Secondo la filosofia Yoga, l’essenza di un essere umano è “Satchitananda”, cioè esistenza assoluta, conoscenza assoluta e beatitudine assoluta.
In termini RPT chiamiamo tutto ciò “il diamante” (una metafora che viene usata nei corsi) ossia la Presenza Perfetta. Quando eliminiamo tutti i nostri blocchi brilliamo di “Satchitananda”.
Per capire il concetto di Satchitananda dobbiamo analizzare tutte le componenti della parola:
SAT- Esistenza assoluta: significa esistenza non-relativa. In altre parole senza inizio e senza fine, senza tempo né limiti. Presenza onnipresente. Vuol dire IO SONO, in cui non ci può essere un “NON SONO”. SAT Significa anche che qualunque parola dopo un “IO SONO” (sono così, sono un imprenditore, sono un uomo, sono una donna etc) non è vera. Esistenza assoluta significa verità assoluta, non relativa.
CHIT – Conoscenza assoluta: Le Upanishad affermano che tutta la conoscenza è dentro di noi, che la conoscenza stessa è il nostro vero sé (jnana Yoga). Vedanta si traduce letteralmente come “la fine della conoscenza”. Si potrebbe fare un’analogia con la radio: quando ti sintonizzi ciò che senti non è né nell’antenna né nella radio spenta o accesa, ma è tutt’intorno a te, nella forma di onde radio, una forma di energia.
Allo stesso modo tutta la conoscenza è energia e ci si può sintonizzare sulla frequenza della conoscenza (con l’intuizione) se sappiamo come farlo. Dal momento che siamo esseri senza limiti fatti di pura consapevolezza, la conoscenza è parte del nostro sé, è dentro di noi.
ANANDA – Beatitudine assoluta: la beatitudine è una sensazione di felicità perfetta in cui tutto è come dovrebbe essere; include completa gioia, sicurezza e contentezza. Si potrebbe dire che è lo stato emotivo del divino, anche se la beatitudine non è un’emozione, ma esiste al di là delle emozioni.
Prese insieme queste tre qualità che le scritture Yoga affermano essere l’essenza vera degli esseri umani esse portano all’AMORE puro. Quando hai l’esperienza di te stesso come onnipresente, onnisciente beatitudine che altro puoi provare se non amore? Questo è lo stato di coscienza più alto.
Quando si é in questo stato di coscienza mantenendo una consapevolezza del sé individuale, questa può essere chiamata Presenza.
Questo stato può durare un secondo o due, (per esempio mentre si fa un respiro profondo e si riconosce qualcosa durante l’RPT) oppure può essere prolungato per periodi più lunghi
Putroppo nella persona media il subconscio, le vibrazioni, le convinzioni, e le associazioni causate dai traumi, ereditati o meno, oscurano questo stato di perfezione.
Nello yoga questo oscuramento è descritto come il sé superiore e puro (l’esperienza di Satchitananda) che viene condizionato dalla mente (il sé inferiore, l’ego). Quando il sé puro non è condizionato dalla mente, brilla e crea l’esperienza del satchitananda. Questo è il diamante, non oscurato dalle rocce o dalla sporcizia dei traumi. Questa è libertà.
La parola Yoga si traduce come Unione. Un’altra parola per unione potrebbe essere coerenza o coesione. Nello specifico la parola yoga si riferisce all’unione dei vari aspetti di noi stessi.
Nell’RPT (specialmente nel livello 3) ci si concentra sulla coerenza delle nostre menti (cervello, cuore, corpo etc). Questo viene dalla ricerca sull’illuminazione dell’istituto per gli Stati di Picco (Peak States Institute) che definisce “cervelli” queste menti o centri di consapevolezza.
Anche chiamarle menti è leggermente fuorviante secondo la mia opinione. Li sento come centri di consapevolezza. L’unione di questi centri è uno degli scopi principali dello yoga, dell’RPT e credo dell’istituto per gli Stati di Picco.
Per dirlo in un altro modo:
La definizione classica del processo dello yoga è “ YOGAS CHITTA VRITTI NIRODAHA” che significa “yoga è la cessazione delle modificazioni della mente”. In altre parole quando la mente smette di modificare la nostra esperienza della realtà entriamo in uno stato d’essere che può essere chiamato yoga (unione/coesione) o Presenza!
Questo è essenzialmente lo scopo dell’RPT, riconoscere ed essere presenti con le nostre esperienza (traumatiche o meno), in modo che la mente smetta di modificarle. Le malattie e le disfunzioni sono alla fine solo il sintomo di cosa evitiamo di riconoscere, di accettare.
La parola Satsang significa letteralmente “in compagnia della verità ”. Si dice che il Satsang sia uno dei modi più veloci per l’illuminazione. Satsang significa essere con qualcuno che è già ad un livello più alto di consapevolezza. Quando siete in compagnia di quella persona, la loro PRESENZA eleva automaticamente la vostra consapevolezza.
Nelle tradizioni orientali questa necessità sfocia nella ricerca di un Guru. La parola Guru viene da “Ru” portare/debellare e “Gu” dall’oscurità . Un Guru è qualcuno che ci porta fuori dall’oscurità o che debella l’oscurità.
Per me RPT è il processo che permette di rimuovere i blocchi subconsci rendendoli consci, ila rimozione dell’oscurità con la luce della consapevolezza. Più è alta la consapevolezza del terapeuta (anche se solo per un momento, il tempo di un respiro profondo) più è efficace la terapia.
Quindi potete vedere come per me fare RPT è fare Yoga!
Ben Ralston
Terapeuta ed Insegnante di RPT (Rapid Personal Transformation. Terapia e metodo di crescita personale. Tecnica all’avanguardia molto diffusa in Russia che può garantire risultati durevoli e permanenti per lavorare sulle proprie problematiche e traumi) del centro Prem in Slovenia.
Istruttore di Sivananda Yoga, Conduce Sessioni individuali e Ritiri Yoga e RPT Online e in tutto il mondo
http://www.benralston.org/ (solo in inglese)
Traduzione a cura di Antonella Ercolani, Terapeuta RPT Livello 1 e 2
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