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Dopo circa 18 mesi di esasperata attesa che l’incubo della pandemia si estinguesse miracolosamente da un momento all’altro, cercando un compromesso tra il mio personale scetticismo e la stretta morsa del Green Pass italiano, lo scorso settembre sono salpata per la Germania con la speranza di ‘rivivere’ in maniera estemporanea, qualcosa che in qualche modo assomigliasse almeno da lontano alla mia vita sociale pre-pandemia: putroppo le parvenze iniziali si sono ben presto rivelate una mera illusione, e anche la città di Berlino, dove attualmente mi trovo, sembra avere abbracciato ineludibilmente il sistema delle 2G (genesen oder geimpft, ovvero guarito o vaccinato), già in uso negli altri Laender tedeschi, escludendo chiunque non fosse vaccinato dalla maggior parte delle attività sociali(sale da ballo, concerti e la maggior parte delle attività sociali).

Naturalmente non è questo il luogo per fare delle polemiche sulla questione del vaccino, ognuno dovrebbe essere libero e responsabile delle proprie scelte (naturalmente qualche accertamento medico prima di farne uno non guasterebbe!), ma questa situazione improvvisa, dove la resa sembrava essere l’unica opzione è stata sicuramente determinante per fermarmi finalmente a riflettere, dopo oltre un anno e mezzo di speranze, illusioni e pessimismo, su come sarebbe stata la mia esistenza da ora in avanti.
Quando mi è stato comunicato dalla redazione il tema ‘accogliere il cambiamento’, ho all’improvviso abbandonato tutte le mie sospensioni di giudizio, prendendo coscienza reale di quello che stava veramente accadendo, e ho guardato finalmente in faccia alla realtà contingente.
La prima reazione è stata quella di pensare che tirare le somme di un anno e mezzo di emergenza globale e fare un pronostico o solo esporre opinioni personali sul nostro futuro, sarebbe stato sicuramente prematuro e per giunta protervo, però forse il momento era arrivato – ho pensato tra me – era arrivato il momento di smettere di pensare che prima o poi tutto sarebbe ritornato come prima (bastava aspettare?) perchè come diceva una scritta di un graffito su un muro già nel 2020: “Nulla tornerà alla normalità, perchè la normalità era il problema”!

Ma come avrei mai potuto io che per un anno e mezzo, assorbita dal processare mille stati d’animo, lontano dalle notizie e dai giornali, dare un’opinione su come ‘accogliere il cambiamento’?
Subito ho pensato di rivolgermi alla mia mentore, la mia ‘guru’ di Anversa (appellativo che mi infonde sicurezza ed un senso di orientamento!), lei sì avrebbe avuto una visione che trascende i luoghi comuni, mi avrebbe introdotto ad una nuova dimensione, avremmo discusso di energie sottili e mi avrebbe comunicato nuovi messaggi cosmici…
Purtroppo molti di noi sono ancora in fase di processazione e preparazione, e per le iniziazioni dovremo ancora attendere!

Allora mi è venuto in mente di rivolgermi ad una persona di New York per la quale ho sempre nutrito grande stima e ammirazione, Krisana Locke, fondatrice, assieme ad Ali von Stein dell’Osho studio qui a Berlino, e da qualche anno impegnata insieme al suo compagno Mazen R. Harb, dottore in neuroscienze, in Tantric Energetics, una ‘Piattaforma per la Trasformazione’ individuale. L’ho incontrata in una piovosa mattinata di ottobre in uno dei frequentati caffè di Kreuzberg ed insieme abbiamo affrontato l’argomento in una piacevole conversazione.

SP: Oltre 10 anni fa con l’Osho studio introducevi a Berlino gli insegnamenti nella tradizione del maestro spirituale indiano, la meditazione dinamica, quella Kundalini etc., come sei arrivata al concepimento del nuovo progetto Tantric Energetics, e qual è il concetto sul quale si fonda?

KL: Sono arrivata da New York a Berlino nel 2009, alle spalle avevo alcuni anni di esperienza presso l’ Istituto di Core Energetics (Nyc) rispetto a varie discipline come therapy work, breath work e le costellazioni familiari. L’esperienza dell’Osho studio a Berlino è durata per circa 10 anni, ed è stato il primo luogo in città dove si praticavano tecniche moderne come la ‘blindfolded dance therapy’ e altre terapie di gruppo orientate alla purificazione e al centramento personale.
L’idea di Tantric Energetics, è nata in seguito come un’esigenza di sintetizzare tutte le tecniche principali sperimentate, per racchiuderle all’interno di un’unica piattaforma destinata alla crescita e la trasformazione individuale. L’insegnamento Tantrico, come sappiamo, è infatti uno stato di coscienza completo, che trascende il dualismo e considera il tutto come sola unità.
Il metodo si propone di supportare gli individui attraverso modalità differenti (coaching, consulenze individuali, workshop e seminari di gruppo), per riacquisire la padronanza di se stessi e la capacità di autoguarigione, allineando l’io interiore attraverso l’integrità, la forza di volontà e la pratica della consapevolezza.
In questo senso usiamo vari approcci come quello orientato al corpo, attraverso l’uso della Bionergetica, l’approccio Neo-Reichiano, e il Trauma healing oltre al Breath work e la Music therapy.
Un altro approccio per noi fondamentale è quello ‘sistemico’, basato sulla consapevolezza dell’influenza dell’energia collettiva della nostra famiglia e cultura di appartenenza, che spesso determina il nostro comportamento e le nostre decisioni. Per questo la tecnica delle Costellazioni familiari è integrata nel metodo stesso come parte sostanziale per la guarigione dai traumi familiari e transgenerazionali.
In ultimo l”approccio energetico’, ovvero la parte integrante del processo, che è volta alla guarigione attraverso la risonanza e l’armonizzazione delle nostre frequenze interiori col mondo circostante.
Lo scopo del progetto è quella di rivolgerci non solo a singoli individui ma anche ad aziende pubbliche e private, organizzazioni umanitarie etc., per offrire una consulenza su base scientifica rispetto allo sviluppo di capacità personali, risorse interiori e strategie di leadership volti alla preparazione di progetti di business, artistici o umanitari. I seminari sull’educazione emotiva e psicologica sono rivolti anche alle scuole, alle università, a comunità e famiglie e sono mirate unicamente ad accrescere la consapevolezza di come i nostri particolari stati fisici, emotivi e mentali influenzino le nostre abitudini e le scelte quotidiane.
In ultimo le tecniche di meditazione, concepite in ritiri di gruppo, ove attraverso la pratica della consapevolezza, impariamo non solo a prenderci piena responsabilità della nostra esistenza, ma impariamo anche a smettere di resistere al cambiamento della vita.

SP: Parlando di cambiamento, come è stata influenzata la gestione di questo progetto durante l’interminabile iato del lockdown, e quali sono state le conseguenze più evidenti a livello pratico?

KL: I mesi della pandemia sono stati sicuramente all’insegna del caos generale, ansia, frustrazione e totale isolamento.
Come molti studi di yoga abbiamo anche noi continuato in qualche modo la nostra attività online supportando la nostra comunità con sedute di meditazione su canali online ed interattivi come zoom, e con grande sorpresa le nostre sessioni sono state seguite anche a livello internazionale.
L’adattamento, la resilienza si è dimostrata in questo momento la nostra fondamentale risorsa, essendo essa stessa parte del nostro istinto di sopravvivenza, e poi come si dice, ‘adattati o muori’!
Ma c’è un’altro aspetto molto importante che è emerso proprio durante questa crisi, e se guardiamo indietro nel passato, è un fenomeno che sembra aver accompagnato un po’ tutti gli eventi che hanno stravolto l’assetto mondiale dell’economia e della società nel corso della storia, una notevole spinta alla creazione! Tutto questo scombussolamento ha inevitabilmente portato un nuovo modo di percepire le cose, più diretto ed intuitivo, e ha dato un’enorme spinta alla creatività individuale e collettiva.

SP: Sicuramente la pandemia globale ha apportato degli enormi fattori di cambiamento, uno dei quali è stata una visibile impennata dell’economia digitale, dove circa il 90% delle aziende ha optato per il remote work, e se molti di noi hanno perso la propria occupazione, di contro si sono create nuove realtà di business online e conseguentemente nuove figure professionali.
Inoltre la presentazione delle iniziative politiche proposte lo scorso 2019 dalla Commissione europea all’interno del Green deal, con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa nel 2050, fa sperare che sia finalmente arrivato il momento di un reset generale. Sarà proprio questa l’occasione di crisi generale per ripensare ad una nuova economia più sostenibile, inclusiva e soprattutto resiliente ad eventuali futuri sconvolgimenti?

KL: Sicuramente le crisi sono sempre catalizzatrici di cambiamenti ed un mutamento generale c’è già, nel modo di vivere, viaggiare, fare acquisti, nel comportamento dei consumatori, ma la cosa più importante è ciò che riguarda il nostro contributo personale a questo rivoluzionamento, e cioè come noi ci porremo in questo cambio di direzione: è fondamentale infatti che noi prendiamo finalmente coscienza della nostra fisicità, divenendo responsabili in piena autonomia delle nostre vite, consapevoli del nostro corpo così come dell’ambiente circostante. Prenderci cura di noi stessi è a mio parere il contributo più grande che un individuo possa apportare all’umanità, la mente cerca sempre di dividere noi stessi dagli altri, ma guardare l’uomo riflesso nello specchio è il primo passo per un reale cambiamento.

SP: E’ doveroso però ricordare che oltre alle infinite vittime, la pandemia ha colpito le restanti persone in maniera catastrofica: l’isolamento, la distanza, la disoccupazione hanno condotto irrudicibilmente alla disperazione moltissimi individui, scaraventandoli in uno stato depressivo che tuttora li accompagna. Instabilità emotiva, perdita di equilibrio psicologico, di speranza, di fede, sono state queste le disastrose conseguenze di questa piaga mondiale.
In che modo a tuo parere, possiamo porci da adesso in avanti, in questo momento ancora di transizione rispetto ad un futuro ancora del tutto incerto?E quali potrebbero essere i nuovi valori, i nuovi imperativi per poter ripartire?

KL: Evitamento, dipendenza, distrazione e dissociazione, sono queste normalmente le nostre uniche strategie di coping: ci distraiamo perchè siamo stressati, oberati di lavoro, ansiosi. La dissociazione, la repressione dei nostri stati d’animo è tutto ciò che riusciamo a fare per rinnegare le nostre sensazioni: beviamo caffè come sostitutivo del sonno, mangiamo più del dovuto per ‘ingoiare’ emozioni scomode, ci distraiamo ore su internet così che la mente non possa fermarsi a pensare.
Ciò di cui abbiamo bisogno ora è piuttosto cercare finalmente l’equilibrio corpo-cuore-mente, approfittare di questo momento di sospensione per lavorare sulla trasformazione personale non solo facendo riferimento ad un supporto esterno(professionale o una comunità di gruppo), ma basandoci sulla nostra capacità e autonomia, la nostra autosufficienza, la cura di noi stessi, vivendo in piena consapevolezza di noi stessi, del nostro corpo così del nostro ambiente.
E poi resilienza tanta resilienza e soprattutto andare avanti, in qualche modo sempre, a tutti i costi!

Stefania Petruzziello

Tantric–Energetics.com
info@tantric-energetics.com
Facebook: tantricenergetics

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