Cosa può insegnarci la mitologia dello Yoga per accettare il proprio corpo?
Mentre gli antichi yogi erano asceti poco interessati all’apparenza fisica, ciò è raramente vero nella nostra epoca e cultura occidentale.
Shiva, come supremo yogi, girava ricoperto di cenere e i capelli rasta. Oggi l’abbigliamento alla moda, un fisico da modella e la flessibilità di un contorsionista sembrano essere immagini inseparabili dello Yoga.
Quanti danni crea questa immagine dominante?
Troppo spesso sento che nuovi allievi dubitano di poter praticare Yoga, perché non corrispondo all’immagine dello “yogi moderno”, ossia non sono giovani, flessibili e snelli. Succede anche che praticanti avanzati non si sentono soddisfatti, perché si misurano con questi parametri esterni, spesso inconsapevolmente.
Siamo chiari, tutti perdono in questo gioco, sia chi teoricamente rientra nella categoria “perfetta” sia chi ne rimane fuori.
Se l’appagamento e l’accontentamento (santosha) dipendono dai criteri esterni, non incontreremo mai noi stessi. Al posto di vivere i veri benefici dello Yoga riproduciamo gli schemi della consumistica società moderna.
Per superare queste credenze possiamo trovare ispirazione da persone contemporanee che rappresentano un’altra realtà, oppure dai personaggi della mitologia dello yoga, gli archetipi che rappresentano caratteristiche comuni a tutti gli uomini.
Queste storie possono aiutarci di accettare il nostro corpo con le sue imperfezioni e limitazioni e magari aprire il cuore e la mente verso nuove prospettive.
Shiva
All’inizio di questa conversazione ti ho già accennato Shiva. Lui è la divinità suprema insieme con Vishnu e Brahma e indubbiamente ha un ruolo importantissimo nella tradizione indiana.
In una delle sue storie Shiva si è sposato con Sati, che era la figlia di un prete prestigioso. Nonostante Shiva fosse il signore dell’Universo aveva un aspetto del tutto trascurato ed era inaccettabile per il padre.
Anche dopo il matrimonio il padre continuava a non accettare e non rispettare lo sposo. Questo rifiuto portò al suicidio di Sati e di conseguenza la rabbia distruttiva di Shiva prese forma in Virabhadra (le famose posizioni dei guerrieri – virabhadrasana – prendono da lui il nome).
Tra le diverse letture e interpretazioni di questa storia. è interessante la figura di Sati che rappresenta la capacità di vedere oltre l’apparenza, di capire il vero valore delle cose e delle persone …ossia di vedere con il cuore.
Quando la prossima volta ti metti sul tappetino yoga, rifletti un attimo. Prova a osservare il tuo corpo durante la pratica con amore, con uno sguardo che vede oltre le apparenze fisiche. Riesci a portare con te questo approccio amorevole anche dopo la pratica?
Hanuman
Ti racconto ora un’altra storia che può essere d’ispirazione.
Hanuman è il dio scimmia ed è venerato in tutto India. Mentre fisicamente è molto agile, ha anche un evidente deformazione fisica: la mascella sfigurata (in sanscrito Hanu significa mascella e Man significa sfigurato).
Hanuman ruppe la mascella quando da bambino birbante voleva mangiare il sole confondendolo con un bel frutto di mango. Quando arrivò nel cielo saltando, il dio Indra lo colpì con un fulmine e cadendo si ferì la mascella.
Hanuman portò con sé questa deformazione ben visibile per tutta la vita. Non bisogna avere un’empatia eccezionale per capire che vivere con la faccia sfigurata ha un certo peso. Nonostante questo handicap, Hanuman condusse una vita eccezionale e ricca.
Da ragazzino aveva così tanta sete di conoscenza che corse vicino al Sole (Surya) per migliaia d’anni. Il Sole che era sempre in viaggio nel cielo apprendendo tutte le saggezze del mondo, ma non poteva fermarsi per insegnare ad Hanuman. Dicono che alla fine di questo lungo percorso di studio e dedizione Hanuman creò la famosa sequenza del Saluto a Sole, Surya Namaskara.
In un’altra sua storia, per salvare la moglie di Rama (Sita), fece un salto gigantesco arrivando dalla terra ferma all’isola di Sri Lanka. Durante la guerra, per salvare i feriti volò sull’Himalaya per raccogliere delle erbe mediche. Hanuman aveva poteri come quello di volare o diventare estremamente grande, ma per via di una maledizione non si ricordava di averli. Aveva bisogno di un amico che glielo ricordasse e poi li usava per il bene degli altri.
Tutti di noi abbiamo dei poteri e forze straordinarie. Certamente è facile soffermarsi alle proprie imperfezioni e nascondersi. La perseveranza, la dedizione e la generosità sono le formule magiche che possono aiutarci a scoprire le nostre capacità.
Quando la prossima volta ti prepari alla pratica, osserva se porti qualche critica o pregiudizio nei confronti di te stesso o del tuo corpo? Magari puoi diventare quell’amico che ti ricorda dei tuoi “poteri magici” 0 trovare ispirazione nella perseveranza e dedizione di Hanuman.
La mitologia, come la vita, è pieno d’ispirazione. Tocca a noi di scegliere quelle storie che ci aiutano a ritrovare la pace e l’amicizia con il nostro corpo e con noi stessi e imparare a distinguere quelle che ci portano lontano dalla nostra meta.
Tu da quale storia prendi ispirazione?
Vedere col cuore… come Sati.
Andare oltre ciò che appare, cominciando da noi stessi. Ciò che di noi non accettiamo, rispecchia ciò che ci infastidisce nell’altro. Amando noi stessi impareremo ad amare l’altro per com’è.
Claudia