Binomio impensabile, equazione irrisolvibile.
Lo Yoga necessita unione e vicinanza, il governo ti chiede di isolarti.
I pixel sono un aiutino, ma non basta a volte.
Il richiamo della pratica in presenza è stato così prepotente da parte degli allievi da spingermi a escogitare una soluzione alternativa al monitor.
E dopo un anno esatto di pratica esclusivamente in presenza, posso confermare che la disciplina ha stabilizzato l’umore e spento la reattività emotiva di noi tutti.
Si anche la mia, perchè chi insegna, sta insegnando anche a se stesso.
Stabilizzando l’umore in un momento di “schizofrenia sociale”, abbiamo mantenuto la mente lucida e sgombra, lontana dai cinque sensi che la ingabbiano in un vortice di emozioni altalenanti, accedendo al nostro Se’ più autentico e ad uno stato di coscienza più elevato.
Distogliendo la mente dalle sue fluttuazioni emotive legate alle sue proiezioni, essa era meno reattiva e più propositiva.
Così che l’azione finalizzata e diretta, mossa da un’intenzione consapevole, ha dato il giusto Calibro e forza ad ogni scelta portata avanti.
L’unico respiro, l’unico intento, la direzione condivisa, il coraggio, l’amore, il sostegno reciproco e lo sforzo consapevole ci hanno permesso di vivere, nonostante tutto, l’esperienza dell’infinito, della beatitudine e della gioia (Cherdi Kala).
La gioia si costruisce con azioni mirate, ma parte da dentro: è un ‘attitudine cui devi allenarti attraverso l’ascolto.
Quando la pura gioia parte da dentro, da uno stato dell’essere, e non dipende solo da elementi esterni, puoi condividerla con chi vive nella tua stessa frequenza di vibrazione perché diventa essa stessa il compagno di viaggio, e illuminare chi tende la mano in cerca di risposte.
Lo Yoga Kundalini stabilizzando l’umore e forgiando il carattere attraverso la discipina, eleva la tua coscienza affinché tu possa sentire l’esperienza dell’infinito.
Sempre.
Carolina AmarDevi Kaur Paoletti
Insegnante Kundalini Yoga, ideatrice Kundalini Flow Method ®, Brain Longevity specialist