Dagli anni ‘80 a oggi, sono stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali, assolutamente attendibili, oltre 2000 studi sullo Yoga e il suo impatto sull’organismo e sulle differenti malattie che possono aggredirlo. Tra questi non manca quello relativo alle malattie cardiovascolari. Stili di vita alterati, continui stati di ansia e di stress caratterizzati da una vita robotica, spingono il cuore ad una continua sollecitazione, che nel corso del tempo può dare dei seri problemi.
Un nuovo studio conferma che lo stress fa male alla salute: quando è troppo aumenta il rischio di ammalarsi di pressione alta e problemi cardiovascolari. Lo rivela una ricerca sulla rivista Hypertension, la prima a valutare l’impatto dello stress su persone inizialmente sane. Lo studio è stato condotto da Kosuke Inoue, epidemiologo all’Università di Kyoto in Giappone. Gli ormoni dello stress norepinefrina, epinefrina, dopamina e cortisolo aumentano quando siamo colpiti da eventi stressanti legati ad esempio al lavoro, ai rapporti con gli altri, ai soldi. I quattro ormoni, infatti, rispondono ai livelli di stress percepiti, aumentando quando lo stress sale. È emerso che su un periodo medio di 6 anni e mezzo ogni qualvolta che le concentrazioni dei 4 ormoni dello stress raddoppiano, il rischio di sviluppare pressione alta cresce del 21-31%. Inoltre, è emerso che durante un periodo medio di oltre 11 anni c’è un aumento del 90% del rischio di eventi cardiovascolari ogni volta che la concentrazione di cortisolo raddoppia.
Lo studio conferma che lo stress è un fattore di rischio chiave per lo sviluppo di ipertensione e eventi cardiovascolari. Un altro studio sul rapporto tra cuore e rabbia, è stato condotto dall’Università di Sydney. La ricerca è stata effettuata su un campione di 313 persone affette da occlusione coronarica, che erano state anni addietro già ricoverate per sospetto attacco di cuore. Gli esperti hanno chiesto ai pazienti di ricordarsi che cosa stessero facendo e quali emozioni stessero provando appena 48 ore prima dal loro ricovero. Ebbene, i risultati parlano chiaro: la maggior parte di questi, 48 ore prima, aveva provato sentimenti di rabbia, di ansia e di collera piuttosto intensi, prima di raggiungere l’ospedale. Infatti secondo la Dottoressa Mostofsky, avere una media di 5 attacchi di ansia al giorno può provocare effetti dannosi sul cuore equivalenti a ben 158 attacchi cardiaci.
Lo Yoga può aiutarci a prevenire molte di queste patologie. Dal corretto uso della respirazione, alle asana, ad una attenta dieta vegetariana.
Yoga significa unione: di Mente, Corpo e Spirito. Questo legame determina una continua interazione tra le parti e loro reciproca influenza, pertanto se sta bene la mente, sta bene il corpo, e viceversa.
I risultati di una ricerca clinica, del 2019, che include oltre 2700 pazienti, condotta dalle Università di Rotterdam e di Harvard e pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology, evidenziano l’efficacia dello yoga sull’intero apparato cardiovascolare, in particolare la pratica aiuta a:
- ridurre i valori di pressione arteriosa (sistolica “la massima” e diastolica “la minima”)
- migliorare il metabolismo lipidico con abbassamento dei valori di colesterolo totale, del “colesterolo cattivo” LDL e dei trigliceridi
- migliorare il profilo glico-metabolico, cioè del processo di digestione, assimilazione e trasformazione degli zuccheri in energia
- ridurre il peso corporeo e dell’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI Body Mass Index)
- controllare la frequenza cardiaca e ridurre gli eventi aritmici e tachicardie
- migliorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca, ossia quando il cuore non riesce a pompare una quantità adeguata di sangue a tutti gli organi del corpo.
“Ogni attività fisica che fa funzionare i muscoli è benefica per cuore e vasi sanguigni – spiega la Dott.ssa Gil Ad Vered, Cardiologa presso ICLAS – Istituto Clinico Ligure di Alta Specialità a Rapallo – quindi anche lo yoga è una pratica che stimola i muscoli a diventare più sensibili all’insulina, ormone che induce il passaggio del glucosio dal sangue verso le cellule e quindi porta alla riduzione dei livelli di zuccheri nel sangue.
La respirazione lenta e profonda aiuta a rallentare la frequenza cardiaca, a ridurre la pressione arteriosa e calma il sistema nervoso simpatico, principale responsabile della produzione degli ormoni dello stress.” Anche se l’attività fisica svolta nella pratica yoga è considerata di bassa o media intensità, è dimostrato l’effetto benefico sul metabolismo lipidico, sia con l’abbassamento dei livelli di colesterolo totale, in particolare quello “cattivo” (LDL), sia con l’incremento del livello del colesterolo “buono”(HDL), che funge come una sorta di “spazzino” dei vasi sanguigni ripulendoli dal colesterolo in eccesso.
La respirazione e la meditazione offrono un duplice aiuto nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare dovuti ad ipertensione e stress. Inoltre, l’attenzione alla respirazione e alla postura, alleviando lo stress, migliora il funzionamento intestinale ed epatico, favorendo l’eliminazione di sostanze nocive. Infine, ricordiamo lo studio del Dott. Dhanunjaya Lakkireddy, cardiologo dell’Università del Kansas, presentato poco tempo fa al meeting annuale dell’American College of Cardiology. La ricerca è stata fatta su una cinquantina di pazienti tra i 25 e i 70 anni che soffrono di aritmia cardiaca.
Il gruppo è stato seguito per 6 mesi, 3 dei quali all’insegna di un’attività fisica a loro scelta, mentre negli ultimi 3 sono stati coinvolti in 3 sessioni di yoga settimanali della durata di 45 minuti ciascuna. I cardiofrequenzimetri hanno rilevato che nel secondo periodo gli episodi di aritmia si erano ridotti quasi della metà rispetto al periodo precedente. Più di un paziente su cinque, nel periodo considerato, non aveva segnalato alcun episodio di fibrillazione. La qualità della vita di chi pratica yoga, in genere, migliora.