Spesso mi succede che nella vita mi trovo di fronte a situazioni che potrei definire caotiche e dagli esiti incerti, ma, se mi volto indietro a guardare il cammino che ho fatto, noto quanto sia ordinato e orientato in una direzione ben precisa. Nell’ambito dell’attenzione rivolta a Sé, il cammino intrapreso ben oltre dieci anni fa, le mie intenzioni erano direzionate a scoprire i meccanismi inconsci che condizionavano le mie scelte. Questo avveniva avendo molte idee e ben confuse.
Sperimentando numerosi percorsi, nel tempo la Via si è delineata, definendosi sempre più lungo il percorso dello yoga. Prima la pratica era solamente fisica, con le asana, ma in breve tempo si accese anche l’interesse nei confronti della meditazione. In questo cammino lo studio del Sé continuava ininterrottamente. Avendo una profonda esperienza nel settore della meccanica mi veniva spontaneo applicarla al corpo seguendo gli insegnamenti dell’Anusara School of Hatha Yoga. E’ stato facile ed entusiasmante specializzarmi, tra le altre, nell’impiego della biomeccanica con lo yoga per alleviare i sintomi, ed in alcuni casi guarire, disturbi quali ad esempio le lombalgie.
Ciò che mi ha sempre stimolato è stata la curiosità, spesso mi dico – Non può essere tutto qui, deve esserci dell’altro-. Così, recentemente ho iniziato a conoscere anche l’Ayurveda, quella che possiamo definire l’antica medicina naturale dello yoga. Il termine “Ayurveda” è composto dai termini “vita” (ayus) e “conoscenza” (veda), quindi il suo significato è “conoscenza della vita”, o “arte del buon vivere”. Oltre alla scienza medica racchiude in sè elementi di filosofia, arte e disciplina, ed offre una visione completa dell’esistenza, insegnando a conoscere la vera natura dell’Essere Umano ed il suo ambiente, e a mantenere l’equilibrio tra esso e l’Universo. E’ noto che già negli anni ‘80 l’O.M.S. l’aveva dichiarata tra le terapie più semplici e duttili esistenti. In India ancora oggi è ben integrata nel S.S.N. con diversi ospedali ayurvedici presenti in tutto il paese.
Posso dire che il mio vero incontro con l’A. è avvenuto tre anni fa, quando conobbi il Maestro Swami Joythimayananda, sapiente Ayurvedico molto affermato nel suo campo. Da allora il Maestro è tornato ospite presso la nostra Associazione e mi sono ulteriormente avvicinato a questa medicina iniziando a sperimentarla, seguendo le indicazioni del Maestro, per risolvere alcune mie disfunzioni. Nel mio caso ho accusato ciò che si chiama eccesso di Vatha, in altre parole: iperattività mentale, rigidità di alcuni muscoli della schiena, gonfiore addominale, principio di psoriasi, fastidio al fegato, stomaco e milza.
Incontri come questo, sono come delle piene che arrivano e possono cogliere impreparati. Questo perché l’A. non è una pastiglietta che si prende per una settimana e passa tutto. E’ per definizione un approccio globale che l’individuo ha l’opportunità di vivere. Per fortuna l’approccio non dogmatico permette di lasciarsi accudire nella misura in cui ognuno è pronto. L’A. è: stile di vita come andare regolarmente a dormire a una certa ora e svegliarsi a un’altra; alimentazione specifica per il tipo di persona e stato in cui si trova in un certo periodo della vita; pratiche quali posizioni fisiche, respirazione, meditazione, recitazione di mantra; trattamenti simili a massaggi con olii; modalità d’approccio alla quotidianità con la giusta autostima, con le persone che fanno stare bene….e molto altro.
Quello che non è: un sostituto della medicina moderna Occidentale, piuttosto uno strumento in più.
Per esperienza personale l’A. è come un origami, partendo dalla definizione di tre macro insiemi che definiscono le categorie cui apparteniamo (Dosha), si può entrare sempre più nel micro definendo fino a 36 sotto insiemi che mescolati tra loro in varie misure danno forma a tantissime combinazioni. Queste si attribuiscono secondo le qualità delle persone a livello psichico, fisico, energetico, dell’ambiente, del cibo, del respiro, degli orari del giorno e della notte, alle stagioni, tutto attraverso i sensi. Si comprende chiaramente che la matrice delle combinazioni è molto complessa e l’acquisizione della disciplina non avviene solo attraverso lo studio, ma anche e soprattutto attraverso la sperimentazione e la percezione sensibile.
La prima volta che ho ricevuto le indicazioni dal Maestro erano 4 pagine di e-mail, tutto nuovo e tutto confuso ai miei occhi, perché non ero abituato ad affrontare questa materia. Ho scelto quindi di individuare i punti più importanti e iniziare da quelli, cercando un nuovo paradigma che si potesse coniugare con la mia radicata quotidianità. E’ diventato così subito tutto più facile e i benefici sono arrivati molto rapidamente e progressivamente. Tra le cose da “fare” c’era anche ricevere trattamenti e così, sempre grazie all’esperienza, ho potuto conoscerne non solo il grande beneficio ma anche le doti di un’operatrice molto esperta, Tatiana Aliprandi. Con lei ho capito che in pratica, l’A. è riprendere la nostra natura, la cura ayurvedica è un mezzo per prendersi cura di sé. E’ adatta a tutti e a tutte le età. Aiuta ad esempio, quando la medicina tradizionale non può fare molto. La medicina moderna è ferrata per le patologie chirurgiche, perché nella diagnosi individua un singolo agente patogeno. La stessa rileva invece i suoi limiti di fronte alle patologie croniche e degenerative, come l’artrite reumatoide, cervicalgie ecc.
Oggi abbiamo implementato presso – La fabbrica dello yoga – a Brescia, incontri semestrali con il Maestro allo scopo di essere monitorati e per chi volesse, ricevere le consulenze direttamente da lui. Inoltre è possibile usufruire, durante la settimana, i trattamenti e le consulenze con Tatiana. La bellezza dell’A. è l’utilità di portare Armonia nelle persone ed è molto simile alla filosofia che, in qualità di Presidente, avevo scelto quando ho deciso d’intraprendere l’avventura della nostra Associazione cioè – aiutare i propri soci a migliorare la vita quotidiana…scoprire le intenzioni del proprio Cuore e ad allinearsi con esse -.
Chi mi conosce lo sa, continuo a studiare e apprendere, se però questo mi porterà anche alla formazione in A. non lo so. Per certo, metto a disposizione la mia capacità organizzativa per consentire, a chi vuole, la possibilità di ricevere i suoi benefici attraverso persone che hanno scelto di offrire la propria vita a questo. Mi auguro di cuore che ciò possa giungere alle persone, perché c’è bisogno; viviamo sempre al limite e la possibilità di ricondurci alle radici dell’antica saggezza è di vitale importanza per noi, oggi!