ciclo continuerà per l’eternità. Una mente razionale barcolla dopo aver sentito queste descrizioni, tocca ad ognuno di noi cercare di comprendere questa conoscenza rendendola plausibile con spiegazioni razionali.
La conoscenza contenuta in questi testi è immensa, ma al tempo stesso particolareggiata. Non solo viene descritto il macrocosmo in cui viviamo con dati che si avvicinano o eguagliano ciò che la “scienza” moderna ha scoperto, ma c’è una descrizione dettagliata del microcosmo, del corpo in cui viviamo, e in un libro particolare il “Bhagavat Purana”, scritto migliaia di anni fa, viene descritto la vita di un feto nel grembo della madre con una dovizia di particolari che nemmeno la scienza moderna sarebbe capace di dare. Detto ciò, possiamo capire che ci troviamo di fronte a tesori di saggezza.
Per capire meglio, faccio un esempio: quando compriamo un elettrodomestico, la casa costruttrice fornisce un libretto delle istruzioni per il corretto funzionamento dell’apparecchio. La stessa modalità fu applica in origine durante la creazione cosmica; il creatore fornì a tutti noi la letteratura Vedica affinché l’uomo venisse istruito su come vivere in questo mondo.
I grandi rishi (saggi) dalla visione illuminata ricevettero questa conoscenza e la distribuirono a tutti. Sono loro che hanno definito i vari metodi yoga che si adattavano alle vari ere cosmiche, per permettere alle persone di ogni era, secondo le loro caratteristiche, di raggiungere la realizzazione spirituale più elevata. Queste ere sono essenzialmente quattro, Satya yuga, Treta yuga, Dvapara yuga e Kali yuga, rispettivamente l’età dell’oro, dell’argento, del rame e del ferro.
Nel Bhagavata Purana (o Srimad Bhagavatam) è detto:
krte yad dhyayato visnum
tretayam yajato makhaih
dvapare paricaryayam
kalau tad hari-kirtanat
I risultati che potevano essere ottenuti nel Satya-yuga meditando su Vishnu, nel Treta-yuga compiendo sacrifici, e nello Dvapara-yuga servendo i piedi di loto del Signore possono essere ottenuti nel Kali-yuga semplicemente cantando il mantra Hare Krishna.” (SB 3.12.52)
Nel Vishnu Purana (6.2.17), nel Padma Purana (Uttara-khanda 72.25) e nel Brhan-naradiya Purana (38.97) si trova un verso simile:
dhyayan krte yajan yajñais
tretayam dvapare ’rcayan
yad apnoti tad apnoti
kalau sankirtya kesavam
“I risultati ottenuti con la meditazione nel Satya-yuga, compiendo sacrifici nel Treta-yuga, e adorando i piedi di loto di Krishna nel Dvapara-yuga vengono raggiunti nell’Età di Kali semplicemente glorificando i nomi di Sri Keshava.”
Nell’era di Satya, il metodo yoga prescritto era la meditazione e la conoscenza era trasmessa oralmente; il trattato di questo stesso yoga fu compilato nell’era “moderna” da Patanjali rishi. Nell’era chiamata Treta yuga, lo yoga consisteva nella pratica di grandi sacrifici, nello Dvapara yuga, si trattava di compiere una sfarzosa adorazione, mentre nell’era in cui viviamo attualmente, chiamata Kali yuga, l’unico metodo efficace è il canto dei mantra sacri, tra i quali il più importante è l’ormai noto mantra Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare.
Possiamo chiederci perché ogni era cosmica ha un diverso metodo? La risposta che troviamo nei testi vedici è questa: nelle varie ere l’essere umano ha diverse caratteristiche, quindi il metodo è adattato in funzione delle diverse capacità umane. Nell’era di Satya l’essere umano aveva una vita incredibilmente lunga (difficile da concepire con la mente “moderna “dell’era di Kali) di circa centomila anni, questi esseri erano grandi saggi che praticavano meditazione per migliaia di anni fino all’autorealizzazione. Nelle ere successive la durata della vita gradualmente decresceva, ricordiamo che nella Bibbia c’è un lungo elenco di personalità che hanno vissuto circa mille anni. Possiamo interpretare le parole contenute in questo libro sacro, tuttavia i Veda riportano nomi di persone che hanno vissuto in un era precedente lo stesso numero di anni.
In questo modo, in ogni era cosmica un particolare metodo di elevazione spirituale fu stabilito dai grandi Rishi compilatori dei Veda. Fino a questo punto ho cercato di riassumere molto succintamente una conoscenza contenuta in centinaia di migliaia di versetti scritti in Sanscrito.
Ora vi parlerò un po’ dell’era attuale, un’era caratterizzata dalla discordia e dall’ipocrisia, un’epoca oscura dove l’ignoranza è predominante, dove il materialismo pervade la società tutta.
Nello Srimad Bhagavatam troviamo questa precisazione:
kaler doṣa-nidhe rājann
asti hy eko mahān guṇaḥ
kīrtanād eva kṛṣṇasya
mukta-saṅgaḥ paraṁ vrajet
“Sebbene il Kali-yuga sia un oceano di difetti, c’è ancora una buona qualità riguardo a questa età: semplicemente cantando il Maha Mantra Hare Krsna, ci si può liberare dalla schiavitù materiale ed essere promossi nel regno trascendentale.” (SB 12.3.51)
Nelle ere precedenti la virtù, la bontà predominava nella società ma, gradualmente, si è persa; nell’era di Kali la virtù è molto limitata, mentre l’ignoranza della nostra relazione con il divino è prominente, così anche l’egoismo e il desiderio di possesso. In questa atmosfera sembrerebbe impossibile pensare ad una società giusta, equilibrata che conduca ad un progresso spirituale. Guardando al presente, afflitto da così tanti problemi, possiamo sentirci soli e abbandonati, ma non dovremmo perderci d’animo, una speranza c’è, una grande speranza. Le scritture Vediche prescrivono un metodo yoga che è molto inclusivo. Il canto degli inni sacri, dei mantra, è il metodo di realizzazione yoga.
Il Veda insegna la differenza tra il suono sacro e il suono materiale come due diverse vibrazioni, il primo tende all’elevazione, il secondo alla degradazione. La spiegazione proposta è questa: l’energia materiale, la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria, l’etere, posseggono una vibrazione che viene tradotta in un mantra. Così i termini per designare questi elementi non sono in verità le parole che usiamo comunemente, ma sono mantra, vibrazioni. Questi mantra agiscono per conoscere il mondo in cui viviamo.
Per coloro che vogliono andare oltre, allo scopo di conoscere la loro essenza spirituale, l’atman (lo spirito che anima il corpo, l’anima), ci sono mantra o vibrazioni spirituali che ci connettono con il nostro essere interiore e con la sua sorgente. Nei Veda c’è una grande scienza che può condurre a scoperte di verità profonde. Il suono spirituale anche se composto da lettere dell’alfabeto, intrinsecamente contiene una potenza che va aldilà della mera ripetizione delle lettere, la potenza dei mantra sacri è dentro al suono stesso e può manifestarsi alle persone pronte a riceverne la rivelazione.
Questo canto dei mantra sacri è il metodo adeguato per l’era attuale perché non necessita particolari qualificazioni, anche un bambino può partecipare. Non occorre una particolare concentrazione mentale, semplicemente ascoltando la vibrazione cantata magari con accompagnamento musicale, automaticamente la mente è controllata e trasportata in un’altra dimensione.
Provare per credere o credere per provare, i mantra agiscono anche a livello inconscio, perché comunicano con la nostra anima, superando la nostra mente, il nostro intelletto e il nostro ego, aprendoci ad una consapevolezza mai sperimentata. In questo tempo oscuro in cui viviamo, vediamo nelle piazze d’Italia la gente cantare un grande mantra “Om” nella speranza di trovare conforto e di diffondere vibrazioni positive. Certo, questa è la strada da seguire senza essere scoraggiati, perché sappiamo che “chi fa del bene, non sarà mai sopraffatto dal male.” (Bhagavad Gita 6.40)
OM TAT SAT
Walter Montagner