Devo dire che, se quello che è successo negli ultimi mesi, mi fosse successo quando ero all’Università o quando lavoravo in consulenza aziendale dalle 7 di mattina alle 23 tutti i giorni, lo stress accumulato non mi avrebbe per niente aiutata ad affrontare tutto quello che il più grande insegnamento degli ultimi 50 anni, il covid 19, ci ha portato: separazione, lontananza, perdita.
A volte mi chiedo come facciano le persone che non hanno avuto la fortuna di incontrare lo yoga o non abbiano una fede profonda ad affrontare tutto questo. Perché, come ha sempre detto giustamente anche Maharishi Manesh Yogi, fondatore della Meditazione Trascendentale, l’uomo da solo non può nulla. L’uomo diventa grande e supera qualsiasi ostacolo quando trova la connessione con il Sè, quando trova le risposte e la quiete nel suo spazio interiore, quello dove entra in contatto con una dimensione più profonda, con l’Energia universale.
E questa è la grande forza della meditazione, del silenzio interiore. Ma non è solo questo.
Io credo lo Yoga abbia una valenza incredibile:
- nel dare forza
- nel creare distacco
- nel creare connessione.
Vediamoli punto per punto.
Lo yoga è una forza
Non è difficile, per chi intraprende un percorso olistico come il mio o comunque compie un importante percorso yogico, capire come il corpo sia un riflesso dell’anima. Un riflesso ma non solo. Perchè quando rafforziamo il corpo si rafforza l’animo.
Anche chi semplicemente compie un percorso di pratica yoga (Hatha), da subito, può percepire quanto lavorare sul corpo porti a rafforzare intenzioni e capacità di accogliere quanto la vita ci manda. E qui veniamo al secondo punto.
Lo yoga mi rende “non reattivo”
Lo yoga ci rafforza ma non solo. La continua pulizia che facciamo sui nostri organi interni e sulle nostre ghiandole, il fatto di riuscire a buttare fuori le emozioni passate, grazie al respiro ma soprattutto grazie alle compressioni degli organi che facciamo nelle torsioni, ci rende più equilibrati, più distaccati.
E io che leggo tutte le religioni e tutte le filosofie perché trovo particolarmente bello trovare punti in comune, trovo che lo yoga ci porti con grande efficacia verso il più grande insegnamento della Kabbalah: diventare proattivi e non reattivi. Solo così, arriveremo a non ricevere karma negativo.
Se pensiamo al mondo in cui il covid ci ha catapultati, solo se non reagisco ma torno ad ancorarmi al mio spazio interiore, all’Energia universale, solo così posso trovare le risposte, spezzare, almeno parzialmente, la terribile catena del dolore, provare a respirare. Continuare a respirare. Solo facendo tacere la mente, che a volte vorrebbe urlare per la rabbia e altre per il dolore. Per l’impotenza. Per le troppe perdite. Per i momenti non vissuti, per i momenti strappati. Per gli affetti che se ne vanno lasciando un vuoto incolmabile.
Per fortuna c’è lo yoga.
Lo yoga è unione
E scusate se per alcuni può sembrare una banalità ma lo yoga è connessione, è unione. E’ quell’unione giustamente tanto auspicata da tutti i grandi yogi del passato e del presente, così come da Maharishi: unione con il Sè superiore ma è anche connessione con chi non c’è, con chi se ne va, con chi ci viene strappato.
E’ praticando, respirando, recitando i mantra, suonando le campane tibetane, pregando, che ci eleviamo e ritroviamo quella dimensione in cui tutto è uno.
Quando ho perso mio padre la mia energia è cambiata. E’ come se la sua anima fosse entrata dentro di me. La sua energia, il suo amore. Non ve lo so descrivere ma so che io sono Pesci ascendente Bilancia (quindi Acqua e Aria) e la prima allieva che ho visto dopo qualche settimana dal lutto mi ha detto di sentire in me una nuova energia, un’energia Terra e Fuoco. Mio padre era cuspide Sagittario (Fuoco) e Capricorno (Terra).
Per qualche settimana non sono riuscita neanche a stare in equilibrio. Praticavo Vrksasana, l’equilibrio dell’albero, quello che insegno a tutti dalla prima lezione perchè è assolutamente alla portata di tutti e non stavo su. Mi mancavano le radici. E poi quelle radici sono tornate, più forti di prima e ben radicate a terra. Mi è arrivato un coraggio che non avevo mai avuto, ho iniziato a fare cose che non avrei mai fatto prima e ho capito che ero pronta per quello che il mio papà velista aveva sempre auspicato per me: vedermi ben salda al timone della mia vita.
Lui è sempre con me. Mi guida. Lo sento chiaramente. Lo vedo in quello che mi succede.
Ma se non avessi intrapreso il percorso che ho intrapreso, se non trovassi spazio per la meditazione tutti i giorni, se la mia pratica non fosse costante, probabilmente non riuscirei a vedere tutta la luce che vedo, sarei ancora nel buio.
Per cui, anche nel momento più buio, non tralasciare mai la pratica, la meditazione, la preghiera.
Da soli non siamo nulla. In connessione siamo il Tutto.
Bella la frase finale Lorenza
Grazie Giusy 🙏