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Sistema di congiunzione tra meridiani energetici e sistema mio fasciale
Conoscere il tessuto mio fasciale può dare una nuova visione, anche nell’approcciare alla propria pratica yogica, far ragionare su come muovere il corpo e sull’importanza profonda della relazione corpo, movimento, psiche e sistema immunitario, anche per l’approccio agli Asana.

I motivi per cui la medicina non ha mai studiato approfonditamente questo tessuto sono molteplici e tra questi possiamo citare la mancanza apparente di una sua organizzazione strutturale e l’inadeguatezza degli strumenti di indagine. Negli ultimi anni lo studio dell’anatomia e della fisiologia della fascia è venuto alla ribalta; le pubblicazioni scientifiche sono aumentate in modo esponenziale e addirittura dal 2007 vengono organizzati congressi che ne parlano. Da qui emerge che la fascia svolge sia funzioni generalizzate globali sia specializzati locali e che desta interesse in varie discipline mediche terapeutiche convenzionali e complementari. Non è un caso che il cambio di visione in atto in medicina, con il riconoscimento della complessità delle relazioni tra i vari sistemi funzionali del corpo e la psiche, abbia generato un interesse per la fascia e per la sua straordinaria capacità di regolare il metabolismo e l’attività immunitaria. Ma che cos’è la fascia?

Il sistema mio fasciale è il principale responsabile del mantenimento della postura.
Il suo costituente fondamentale è il tessuto connettivo. Questo riesce, attraverso le sue caratteristiche meccaniche, a sopportare e organizzare l’azione delle ossa e dei muscoli. La fascia è una rete di sottile tessuto connettivale che si dispone in strati continui in tutto il corpo. I muscoli e le ossa sono organizzati e sostenuti da questa rete, come pure tutti gli elementi che costituiscono il corpo umano. In particolare, i muscoli sono avvolti nella fascia, ma lo è anche ogni singola fibra e ognuno dei fusi (MIO-FASCIA). Non si può, quindi, limitare la definizione di movimento marcatamente all’azione muscolare, ma a un’azione combinata e inseparabile tra i muscoli e le loro fasce. Le lamine fasciali penetrano infatti anche nelle sue strutture più elementari, come le fibre e le miofibrille. Formano così una specie di impalcatura, nella quale ogni miofibrilla può contrarsi longitudinalmente ed espandersi in modo trasversale. Se si considera che c’è continuità nel tessuto connettivo che cambia solo la sua forma, tra muscolo, tendine e periostio, l’azione muscolare viene trasmessa in modo articolato sull’osso, generando così il movimento. Ma la fascia è un qualcosa di più, non è soltanto un contenitore, ha degli elementi al suo interno molto importanti che sono in qualche modo correlati con lo stato di equilibrio generale e di cui mancano ancora conoscenze complete. Va sottolineato che il sistema fasciale non ha soluzioni di continuità ed è quindi l’unico elemento anatomico che mette in contatto (ed in comunicazione) tutti gli organi ed apparati del nostro corpo.

È incaricato di diverse funzioni come, ad esempio, equilibrare le varie forze di tensione, dare elasticità e densità ai tessuti, forma parte del sistema di difesa immunitario, facilita il movimento formando sistemi di leve ed evitando gli eccessi di frizioni, pressioni e d’impatto tra i segmenti mobili, allo stesso tempo è il principale tessuto incaricato della riparazione delle ferite e degli spazi lasciati dalla morte di cellule in tessuti che non si rigenerano.
Pertanto, può essere definito, dal punto di vista funzionale, un organo o un sistema corporeo.
Il tessuto connettivo è morfologicamente caratterizzato da vari tipi di cellule immersi in un abbondante materiale intercellulare, definito matrice extracellulare (MEC).

Tra i vari componenti della MEC ci sono le fibre collagene, e sono le fibre più numerose. Formano l’impalcatura di molti organi e sono i componenti più resistenti del loro stroma (tessuto di sostegno). Queste fibre sono molto resistenti. È stato dimostrato che se la tensione del tessuto è continua, lenta, prolungata, le molecole di collagene si dispongono in serie, e le fibre ed i fasci si allungano. Se invece il tessuto è sottoposto a tensioni brevi, veloci e ripetute, le fibre e i fasci si addensano, diventano compatti e resistenti, ma perdono proporzionalmente in elasticità. Conoscere il tessuto mio fasciale può dare, quindi, una nuova visione per affrontare la propria pratica yogica, donando un pensiero più olistico che muove corpo e la mente, ma anche in approccio scientifico. Questa visione è molto simile a quello che propone lo Yin Yoga o quello o dell’Hatha Yoga come viene spesso descritto nei testi antichi.

Capacità di condurre elettricità
Questa rete di sostegno ha una caratteristica peculiare: condurre segnali di natura bioelettrica nella direzione in cui la fibra stessa si orienta.
Una caratteristica essenziale del collagene a cui fino ad ora si è data poca importanza è, infatti, la sua proprietà piezoelettrica.
In poche parole, questo può anche spiegare e trovare una relazione nel flusso dei meridiani energetici. Una delle azioni più importanti di questo sistema è la capacità di determinare l’inizio dei processi di riparazione/rigenerazione.

L’EVIDENZA SCIENTIFICA DEI MERIDIANI ENERGETICI – Relazione con il tessuto mio fasciale?
La medicina tradizionale cinese descrive in maniera dettagliata e specifica la localizzazione anatomica dei punti di agopuntura e quindi dei meridiani di cui essi fanno parte, tutt’ora però le ricerche scientifiche in merito all’esistenza dei punti sono ancora in corso in quanto quelle finora attuate hanno riportato pareri contrastanti. Molti studi si basano sul fatto che la resistenza elettrica della cute negli agopunti e lungo il tragitto dei canali è minore rispetto a quella dei tessuti circostanti e sono caratterizzati anche da precise modificazioni della struttura: non solo varia la resistenza elettrica, ma anche la consistenza dell’epidermide come dei tessuti più profondi e a volte il colore.

Parlando di meridiani mio fasciali, si intendono, invece, linee di trazione basate sullo standard dell’anatomia occidentale che trasmettono la tensione ed il movimento attraverso la mio fascia corporea che circonda lo scheletro; il concetto, seppur non equivalente, o almeno ancora non scientificamente provato, potrebbe sovrapporsi ai meridiani dell’agopuntura. È però interessante notare come il percorso dei meridiani mio fasciali e i meridiani energetici, possono trovare, a livello anatomico, una relazione evidente. Come si sa, nel sapere antico c’è molta verità, e man mano che aumentano le tecniche scientifiche, questi saperi trovano un punto d’unione.

Cristine Spiezia

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