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“Uno dei periodi più difficili della mia vita”.
Alzi la mano chi non ha sentito recentemente questa frase da amici o parenti o si è trovato a pronunciarla o pensarla in prima persona. Ansia, apatia, diffuso senso di smarrimento e diffidenza sono tra le sensazioni più condivise di questo periodo.

Il bombardamento di notizie strillate e le polemiche infinite sul tema dei vaccini che divide la società in due fazioni (Sì e No-VAX) crea tensioni insostenibili che si aggiungono a tutte le difficoltà con cui abbiamo iniziato a convivere da circa 600 giorni a questa parte, da quando è stato identificato il primo caso di Covid-19 in Italia. Da allora nulla è stato più come prima e la tanto auspicata normalità è un concetto che dovrà essere profondamente rivisto per cominciare a costruire le basi per il futuro.

Per gli effetti della pandemia sulla salute, le abitudini sociali e l’economia mondiale si sta sviluppando infatti una sindemia: l’epidemia cioè non è soltanto sanitaria, ma ha ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico. La Società Italiana di Neuro Psico Farmacologia stima saranno circa 150.000 i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione da pandemia che colpirà soprattutto donne, giovani e anziani.

Stando a quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la salute mentale è una delle aree più trascurate dell’agenda pubblica. Circa il 60% della popolazione globale sta soffrendo emotivamente secondo i dati riportati da Hans Kluge, direttore OMS EU. La pandemia di Covid-19, sta continuando ad aggravare lo stato della salute mentale delle persone; sia di chi il Covid l’ha avuto ed è guarito (Long Covid-19 Tail), sia della maggioranza delle altre persone che indirettamente hanno vissuto e continuano a vivere questo stato di sospensione.

L’inquietudine da Long Covid ha generato ansia, insonnia, depressione e disturbi alimentari e si stima in 10 miliardi il costo totale solo per il trattamento delle sindromi depressive generate dalla pandemia (Fonte: Rapporto Coop 2021). La sofferenza è diffusa. Gli studi pubblicati dalle riviste scientifiche in Italia e all’estero lasciano pochi dubbi sull’enormità del fenomeno. Con la pandemia la depressione psichica colpisce più del 30 per cento della popolazione (in tempi normali si assesta sul 10 %). Nel nostro Paese si arrivano a calcolare 18 milioni di persone colpite da questa sindrome secondo l’Ospedale San Camillo di Roma.

L’OMS, in seguito agli effetti della pandemia, non parla più tanto di PIL, ma di benessere delle persone, o indice della qualità della vita, come indicatore più significativo, segno che i tempi stanno cambiando. E sempre l’OMS ha recentemente iniziato a suggerire alcuni comportamenti per aiutare a raggiungere un maggiore stato di benessere; fra questi ha inserito l’attività sportiva, preferibilmente praticata all’aria aperta e la mindfulness.

Notevole è la spiegazione di come l’evoluzione non è più da intendersi nel senso della sopravvivenza del più forte, bensì del più adattabile al cambiamento, capacità che la mindfulness contribuisce a creare e potenziare. La mindfulness può essere lo strumento a cui ricorrere per ritrovare un equilibrio emotivo, una mente più lucida e, di conseguenza, le risorse necessarie a superare le avversità con animo sereno e maggiore resilienza.

Ecco perchè è molto utile entrare in stato di Mindfulness, per affrontare con serenità questi momenti difficili: “Se non possiamo cambiare immediatamente la realtà, soprattutto quando è confusa e imprevedibile, possiamo però cambiare il rapporto che abbiamo con le emozioni che ci destabilizzano e la rendono ancora più difficile da gestire. Rimanendo in quella zona franca – l’unica controllabile – che è il presente, possiamo iniziare a conoscerle un po’ di più, queste nostre emozioni buie, e a farlo con curiosa gentilezza invece che con spirito critico e avversione. In questo modo, cambiando dolcemente lo stato di chiarezza interno, anche l’esterno viene percepito come più gestibile, meno oppressivo e condizionante”.

Ecco 5 consigli utili:

  1. Nel momento stesso in cui provate ansia o tristezza o qualsiasi altra emozione destabilizzante, distogliete l’attenzione dall’esterno (dagli eventi o dalle persone che l’hanno scatenata) e convogliatela all’interno per mettere a fuoco queste emozioni e dar loro un nome: ansia, preoccupazione, insicurezza, disperazione, angoscia e via dicendo. Non abbiate paura di guardarle e nominarle: è un ‘trucco’ per creare spazio tra ciò che si è e ciò che si sente, smettendo di identificarsi con esso. Mentre osservate e nominate l’emozione, portate la mente nella pancia e respirate sentendo l‘addome che si alza e si abbassa: potete aiutarvi appoggiando una mano sull’ombelico. Fate almeno 10 respiri addominali consapevoli e notate come l’intensità dell’emozione diminuisce fino al punto che, senza forzare nulla, potrete lasciarla andare.
  2. Non temete le vostre emozioni negative: sono segnali attraverso i quali esprimete una profonda esigenza di maggiore attenzione e cura verso voi stessi. Tutte le volte che cercate di combatterle o di distrarvi, non fate altro che negarvi quell’attenzione. Inoltre le emozioni sono proprio il terreno su cui conviene agire per ottenere maggiore stabilità e sicurezza: mentre tutto ciò che è esterno non è mai controllabile al 100% e conserva sempre un’alta dose di imprevedibilità, le nostre emozioni sono nostre e, quindi, una volta presa consapevolezza di quali sono, possiamo riprenderne il timone e trasformarle.
  3. Imparate l’arte del lasciar andare: non si tratta di adeguarsi alla situazione e sopportarla facendo finta di niente, si tratta piuttosto di creare di un distacco tra gli eventi negativi e le emozioni che, di solito, si scatenano automaticamente ogni qualvolta scatta in noi un segnale d’allerta. Invece di arrabbiarvi, preoccuparvi o cercare qualcuno cui addossare la colpa, provate ad accettare il fatto che, al momento, la situazione è questa e non saranno l’ansia o l’avversione a migliorarla. Quello che potete fare è staccarvi dalle emozioni che vi sequestrano e lasciarle andare, visualizzandole come uccelli che si alzano in volo, staccandosi da un ramo. Potete anche immaginarli come nuvole che attraversano il cielo, sapendo che voi non siete le nuvole, voi siete il cielo.
  4. Ricordate che nulla permane, tutto cambia e si estingue, trasformandosi in altro. Quindi, lasciar andare le emozioni negative non significa perdere di vista la realtà, ma inquadrarla in una visione più ampia e realistica. Poiché tutto è transuente, né i tracolli esterni né quelli interni sono permanenti: sono come onde del mare che arrivano e vanno. Se, invece di lottare fino allo sfinimento contro la corrente, vi lasciate sostenere dall’acqua e trasportare dal flusso, in poco tempo verrete trasportati in una zona in cui il mare è calmo. Anche quando le onde si susseguono impetuose, la profondità del mare è sempre calma. Praticando la meditazione, scoprite che potete scegliere dove stare.
  5. Non giudicatevi! Quando siamo in crisi o in difficoltà, spesso ci guardiamo con occhio critico invalidando le nostre capacità e attribuendoci colpe. In realtà, ognuno di noi fa esattamente il meglio che è in grado di fare in quel preciso momento. Quindi osservatevi con occhio gentile, usando la stessa tenerezza che provereste per un cucciolo che, cercando di correre, ruzzola e cade. La mente umana è confusa per natura: per questo va amorevolmente educata. Con ferma dolcezza potete insegnarle ad essere consapevole evitando, così, di ricadere negli stessi errori. Ricordate: solo con tenerezza potete riconsegnarvi a voi stessi. Ed è questa riappacificazione che consente di cambiare.

Grazia Pallagrosi

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