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Oggi parliamo di Yoga Nidra con le parole del maestro che ce lo ha donato.

Tratto dagli scritti di Swami Satyananda Saraswati.

“Quando un individuo dorme, rimane un certo stato di potenzialità, una forma di consapevolezza che è sveglia e pienamente all’erta verso le situazioni esterne. Scoprii che allenando la mente, è possibile utilizzare questo stato. Dopo questa scoperta iniziai a studiare le scritture tantriche sotto una nuova luce. Trovai alcune pratiche molto importanti e poco conosciute che mi interessarono molto. Dopo averle praticate io stesso, decisi di congegnare un nuovo sistema chiamato Yoga Nidra che avrebbe incorporato l’essenza di queste pratiche, senza complicati aspetti ritualistici.
L’aspetto caratteristico di Yoga Nidra era la rotazione sistematica della coscienza nel corpo, la cui origine si trova nella pratica tantrica del Nyasa (che significa mettere o portare la mente su quel punto). Nyasa veniva praticato da seduti e comprendeva l’uso di mantra specifici che venivano messi, sentiti  o se ne faceva esperienza in diverse parti del corpo. Prima veniva recitato il nome della parte del corpo, poi veniva visualizzata o toccata (quella specifica parte del corpo) e lí veniva poi diretto il mantra. Nyasa era il mezzo per consacrare il corpo fisico immettendo una consapevolezza elevata o una coscienza divina nelle varie parti del corpo, durante i rituali tantrici”.

Per esperienza personale posso dichiarare che lo Yoga Nidra non è solo una tecnica di rilassamento, questa tecnica permette, infatti, di lavorare sul conscio, sull’inconscio, sullo status emotivo e sul sè. Permette di lavorare e di controllare volontariamente l’energia pranica e di comunicare con le proprie cellule.

Con lo Yoga Nidra si potrebbe anche raggiungere lo status del samadhi.

Provate praticate e sperimentate.

Namastè.

Yogi Angelo Pedruzzi

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