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Se riflettiamo profondamente sul significato della parola “Yoga”, comprendiamo che è sinonima di pace, armonia e amore. Lo Yoga è una celebrazione nel vero senso della parola. Questa parola è così densa di significato. Letteralmente, deriva dal termine sanscrito yug che significa unione tra il nostro essere interiore e la sua sorgente, tra l’energia che permette al nostro corpo di compiere l’azione, di essere attiva, e l’energetico, l’origine di queste infinite particelle, atomi di energia che compongono uno degli innumerevoli raggi di questo potente sole.

La millenaria scienza dello Yoga, trasmessa oralmente fin dai tempi più antichi fu messa in forma scritta dal famoso grande saggio e avatara Vyasadeva 5.000 anni fa, affinché gli uomini e le donne di quest’era potessero trovare risposte alle domande essenziali dell’esistenza, tra le quali la fondamentale “Chi sono io?”.

L’uomo moderno può trovare difficoltà nel credere a ciò che è descritto in quest’antica letteratura, poiché l’educazione materialista, i condizionamenti, i pregiudizi, sono così imperanti. Alle persone non viene data la possibilità di aprirsi a una visione del mondo differente.

Vyasa compilò l’intero corpus della letteratura vedica, composta da 18 Purana (storia antica della civiltà umana), con centinaia di migliaia di versetti, 108 Upanishad che costituiscono l’esegesi filosofica, la monumentale opera del Mahabharata, che consta di 100.000 versetti, per non parlare del Vedanta Sutra, che racchiude la sintesi filosofica delle 108 Upanishad. E non escludiamo dalla cultura vedica il Ramayana, la mitica storia del re Rama, molto più antico. Ma non finisce qui. Ci sono innumerevoli testi che trattano letteralmente ogni branchia della conoscenza, fisica, medicina, astronomia, ingegneria, psicologia, sociologia, politica, sconfinando nelle conoscenze esoteriche e metafisiche.

La letteratura vedica è così vasta! Al mondo, non esiste civiltà antica che sia riuscita a produrre una tale mole di letteratura. Questa cultura così gloriosa è riuscita a includere tutti i sistemi filosofici presenti, passati e futuri di questo pianeta, e potrebbe donarci un pensiero ancora più elevato, al di sopra di tutte le speculazioni intellettuali.

Gradualmente, passo dopo passo, l’uomo sta illuminandosi; è come una rivelazione, se non siamo pronti ad accettarla, non si manifesterà. La felicità vorrebbe manifestarsi nel nostro cuore. Purtroppo, siamo noi che poniamo degli ostacoli. Il segreto è questo: aumentando il nostro sincero desiderio di autorealizzazione, tutto verrà gradualmente svelato.

Questo è il dono inestimabile, questa letteratura gradualmente porterà tutta la società umana ad una evoluzione, allo sviluppo delle sue più luminose potenzialità. Verrà il tempo, auspichiamo che non sia troppo lontano, ma inevitabilmente avverrà, dove le persone più intelligenti si avvicineranno a queste opere grandiose per comprenderne i profondi significati, e già nel passato filosofi come Kant, Schopenhauer, Thoreau, Gandhi, Emerson e altri lo hanno già fatto.

L’unico scopo di tutta la letteratura vedica è quella di fare riscoprire nel cuore dell’essere umano ciò che è sempre stato presente in lui, un amore sublime che raggiunge i confini degli infiniti universi, per andare oltre, verso la sorgente della felicità. Questo è lo scopo delle varie forme di yoga, che sono discese da un piano superiore e spiegate da saggi illuminati quali Patanjali (astanga yoga), Jaimini (scuola filosofica mimamsa), Kanada (vaisesika), Gautama (nyaya), ecc. e hanno presentato una precisa e diversificata metodologia per poter beneficiare l’essere umano nel suo eterno viaggio verso la riscoperta interiore. Un saggio disse: “Tutti noi siamo figli del nettare.” I vari sistemi hatha, raja, kriya, karma, jnana e bhakti sono metodi per riscoprire questo nettare nascosto nel profondo del nostro cuore. Se tutti noi, individualmente e collettivamente, vogliamo trovare la felicità prospettata dai testi vedici, dobbiamo essere capaci di accettare questi metodi autentici di autorealizzazione.

Stiamo vedendo in questi giorni dove ci ha portato il progresso materiale. Quanta ingiustizia e dolore sono presenti nella società. L’unica via di uscita è un riconvergere, cominciando a chiedersi il perché di tanta sofferenza, quando tutti noi cerchiamo la felicità. Questa è una domanda essenziale che le persone dotate di una sufficiente intelligenza devono porsi: “io sono naturalmente propenso alla felicità; perché sono soggetto a tanto dolore?” Rispondendo a questo tipo di quesito, possiamo iniziare il grande viaggio.

Se noi apriamo il nostro cuore, energie luminose potranno fluire e letteralmente inondarci.

Cari amici, questo è il programma che i benefattori dell’umanità hanno donato. Una conoscenza che porta all’amore.

Il primo passo è diventare cosciente della nostra vera identità e della nostra relazione con la sorgente di tutto ciò che esiste.

Auguriamoci di sviluppare un desiderio sincero per comprendere chi siamo veramente.

OM TAT SAT

Walter Montagner (Vasudeva Datta das)

Studioso dei testi vedici della bhakti (come la Bhagavad Gita e lo Srimad Bhagavatam), pratica ed insegna il bhakti yoga secondo la scuola Gaudiya Vaishnava da più di quarant’anni.

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