Mentre stavo frequentando ad Assisi il corso quadriennale di formazione in musicoterapia, nel 1990 ho avuto la grande fortuna di incontrare il Maestro Shri Vemu Mukunda, musicista, musicoterapeuta e fisico nucleare di Bangalore, residente per metà dell’anno a Londra. In un seminario di due giorni a Montecatini mi si sono spalancate le porte della conoscenza di quella forma di Yoga chiamata Nada Brahama Yoga (Yoga del Suono). Finalmente ho avuto l’opportunità di ricevere una trasmissione diretta da parte di un grande conoscitore della cultura dell’India e per di più con una formidabile base scientifica alle spalle, che gli aveva permesso di elaborare un validissimo sistema teorico pratico, basandosi su antichi testi vedici, trattati filosofici, musicali e medici quali Sangita Ratnakara, Naradyashiksha, Upanishad ecc. Suo grande merito è stato anche quello di aver dato una veste logico-matematica a una materia spesso trattata superficialmente o tuttalpiù su basi mistiche.
Dopo quei due giorni magici ho frequentato per tre anni il suo corso in Nada Yoga a Torre de Busi (Bergamo), diplomandomi nel 1993 e proseguendo poi come assistente ai suoi seminari in Italia. In seguito, su suo invito, ho tenuto una dimostrazione di Canto Armonico a Bangalore, suonando anche la chitarra e lo Yanqin (l’equivalente cinese del Santoor indiano) con musicisti locali, in una conferenza-concerto che aveva organizzato per conto del Ministero della Cultura indiano (vedi video “Nada Yoga Vemu Mukunda System”).
Alla base del Nada Yoga ci sono tre aspetti fondamentali: il suono (nada), la musica e la coscienza del corpo. Che tutto origini dal Suono può sembrare un concetto scontato, ma è proprio in base alla concezione vibratoria dell’Universo (riconosciuta dalla scienza oltre che da tutte le cosmogonie religiose) che possiamo affidarci al suono come mezzo per ritornare alla fonte originaria. Perché questo, in sostanza, è lo scopo di questa disciplina: per fare ciò è indispensabile innanzitutto sciogliere e trasformare i vari blocchi energetici emotivi che impediscono alla nostra energia vitale (Prana) di scorrere liberamente assicurandoci la piena funzionalità psicofisica e la possibilità di un collegamento con il trascendente. Tutte le tecniche dello Yoga del Suono mirano a portare a galla le energie emotive bloccate (frutto dei vari eventi traumatici in cui incorriamo nel corso della vita) per poi trasformarle e utilizzarle per la creatività, l’autoterapia e l’evoluzione spirituale. Parlando di Yoga è importante precisare che il vero profondo significato di questo termine è “Meditazione” (Yogachittavrittinirodha è la definizione che Patanjali dà nei suoi Yoga Sutra), e cioè entrare in quello spazio (nirodha) in cui le onde del pensiero (vritti) non sono presenti nella mente (chitta). In questo stato è possibile attuare il collegamento col sopraconscio, il cosmo, il divino comunque vogliamo intenderlo. L’effetto più importante e significativo sarà un’accresciuta vitalità, consapevolezza ed espansione della coscienza.
Nel Nada Yoga non si usano necessariamente particolari posture (Asana), ma è sufficiente tenere il busto dritto e non rigido, sedendosi normalmente su una sedia. Questo permette a chiunque di approcciarsi alle varie tecniche, in cui l’uso della voce gioca un ruolo fondamentale. Nel sistema di Vemu Mukunda si tiene conto della particolare frequenza rilevata nella voce, a cui corrisponde una specifica nota musicale (Tonica), con particolari caratteristiche legate alla personalità, al carattere, alle attitudini di ciascuno di noi. La centratura su questa frequenza garantisce la stabilità emotiva e la piena efficienza fisica e mentale. Inoltre, nei rapporti interpersonali basati sulla comunicazione verbale, è estremamente importante e può determinare il livello di armonia e compatibilità caratteriale. Un altro fattore importante è la determinazione del proprio ritmo naturale, o del riposo.
La voce viene usata per l’intonazione di particolari formule sonore (Mantra) in grado di raggiungere determinati punti nel corpo e nella psiche, ottenendo importanti effetti trasformativi. Esistono infatti dei suoni, detti incondizionati o della mente incondizionata, che sono stati studiati nell’antichità dai guru indiani, i quali non hanno necessariamente una corrispondenza con significati precisi. Tali suoni sono chiamati mantra: la loro caratteristica è di sprigionare una quantità enorme di energia. Tramite questi mantra si possono raggiungere alti livelli sia dal punto di vista fisico che spirituale, e quindi entrare anche nel campo del paranormale o parapsicologico.
Il più importante mantra è certamente l’OM (AUM) che, nella pratica originaria del Nada Yoga, differisce sostanzialmente dalla consueta pronuncia e modalità utilizzata, in quanto il suo scopo è quello di andare a smuovere e convertire i blocchi emotivi, in modo da poter poi utilizzare una nuova energia “pulita”. Noi non possiamo creare nuova energia, ma possiamo attingere a quella che è presente, ma bloccata. Lavorare col mantra OM sulla propria nota tonica permette poi una maggior precisione ed efficacia, è come avere una fotografia ad alta definizione. Trovare la nota tonica di un soggetto è uno degli argomenti più interessanti di tutta la materia, e grazie agli insegnamenti di Vemu Mukunda ho potuto sperimentare per più di trent’anni questa metodologia, con ottimi risultati. Nel mio corso annuale di formazione, giunto alla dodicesima edizione, oltre alle varie tecniche e ai principi teorici, insegno anche come trovare e utilizzare la nota tonica personale.
Un’altra modalità estremamente precisa ed efficace è quella del canto delle cosiddette scale musicali terapeutiche, dove vengono impiegate particolari formule matematiche congegnate per far emergere dall’inconscio le emozioni più spiacevoli e condizionanti (ansia, paura, tristezza, disgusto, rabbia ecc.) e poi scioglierle permettendo al soggetto di riacquistare un livello energetico pieno e fluido, andando a risolvere o migliorare una condizione di salute altrimenti compromessa. Questo perché i blocchi energetici emotivi hanno una forte ripercussione psicosomatica, essendo spesso alla base di problematiche fisiche o psichiche. Esiste un sofisticato e preciso sistema di scale musicali nel Sud India, denominato Melakarta, che permette di preventivare quale sarà l’effetto emotivo su chi le intonerà, e questo in modo oggettivo, uguale per tutti a prescindere dalla nazionalità, dalla cultura o da altri elementi individuali, perché le formule musicali impiegate poggiano su basi matematiche, andando a lavorare sulla cosiddetta mente pura e primitiva. La medicina ha oggi convalidato tutte le pratiche che utilizzano la voce, il canto e la respirazione, dimostrando la stretta influenza che hanno nell’equilibrare la funzionalità del nervo vago. Un buon effetto si può ottenere anche ascoltando i Raga, composizioni della musica classica indiana basate appunto su specifiche scale.
Il terzo elemento costitutivo del Nada Yoga è la coscienza del corpo (consciousness): possiamo, con la pratica, spostare la coscienza in qualsiasi punto del corpo, e anche dentro ciascun organo. Questa tecnica può essere usata, ad esempio, per chi soffre di costipazione: spostando la coscienza all’interno, si avranno benefici (in questa tecnica si associa la visualizzazione al canto di una determinata scala del Melakarta, con una particolare procedura). La coscienza è anche coinvolta nel suono: il suono rilascia una vibrazione particolare all’interno del nostro corpo. Trovata la tonica personale, si può ricavare quale nota emettere per un dato punto dell’intestino, e spostando il suono e la coscienza, si possono curare problemi in altri punti.
Lavorando sulla raccolta di energia bloccata nell’organismo si possono poi attuare tecniche mentali in cui si andrà ad applicare la nuova energia raccolta in specifici organi, laddove ci sia uno squilibrio energetico, causa di problemi o disfunzioni.
Vi è poi una parte più profonda e meno conosciuta nel Nada Yoga, che riguarda l’utilizzo del Canto Armonico (Overtones Singing) per un lavoro mirato sulla meditazione e sui cosiddetti centri sottili (Chakra), al fine di renderli pienamente funzionali e, soprattutto, di armonizzarli fra loro, evitando gli squilibri che spesso si riscontrano fra i tre bassi e i tre alti. Il canto armonico, in cui l’esecutore riesce a produrre simultaneamente due altezze sonore, ha cominciato a diffondersi grazie all’apertura che i monaci tibetani in esilio hanno attuato riguardo le loro pratiche tantriche in cui, appunto, utilizzano una particolare tecnica, denominata Deep Voice (Voce profonda) o One voice chord (accordo ad una voce). In Europa, grazie soprattutto al lavoro di David Hykes, con cui ho approfondito la materia, si è sviluppato uno stile, detto europeo, più sicuro e praticabile dagli occidentali rispetto al più rude stile mongolo Xhoomi.
Nei miei seminari introduttivi di una giornata e nel Corso annuale di Formazione vengono trattati e approfonditi tutti gli aspetti che riguardano il suono, la musica e la musicoterapia Nada Yoga (http://lnx.nadayoga.it/index.php?name=News&file=article&sid=68)
Riccardo Misto (cell. 3282074908)
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