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Ricordo tempo fa durante uno dei miei primi corsi di formazione di yoga il nostro insegnante ci chiese: “Sapete chi è stato il mio migliore maestro di yoga in assoluto?”. Noi allievi tutti desiderosi di sapere, aspettavamo con ansia questa illuminante risposta, ma non immaginavano che sarebbe stata la più grande lezione di avvertimento morale per il nostro ego, ancora imprigionato in distorte visioni da neo insegnanti di yoga occidentali.

“Il mio più grande insegnante di yoga”, proseguì “è stata una persona costretta sulla sedia a rotelle che mi aveva chiesto delle lezioni private, fu lui” aggiunse “ad insegnarmi tutto”.

Sono passati anni e questo insegnamento nel tempo non solo non è mai uscito dalla mia testa, ma si è confermato autonomamente con la realtà dei fatti: i migliori insegnanti di yoga che abbia mai incontrato arrivano da malattie fisiche anche molto debilitanti come fibromialgie, sclerosi multiple, artriti, tumori…

Ma in genere non ve lo vengono a dire, perché persino loro si vergognano di vedere come ancora non sia chiaro cosa sia realmente lo yoga e concetti come flessibilità, spaccate, bell’aspetto o forma fisica, verticali, capriole in aria, non sono che mere ed eventuali conseguenze di un vero e proprio stile di vita fatto di anima e forma mentale e non lo scopo o il fine ultimo di quello che erroneamente il più delle volte siamo abituati a chiamare yoga.

E così in questi anni una delle esperienze che più mi ha insegnato e per la quale c’è un profondo desiderio di fare ancora e molto di più, è stata la possibilità di rendere per la prima volta lo Yoga (quello vero fatto di conoscenze ed esperienze sottili oltre le forme e le posizioni del corpo) accessibile alle persone sorde.

Questa esperienza nasce da un’amicizia altrettanto profonda che lega sin dall’infanzia me con Francesca, interprete LIS. Francesca è figlia di papà sordo e sin da bambina è cresciuta segnando: andare a giocare a casa di Francesca era sempre un’esperienza più unica che rara e ricordo come fosse difficile ma al tempo stesso affascinante, vedere come tutti in famiglia comunicassero facilmente con quelli che per me erano gesti indecifrabili, che ho scoperto poi essere segni di una vera e propria lingua, la LIS! Mi sentivo stupida ma al tempo stesso estremamente fortunata di stare lì e vedere come esistesse un modo per parlarsi oltre quelle parole fisiche dette a voce, che il più delle volte tendono semplicemente a perdersi nell’etere.

Mi era chiaro che c’era un valore in più, ma ancora non riuscivo a capirlo coscientemente, fino a quando è stato tutto estremamente più diretto e lampante durante una delle nostre prime lezioni di YOGA in LIS.

In quel periodo io attraversavo una bruttissima situazione personale, oltre a lavorare su Roma e Francesca viveva a Bologna: ma tanto era il desiderio di creare e dare vita a questo nostro progetto che dopo le lezioni del sabato mattina a Roma, correvo a prendere un treno per arrivare a Bologna nel pomeriggio e poterci dedicare la Domenica mattina a seguire insieme il nostro primo gruppo di YOGA in LIS.

Ricordo le prime lezioni e la nostra emozione: era tutto nuovo anche per noi ma sapevamo che potevamo fare e fare bene e questa voglia superava tutto.

Sin dall’inizio c’eravamo entrambe meravigliate a constatare come ancora non esistesse qualcosa di simile: si tende a pensare che una persona sorda possa tranquillamente accedere a delle classi di yoga per udenti e “riprodurre” asana e quant’altro guardando o quando possibile “leggendo” il labiale ma è ovvio che questa visione non solo è parziale ma “uditivo centrica”!

Avete mai provato a comunicare con i segni? La lingua dei segni italiana è una LINGUA appunto e come tutte le lingue ha una sua struttura che richiede un’altrettanta precisa e conforme architettura di espressione. Devi tradurre il concetto con una struttura di pensiero che è diversa da quella a cui siamo abituati noi udenti ed è qui la meraviglia e la risorsa per tutti.

Non scorderò mai i visi, gli occhi sgranati e le bocche semi aperte di stupore quando grazie a Francesca finalmente riuscivamo a comunicare e a portare concetti importanti e profondi dello yoga in LIS. E tutte le domande e tutte le loro storie che cominciavano quasi sempre con un “avevo iniziato seguendo un corso per udenti ma non mi è stato possibile continuare a seguire e ho dovuto lasciare”.

Ci sono poi i segni che insieme a Francesca stiamo studiando per gli asana e ogni volta che lei segna una posizione è per tutti un’opportunità in più per scoprire un altro livello di significato per quella forma.

Le configurazioni delle mani che indicano gli asana non sono statiche ma dinamiche e il movimento delle mani che li descrivono è semplicemente un momento di incanto, riflessione e meditazione per tutti.

Stupendo è il segno della parola/asana albero, complesso ma interessante quello del cane a testa in giù, confortevole e rilassante quello di Balasana (la posizione del bambino) e potrei continuare cosi per tutte le posizioni…

Ma lo yoga non è solo ASANA è anche pranayama (repirazione), meditazione, rilassamento, mantra e nel nostro YOGA in LIS nulla viene saltato o scartato, tutto ne fa parte integrante con modalità proprie e specifiche che con Francesca continuiamo a studiare e a cercare di perfezionare.

Nelle nostre prime lezioni dal vivo ad esempio l’entrata e l’uscita dal rilassamento in Shavasana era effettuata spruzzando nell’aria una miscela di acqua e olio essenziale di lavanda; il primo incontro tangibile con le vibrazioni sottili, simili a quelle che possono attivarsi con un MANTRA è stato fatto facendo tenere in mano a tutti una campana tibetana mentre vibrava. E vi assicuro che le emozioni sono forti e impattanti per tutti.

Fare YOGA in LIS educa un udente ad affinare le proprie percezioni sensibili e sottili al mondo grossolano e a un sordo ad acquisire più fiducia nelle proprie potenzialità facendo esperienza in prima persona di come il paradigma, una volta srotolato quel tappetino, si inverta immediatamente: ciò che fuori vivi come una condizione sfavorevole nello YOGA e nel giusto sentire yoga è in realtà un punto di accesso più facilitato.

Lo studio e lo scambio è continuo e con Francesca in questo periodo stiamo raccogliendo tantissimo materiale e informazioni: personalmente seguendo dal vivo studiosi di Bhakti yoga e mettendo appunto tecniche specifiche di meditazione in LIS e canto dei MANTRA, si proprio canto dei MANTRA per sordi perché le tecniche ci sono tutte e noi le stiamo mettendo a punto al fine di poter continuare a dare forma concreta e avanzata a questo progetto unico ed estremamente importante!

Per informazioni aggiornate e contribuire insieme a noi allo sviluppo dello YOGA in LIS puoi trovare tutti i miei contatti sul mio sito e il mio profilo Instagram @ciao.yoga o sul profilo Instagram di @_yoga_lis. Qui il profilo Instagram della mia amica Francesca Lis Performer @sperimenta.lis.

Namasté,

Daniela (Ciao Yoga)

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