“Non sono le specie più forti che sopravvivono o le più intelligenti. Sono quelle che sanno cambiare”
— Charles Darwin
Ognuno di noi ha la potenzialità di cambiare. Ogni giorno della nostra vita, ogni secondo è diverso. Eppure ci ostiniamo a cercare la ripetizione, la persona o la cosa conosciuta, la sicurezza di una strada già battuta. “Se lasci la vecchia via per la nuova, sai quello che lasci ma non sai quello che trovi”. Amo la saggezza popolare. Ma ogni tanto ha la finalità di “proteggerci”, lasciarci nella nostra comfort zone invece che spingerci a migliorare e innovare.
Il mio grande cambiamento è stato lo yoga e tutto quello che ha portato di positivo nella mia vita:
- un atteggiamento fortemente etico nei confronti della vita e degli altri: prima seguivo dei valori cristiani per precetto, ora li sento radicati dentro
- una positività che non avevo mai avuto: da giovane donna malinconica e permalosa mi sono ritrovata ad essere sempre positiva e proattiva
- un atteggiamento di accoglienza e unione con l’altro che non avevo mai provato neanche continuando a recitarmi mentalmente “ama il prossimo tuo come te stesso”
- un corpo più forte e flessibile, più sano e più immune.
E così ho cambiato la mia vita. Completamente. Da persona perennemente piegata su un pc sono diventata un’insegnante di yoga che non dice mai di no a nessuno e, attraverso LoYoga App, cerca di portare lo yoga a tutti. Di renderlo praticabile ovunque e sempre. Ho allievi di tutte le età e di tutti tipi. E a tutti dico:
- se pratichi una volta la settimana, lo yoga ti cambia il corpo
- se pratichi due, ti cambia la mente
- se pratichi 3 o più volte la settimana ti cambia la vita.
Lo yoga è un incredibile strumento per affrontare l’impermanenza, ma anche per crearla. Per portare il cambiamento nella propria vita. Un cambiamento che sarà più e più positivo man mano che asana, pranayama, dharana, dhyana (e aggiungerei karma yoga) ci portano in contatto con l’energia universale.
Ora citerò alcuni passaggi tratti da una bellissima tesi che diverrà presto libro, scritto da una persona molto speciale e a me molto cara, con cui sto intraprendendo questo magnifico cammino che è la vita. La COO di LoYoga App, Patrizia Casali.
“Secondo lo Yoga, il mondo fenomenico è caratterizzato da un susseguirsi incessante di mutamenti. Il simbolismo celato dietro questo concetto vede il Dio Shiva, forse la principale tra le divinità induiste e signore di tutti gli yogin, come il re dei danzatori (Nataraja).
La danza di Shiva è una danza cosmica e simboleggia l’impermanenza: dai cicli di creazione e distruzione universali, fino al ritmo quotidiano di nascita e morte. Tutto è in perenne mutamento e non c’è fine a questo, almeno in questo mondo. Anche nella fisica quantistica ritroviamo il concetto di costante movimento…”
“L’ignoranza, è la mancanza di discriminazione tra ciò che è impermanente per eterno, tra ciò che è impuro per puro, tra ciò che arreca dolore per il piacere, il non sé per il sé.”
Queste parole sono tratte dal 5 versetto o “sutra” del “Sadhana Pada”, il secondo capitolo degli Yoga Sutra di Patanjali.”
L’impermanenza e la necessità di non attaccamento sono anche il concetto centrale dell’insegnamento del Buddha. Prima capiremo che nulla è eterno nel nostro mondo fenomenico, prima saremo liberi dalla sofferenza.
Per questo lo yoga è così importante: perché con i suoi valori ci aiuta ad affrontare la vita e il cambiamento.
Gli otto passi dello yoga sono yama (astensioni), niyama (principi da osservare), asana (posizioni), pranayama (esercizio del respiro), pratyahara (controllo dei sensi), dharana (concentrazione), dhyana (meditazione), per arrivare al samadhi (illuminazione).
Yama, in sanscrito “restrizioni”: rappresentano i 5 no dello yoga.
Riguardano principalmente i rapporti sociali e con il prossimo.
* Non violenza (ahimsa).
* Sincerità (satya). E non verbalizzare qualcosa che potrebbe ferire.
* Non rubare (asteya). In senso lato, compreso evitare attaccamenti eccessivi alle persone.
* Continenza (brahmacharya). Nel senso di evitare gli eccessi.
* Non avidità nel possedere (aparigraha). Lasciar andare tutto quello che non ci serve, in primis l’avidità.
Quando iniziamo a mettere in pratica i cinque Yama nella vita di tutti i giorni, si notano subito dei cambiamenti positivi: si percepisce la quotidianità con più leggerezza, le relazioni con gli altri migliorano e anche il tempo dedicato al lavoro acquista maggior qualità. Ci iniziamo ad amare di più; ci accorgiamo che sono le piccole cose quelle contano e in definitiva ci si gode di più la giornata, il qui e ora. E questo è un grandissimo cambiamento.
Niyama, in sanscrito “osservanze”: rappresentano i 5 sì dello yoga.
A differenza degli Yama, i cinque Niyama sono virtù e comportamenti positivi legati allo stile di vita del singolo individuo, da coltivare quindi per migliorare principalmente sé stessi.
I cinque Niyama sono:
* Purificazione (saucha). Ovvero tenere pulito il nostro corpo.
* Accontentarsi (santosha). L’unico modo per raggiungere questo stato è apprezzare ciò che abbiamo in questo preciso momento. Ecco cosa ci ricorda santosha: la gratitudine per ciò che abbiamo.
* Austerità (tapas). Disciplina. Coltivare la forza di carattere.
* Studio e conoscenza di sé (svadhyaya). Fare uno studio su sé stessi è di grande aiuto per conoscere cosa ci guida e cosa ci frena.
* Abbandono (ishvarapranidhana). L’ultimo dei Niyama ci consiglia di fare attenzione a cosa la vita ci sta dicendo. Presuppone l’esistenza di una forza dell’Universo che lavora nelle e per le nostre vite. Ishvarapranidhana esorta a partecipare attivamente nelle nostra vita, essere presenti, godere del momento, lasciar andare rigidità e manie del controllo e avere fiducia nell’energia universale.
Perché la vita è cambiamento. E nei momenti di grande sollecitazione come questi ultimi mesi, avere una guida chiara dei nostri comportamenti e uno strumento di lavoro profondo sul corpo e sulle emozioni è sicuramente un immenso regalo della vita.
“Pratica, pratica, pratica e tutto arriverà” diceva Patthabi Jois. O forse passerà.