Vago cosa?
Menziono spesso il nervo vago nelle mie lezioni di yoga, ma non tutti sanno dove si trova e le sue funzioni.
UN PO’ DI ANATOMIA:
Il nervo vago è così definito perché si estende quasi in tutto il corpo umano, vagabondando attraverso i vari organi, dal tronco cerebrale passa per collo, torace e addome. È un nervo interessante sia per le sue funzioni e sia per la capacità di modulare il benessere psicofisico. Se ne parla poco, eppure questo nervo ha un ruolo estremamente importante per tutto il sistema nervoso e per la nostra salute.
E’ responsabile del sistema nervoso parasimpatico e ne veicola le funzioni, ossia quelle preposte al rilassamento fisico e mentale.
Il nervo vago è il decimo dei dodici nervi craniali e mette in comunicazione il cervello con gli altri organi del corpo, tanto da influenzare gran parte delle attività senso-motorie.
I 2 nervi vaghi destro e sinistro sono tra i più importanti del corpo nonché i più lunghi ed i più ramificati tra i nervi cranici.
Si origina dal midollo allungato del tronco encefalico e, partendo dal collo, si snoda in due nervi a destra e a sinistra, che viaggiano nel nostro corpo in direzioni diverse. Nervo destro: percorre l’arteria succlavia e l’articolazione sterno clavicolare fino a raggiungere il torace; nervo sinistro: si muove tra carotide e arteria succlavia sinistra fino a raggiungere il torace. Dal torace, il nervo vago si estende tra tronco vagale posteriore a destra e tronco vagale anteriore a sinistra, collegandosi nell’addome all’esofago, allo stomaco e all’intestino.
La maggior parte delle fibre di questo nervo servono ad informare il cervello di ciò che succede nei visceri.
E’ uno dei nervi più importanti del sistema nervoso parasimpatico, deputato al rilassamento, alla quiete al rinnovamento del corpo.
Quando attraversiamo momenti di stress, il nostro sistema nervoso va in disequilibrio compromettendo anche il giusto lavoro del nervo vago. I sintomi che si possono avvertire durante un momento di forte tensione, infatti, sono sicuramente:
- la tachicardia
- la sensazione di debolezza e svenimento
- i giramenti di testa
- il “blocco” allo stomaco
Che guarda caso sono proprio i sintomi che vengono attribuiti ai problemi del Nervo Vago.
Stimolare il nervo vago può aiutare il nostro corpo ad entrare nella sua ‘risposta di rilassamento’ ed è esattamente ciò che stiamo cercando sul mat per incrementare relax, calma e riposo nel corpo e nella mente.
Se ne parla molto da parte degli esperti di benessere soprattutto da quando gli scienziati hanno iniziato a discutere del suo incredibile significato, per quanto riguarda la pace interiore e la diminuzione dello stress nel sistema nervoso.
Non è una novità che le pratiche di salute olistica come lo yoga, la mindfulness, il pranayama e la meditazione possono giocare un ruolo enorme nell’alleviare lo stress e l’ansia e ridurre l’infiammazione.
I ricercatori, che hanno studiato i potenti effetti mente-corpo di queste pratiche olistiche, hanno scoperto che un fattore chiave può essere il “nervo vago” – il più grande nervo cranico che trasmette messaggi tra il cervello e i sistemi respiratorio, digestivo e nervoso. La respirazione, la digestione e la frequenza cardiaca sono tutte direttamente collegate al nervo vago.
Questo percorso neurale facilita la tua capacità di trovare la calma.
Lavorare con il nervo vago sul mat attiva la “risposta di rilassamento” del sistema nervoso parasimpatico, che, a sua volta, diminuisce l’ansia, lo stress e l’infiammazione stimolando al contempo il nostro sistema immunitario.
“Il nervo vago è chiamato il nervo delle emozioni, stimolarlo ci fa sentire presenti e radicati quando è in equilibrio. Un basso “tono vagale” indica stress ed è caratterizzato da ansia, negatività, digestione debole, depressione e infiammazione, dolore al collo, sensazione di vertigini, mal di testa.
Un tono vagale ottimale è illustrato dalla capacità di gestire lo stress, denotata da una disposizione equilibrata a riportare in omeostasi i due rami del sistema nervoso autonomo: il simpatico, il nostro acceleratore che ci predispone alla lotta e fuga, all’azione e il parasimpatico, il freno, che ripristina la quiete e la calma. Il nervo vago domina il sistema nervoso parasimpatico anche nella percezione delle emozioni positive come gioia, felicità, piacere, soddisfazione, ma anche timidezza.
Il sistema nervoso parasimpatico e il sistema nervoso simpatico non sono antagonisti perché entrambi sono indispensabili per il nostro corpo e per la nostra mente e per avere un buon tono vagale.
Quindi, è vitale fare ciò che si può per elevare il tono vagale. La buona notizia è lo Yoga, con asana, meditazione e lavoro sul respiro hanno un forte impatto sul tono vagale.
Questo lavoro su resilienza e adattabilità è ciò che permette di ridurre al minimo l’ansia.
“Più sei flessibile, più sei adattabile. Bisogna stimolare il nervo vago per fare questo”, dice Deepak Chopra,
“La respirazione è uno dei modi più facili e veloci per attivare il nervo vago. Quando si applicano le pratiche yogiche, si è in grado di utilizzare il corpo e la mente per sperimentare un senso di unità”. Per esempio, se si utilizza Ujjayi pranayama che stimola il collo, dove passa il nervo vago si assapora immediatamente un senso si quiete.
Anche vocalizzazioni e mantra agiscono sul bilanciamento di questo nervo vagabondo, cosi come la meditazione.
La scienza supporta anche questo: Una meta-analisi del 2015 pubblicata su Frontiers in Psychology ha scoperto che coloro che si sono impegnati nella meditazione hanno mostrato una diminuzione delle risposte allo stress.
Una pratica molto semplice per nutrire il tuo nervo vago si basa su esercizi che agiscano sulle varie parti corporee e organi innervati da questo nervo (collo, orecchio, faringe, laringe, trachea, bronchi, polmoni, cuore, e tutti gli organi della digestione). Si lavora sulla mobilita della cervicale, sull’apertura delle spalle e della parte dorsale, sul diaframma e con le torsioni per interessare le viscere. Anche le inversioni, rilassando il diaframma e non solo, ci aiutano a ripristinare l’equilibrio del vago.
Molto utile è anche lavorare sul pranayama, per permettere al tuo respiro di essere pieno (respiro diaframmatico o di pancia).
Si basa sull’idea della respirazione di risonanza, che avviene quando i sistemi nervosi simpatico e parasimpatico entrano in equilibrio armonico. È importante notare che “risonanza” è la parola scientifica per indicare quando la frequenza cardiaca, la variabilità della frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la funzione delle onde cerebrali entrano in una frequenza coerente.
La respirazione di risonanza è stata trovata per regolare la depressione, migliorare i sintomi del dolore e aumentare l’umore e la resilienza. È il tasso approssimativo di respirazione che i monaci buddisti e gli yogi inseriscono mentre meditano.
Non ci rimane che srotolare il nostro mat e sperimentare!