La Shakti Dance ® è un sistema di risveglio ed espressione della consapevolezza attraverso il movimento. È una disciplina -creata da Sara Avtar- che affonda le sue radici nella tradizione del Kundalini Yoga, ma che attinge alla vasta esperienza della sua creatrice con altri stili di yoga, tai chi, danza. Le sue caratteristiche sono armonia, vitalità e profondità dell’esperienza. Una lezione si articola abitualmente in otto fasi – sintonizzazione, Asana fluide a terra, esercizi in piedi e passi, danza libera, rilassamento, comunicazione celestiale (o coreografia mantrica) e chiusura. Ogni fase ha una sua coerenza interna ed alcune di queste fasi possono essere praticate con grandi benefici anche al di fuori di una classe completa. È questo il caso della comunicazione celestiale e della meditazione, che, precedute dalla sintonizzazione con l’Adi mantra e concluse con il mantra Sat Nam, rappresentano una pratica completa.
Una comunicazione celestiale è una sequenza di movimenti delle braccia – che, secondo i principi del movimento armonioso, coinvolgono la colonna vertebrale e la testa- abbinati ad un mantra.
In realtà, più che essere puramente abbinati ad un mantra, i movimenti sono ideati come rappresentazione geometrica, manifestazione fisica nello spazio del suono e del significato del mantra.
Questi movimenti delle braccia stimolano il flusso del prana nei canali energetici delle braccia e potenziano ed espandono il nostro campo magnetico. I movimenti della comunicazione celestiale vengono ripetuti in sincronia con il mantra e con il respiro per 7 o 11 minuti. La ripetizione del movimento e del mantra -jaap- calma e concentra la mente predisponendola alla meditazione.
Questa fase della Shakti Dance ® corrisponde esattamente alla definizione di Dharana “la concentrazione consiste nel fissare la mente in un punto” negli Yoga Sutra di Patanjali. Alla fine della pratica di una Comunicazione Celestiale, il corpo si è potuto muovere e si sono ammorbidite eventuali tensioni nelle spalle e nel collo – superando uno dei principali scogli della meditazione che è proprio l’immobilita’ del corpo- seguendo uno schema ben preciso che accumula energia nel nostro campo magnetico invece di disperderla verso l’esterno; la mente è stata impegnata a controllare il movimento, il mantra ed il respiro e così ha inevitabilmente escluso pensieri estranei e si ritrova concentrata in un solo punto. Ecco che lo stato meditativo – dhyana- sorge in modo più spontaneo ed immediato.
Il mantra scelto per la Comunicazione Celestiale informa la pratica e ci permette di sperimentare e di portare dentro di noi aspetti specifici della coscienza.
La comunicazione celestiale e la meditazione silenziosa possono costituire una sadhana, pratica spirituale personale.
La sadhana può essere di gruppo, sia se eseguita da un gruppo di persone che si trovano fisicamente nello stesso luogo sia quando un gruppo di persone decide di portare avanti la stessa
pratica per lo stesso periodo di tempo. Nella tradizione del Kundalini yoga e della Shakti Dance ®, la stessa pratica spirituale viene ripetuta per 40, 90, 120 o 1000 giorni.
La durata della pratica ha un significato specifico: 40 giorni occorrono per cambiare un’abitudine, rompendo gli schemi di pensiero negativo che impediscono la tua evoluzione; 90 giorni sono necessari per confermare una nuova abitudine nella mente conscia e subconscia; 120 giorni ci vogliono per diventare quell’abitudine, integrandone i benefici in modo permanente; 1000 giorni occorrono per averne la maestria.
Il diario della pratica è un’abitudine che aiuta ad essere più attenti e più consapevoli di quello che ci accade, a diventare testimoni della nostra coscienza, allontanandoci dall’identificazione con l’ego ed avvicinandoci allo stato di unione con il Sé. Rileggendo i diari delle mie ultime due pratiche, mi sono accorta che c’è uno sviluppo simile durante i giorni di pratica: all’inizio, nella fase in cui si imparano i movimenti ed il mantra, la mente è principalmente rivolta all’apprendimento prima e all’osservazione poi di quello che stiamo facendo; verso la metà dei 40 giorni si concentrano sensazioni ed intuizioni specifiche e verso la fine del periodo di pratica gradualmente la comunicazione celestiale diventa già una meditazione in sé e ci sono molte meno impressioni, sensazioni ma un maggior stato di assorbimento.
Le mie due ultime pratiche sono state una Comunicazione Celestiale a Lakshmi, archetipo della bellezza, dell’abbondanza e della generosità. Ed una su alcuni versi di Guru Arjan che rendono espliciti gli effetti del ricordare e meditare sul Sé. Condivido alcune annotazioni del mio diario per ognuna delle due comunicazioni celestiali, per aiutarvi a comprendere il tipo di esperienza che si può avere con questo tipo di pratica. La CC celestiale a Lakshmi ha una struttura più semplice e la avevo già praticata prima di inserirla nella sadhana.
Comunicazione Celestiale con il mantra Om Shrim, dedicato alla Dea Lakshmi
Giorno 2 – la CC scorre già fluida, nonostante lo spazio ridotto della mia stanza di meditazione. La sonorità del mantra continua a vibrare in me durante la meditazione.
Giorno 17 – la CC ha in Sé un profondo senso di apertura, una disponibilità a ricevere, una relazione intima con la Divina abbondanza.
Giorno 24 – la CC a Lakshmi è ancora più facile nel suo ritmo espansivo di offerta di sé ed introspettivo di incarnazione del divino.
Giorno 38 – Questa pratica è diventata sempre più fluida e concentrata. L’energia scorre e scorgo la bellezza intorno a me.
Comunicazione celestiale con Prabh Kai Simran, ricordando e meditando sul Sé
Giorno 1 – La mia attenzione era concentrata ma rivolta all’esterno per osservare i movimenti, che non sono ancora fluidi nel mio corpo.
Giorno 13 – sento di essere all’interno di una geometria sacra che crea ordine e mi permette di “essere”, di esprimere il mio Sé. Una geometria che io stessa contribuivo a ricreare continuamente.
Giorno 28 – durante tutta la pratica e la meditazione silenziosa ho sentito il corpo ondeggiare come se il movimento avvenisse non tanto all’esterno quanto all’interno ed il corpo fosse avvolto,
sostenuto e mosso da un dolce vortice di energia.
Giorno 39 – Durante la CC sento contemporaneamente il movimento mentre lo compio è come se lo osservassi dall’esterno. La meditazione silenziosa è spontanea, naturale, profonda.
Fotografie di Renato Giustini
Micaela Jorio
yogarelax.mj@gmail.com
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Affascinante ed esauriente! Grazie namaste!