In sanscrito il terzo chakra è chiamato Manipura. La parola “Mani” si traduce in “gemma grezza”, una gemma naturale appena estratta dal ventre di madre terra o anche gioiello. Il termine “Pura” equivale a “cinta di mura” o “città”. Manipura può essere tradotto in “Città dei Gioielli splendenti” o “Luogo delle gemme luminose” e rappresenta un centro raggiante e sfavillante che splende e illumina come il sole. Costituisce la sede della ricchezza e dell’abbondanza.
Il simbolo del chakra Manipura è un fiore di loto con dieci petali, all’interno del quale è iscritto un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso il basso.
Il III chakra è strettamente legato all’espressione della propria individualità e personalità, della propria volontà, del potere personale e dell’autostima. Indica quanto un individuo vede possibile le proprie aspirazioni di vita, quanto desidera tenere fede a sé stesso e quanto si ama.
Mentre i primi due chakra sono per lo più inconsapevoli, con il terzo chakra inizia la vera presa di coscienza di se stessi come individui, l’Io comincia ad affermarsi e ci si differenzia dai desideri degli altri, rendendosi conto dei propri.
Se nei primi due chakra si è vissuta un’esperienza passiva della realtà, adesso inizia un’emanazione della volontà personale.
Per prendere coscienza di chi si è come individui, è necessario prendere le distanze dai condizionamenti esterni, dagli educatori, dalle amicizie, dalla società e portare alla luce l’essere unico ed inimitabile che c’è in ciascuna persona.
Nel terzo chakra si può decidere di superare gli schemi ripetitivi inconsci e rifiutare i condizionamenti dei genitori “interiorizzati” e della cultura della società, mentre si inizia a definire sé stessi.
Diventare consapevoli di essere unici vuol dire, concretamente, accettare anche la disapprovazione per tener fede alla propria verità personale.
Non è sempre facile mettere in atto le possibilità che offre questo chakra e si rischia di passare tutta la vita percorrendo strade già segnate da altri, delegando al prossimo il proprio potere personale e impedendosi pertanto la libertà di essere veramente sé stessi.
E’ nel terzo chakra che nasce l’ego. Qui inizia la realizzazione conscia dell’individuo come entità separata e autonoma. L’ego rappresenta l’identità della persona come essere separato. Il termine ego è composto dalla radice greca di io (e) e terra (go).
Dunque, l’ego identifica il proprio sé. Si può paragonare l’ego alla propria abitazione. E’ il posto dove si può crescere e cambiare, oltre a creare i confini personali. Molte discipline spirituali reputano l’ego limitativo o negativo. Questa falsa credenza proviene dal proprio comportamento: ci si lascia confinare dall’ego. Proprio come non è negativo avere una casa è negativo diventare volontariamente prigionieri della casa.
Il dualismo del terzo chakra apre le porte alle scelte: fare scelte genera la volontà. Esercitare la volontà significa indirizzare in modo conscio l’energia vitale verso un obiettivo specifico. Con la volontà usiamo contemporaneamente sia la mente che l’azione.
Tutte le persone hanno una volontà che funziona perfettamente anche se è comune l’incapacità di riconoscerla. Quotidianamente l’individuo si impone una serie di obblighi e doveri (andare al lavoro, fare la spesa, pulire la casa) e non si rende conto che in realtà queste azioni sono sue scelte per soddisfare le proprie necessità.
Vivere “doverosamente” la propria vita invece di ascoltare bisogni, passioni e desideri determina una negazione della volontà e la perdita del potere individuale. La volontà è il combustibile del potere personale e pertanto diventa la chiave indispensabile per lo sviluppo del terzo chakra.
Quando si parla di potere è necessario chiarire che tale concetto non è inteso come la supremazia di un individuo sull’altro, generalmente definito “potere superiore”.
Relativamente a questo chakra, il concetto di potere è invece inteso come “potere interiore” capace di attivare e alimentare cambiamenti ed idee, capace di favorire e rafforzare gli individui contemporaneamente e non gli uni a spese degli altri.
Il “potere interiore” non è inteso come il ”potere su” bensì come il “potere di”. E’ il potere di unire, di armonizzare, di collegare e non comporta il bisogno di dominare.
Il terzo chakra è anche associato all’attività della mente. Quando un individuo ha un’eccessiva attività mentale significa che c’è tensione in questo chakra.
Questo chakra infine è collegato con l’autostima, che fonda le sue basi sul potere, sulla volontà, sull’individuazione, sulla personalità, sul controllo, tutti attributi del terzo chakra.
Relativamente al terzo chakra l’autostima si sviluppa a seguito delle esperienze che l’individuo sperimenta nella vita, quindi dai successi e dai fallimenti, dagli sforzi, dalle difficoltà, dai pericoli e dagli errori fatti. L’autostima nasce da una visione realistica delle capacità dell’individuo, capacità che costituiscono le fondamenta dell’autostima stessa.
Questo Chakra si considera essere localizzato nel plesso nervoso, il plesso solare.
Ghiandola endocrina collegata: pancreas. Ha una funzione fondamentale nella digestione degli alimenti, infatti produce vari enzimi digestivi, oltre a vari ormoni che controllano il livello di glucosio e zuccheri nel sangue. Uno di questi ormoni è l’insulina grazie alla quale viene garantita l’energia necessaria alle cellule.
Sistema digerente: fegato, pancreas, stomaco, parte alta dell’intestino.
Altri sistemi, organi e parti: sistema muscolare, sistema nervoso autonomo, milza, cistifellea, occhi, viso, pelle (rivestimento esterno dell’organismo).
Animale simbolo: ariete, animale messaggero del signore del fuoco o Agni, divinità vedica, nella quale si raccoglie la più antica manifestazione religiosa del brahmanesimo introdotta dall’Iran mediante i popoli ariani.
Essenza cosmica, Agni, dio del fuoco e del sacrificio, è considerato figlio del dio Cielo (Dyaus) e della dea Terra (Prthivi).
La sua principale manifestazione è “il fuoco che brucia sull’altare dei sacrifici”; brucia i demoni che minacciano di distruggere tali sacrifici.
In questa divinità persiste anche la concezione di “fuoco universale” che nell’uomo si individua nel calore della digestione (infatti, secondo l’Ayurveda, Agni è il fuoco vitale, che anima tutti i processi biologici, e rappresenta il metabolismo digestivo) e nel moto animico della collera e del “bruciante pensiero”, Agni è anche la folgore sprigionata dalle nuvole ed è considerato quindi figlio delle Acque Celesti.
Ad Agni è legato il numero 7; difatti, 7 sono le madri, le sorelle ed i raggi da cui è circondato; egli ha i tratti di divinità acquatica, difatti è chiamato “colui che si veste del mare” e “colui che vivifica il seme nell’acqua”. Nella sua duplice entità e nelle varianti della sua origine (tipiche della mitologia indù), Agni è talvolta chiamato “Figlio delle due madri”. Per sua natura legato al cielo e alla terra, Agni assolve il ruolo di mediatore tra gli uomini e gli dei nel suo aspetto più significativo di “fuoco sacrificale”, attraverso il quale protegge l’uomo dai suoi nemici e ne assicura l’immortalità.
In genere Agni è raffigurato con due teste (per simboleggiare il fuoco domestico e quello del sacrificio) e quattro braccia, in ogni mano egli tiene gli attributi che gli sono propri: l’ascia, il flabello, il soffietto per rianimare il fuoco e il cucchiaio per il sacrificio.
Agni è il fuoco che bruciando le impurità eleva l’uomo dalla mortalità all’immortalità. Sin dagli albori della razza umana, il fuoco era visto come manifestazione di un elemento superiore alla contingenza.
Fuoco è l’astro solare, fuoco sono le stelle, fuoco sono i lampi della tempesta. Il connubio fra fuoco e luce si molto evoluto nella storia interiore dell’uomo e, a tutt’oggi, nell’era moderna, l’uomo indica il Divino e i suoi messaggeri o incarnazioni, così come i saggi e filosofi realizzati come portatori di luce, e quegli esseri che vediamo raggiungere la prossimità col mistero del Divino, vengono chiamati illuminati.
Il fuoco che attraverso la distruzione, rinnova e trasforma tutto ciò che incontra nel suo cammino, è pertanto il simbolo della trasformazione.
Il fuoco rappresenta l’energia creativa che movimenta il mondo, che cambia la materia in energia sotto forma di calore e luce, che trasforma qualunque evento in forza, vitalità e saggezza.
Il colore associato è il giallo associato all’energia vitale, all’intelligenza e alle divinità. Richiama la stagione estiva e il grano maturo che rappresenta la nostra aspirazione ad acquisire maggiore consapevolezza e saggezza. Circondarsi del colore giallo, stimola la razionalità e l’emisfero cerebrale sinistro, oltre che aumentare la concentrazione e l’apprendimento. Il giallo è il colore del distacco emozionale, perciò è utile nelle situazioni di stress, per favorire la distensione dei muscoli e liberarsi dall’ansia. Come il sole, dona una sensazione di fiducia e benessere
Cibo. Gli amidi sono elementi energetici facilmente convertibili, relativi all’elemento fuoco del terzo chakra. Gli amidi vengono rapidamente assorbiti, come gli zuccheri semplici e forniscono energia.
Cibi gialli: ananas, albicocche, banana, papaia, burro, camomilla, ceci, cedro, cereali, cotogna, fiori di zucca, limone, mais, mela gialla, miele, olio, patata, peperone giallo, pere gialle, pesca gialla, pompelmo, senape, susine gialle, tè, vino bianco….
Assolutamente da evitare lo zucchero bianco.
La caratteristica dominante di questo Chakra è la combustione (che genera energia), l’irradiazione e l’espansione; l’Ego si struttura come un’unità ben distinta dall’ambiente circostante e da questa posizione cerca di proiettare la propria luce, energia e potere sul mondo esterno. Ci si concepisce come un universo separato e indipendente, in concorrenza costante con altri per il controllo su ogni genere di beni e fonti di energia. A questo livello la consapevolezza che si ha di sé stessi nasce dal tipo di rapporto che si riesce ad instaurare con il mondo e con l’opinione che gli altri hanno di noi. Il senso di essere separati dal resto del creato, di essere particelle staccate e individualizzate, è molto forte e porta con sè sia un senso di paura per la propria piccolezza sia un prepotente desiderio di potere e di dominio che dia la sensazione di poter controllare e mitigare questo timore. La funzione di irradiare energia è inseparabilmente legata alla necessità di produrla (metabolismo) che a sua volta richiede una costante e proficua relazione con l’esterno per procurarsi le materie prime necessarie e quant’altro serve. La crescente necessità di energia (per irradiare sempre di più ed eventualmente opporsi all’irradiazione altrui) porta alla creazione di strutture sociali molto complesse, ma inevitabilmente limitate e condizionate dall’idea centrale del bisogno. Nonostante alcune caratterizzazioni fortemente negative il terzo Chakra, quando è equilibrato e relazionato ad una legge (funzione) superiore, rappresenta il luogo del risveglio stabile; questo significa che, attraverso questo Chakra, la consapevolezza del proprio Ego si manifesta con precisione e in forma costante nel tempo. L’idea della propria mortalità e limitatezza si trasforma in desiderio di immortalità e illimitatezza (attraverso il tentativo di passare alla storia, di costruire qualcosa che resti, oppure proiettando sui propri figli).
Il Metabolismo, è il regno dell’azione, dell’affermazione della volontà, del potere che nasce da dentro. Qui ci innalziamo al di sopra della polarità per contemplare un terzo punto dentro di noi, il vertice del triangolo, la contemplazione, la capacità di trasformare qualunque evento in energia vitale, in forza e saggezza. Attraverso il pancreas, ma lo stesso vale per lo stomaco e il fegato, il mondo extraindividuale viene distrutto nella sua forma per essere interpretato (digestione) e compreso (assimilazione). Inoltre l’energia degli zuccheri e dei carboidrati viene resa disponibile, trasformata in forza individuale, in carburante per il veicolo della coscienza e dell’anima che è il corpo. Il pancreas si deteriora quando si abusa di alcool e di cibo e di solito il rimedio è sempre una dieta ferrea. La relazione con il mondo va gestita con modestia e moderazione, è dannoso introdurre o desiderare più energia di quella che ci serve: avidità e cupidigia, come tutti gli eccessi, alterano il delicato equilibrio tra microcosmo e macrocosmo e la malattia ancora una volta ci riporta alla verità della pazienza, della costanza, della fiducia e della virtù.
CARATTERISTICHE DEI SOGGETTI in cui predomina MANIPURA CHAKRA
L’ampliamento delle necessità dell’individuo e del suo raggio d’azione richiedono l’impiego di facoltà assolutamente nuove e che sarebbero risultate superflue a livello dei due Chakra inferiori. Quando la coscienza si focalizza nel terzo Chakra entrano massicciamente in gioco energie mentali di carattere inferiore, in particolare la razionalità che consiste soprattutto nella capacità (e nel limite) di concepire la realtà come composta di unità singole e poi di definire, classificare e catalogare questa realtà frammentata e ricomporla in sistemi artificiali, così da potercisi rapportare in maniera vantaggiosa, cioè senza dover rinunciare alla propria Egoicità e all’impulso, proprio dell’energia di questo Chakra, di controllare e mantenere tutto sotto controllo.
L’individuo fisso al terzo Chakra tende ad instaurare con la realtà (interna ed esterna) un rapporto strumentale basato sulla razionalità e sulla logicità, possiamo sicuramente definirlo un rapporto da archivista. Esiste solo ciò che può essere pensato in termini razionali, cioè ciò che può essere definito, pesato, misurato e collocato in un sistema di rapporti razionali. Tale atteggiamento crea enormi difficoltà a livello emotivo e sentimentale (Chakra secondo e quarto) per il semplice fatto che emozioni e sentimenti non si prestano ad essere pensati, ma invece vivono e si manifestano in dimensioni fluide, sconfinate e sempre cangianti.
I soggetti focalizzati su Manipura Chakra sono persone dinamiche, che vincolano l’opinione di sè ai successi che riescono ad ottenere. In questo senso sono estremamente limitati. Hanno un grande bisogno di competizione, di sfide, di auto affermazione, di vittoria, di successo e di conquista; aspirano ad occupare posizioni visibili e importanti, che diano ricchezza ma soprattutto prestigio e potere, tendono a sfruttare e sopraffare gli altri sia attraverso la violenza fisica come pure utilizzando in modo esteriorizzato e meccanico l’etica e la morale. Il comportamento dei soggetti fissi in questo Chakra è frequentemente ripetitivo, poco creativo, aggressivo e violento, narcisista, frustrato e frustrante, caratterizzato da un’attenzione ossessiva per la propria immagine, dal maniacale rispetto dei formalismi sociali e da un bisogno quasi infantile di riconoscimenti. Hanno difficoltà a esprimersi nei rapporti personali, amicali, familiari e amorosi mentre si trovano a proprio agio nelle relazioni gerarchizzate, dove il ruolo di ognuno è fisso e nettamente delineato e questo indipendentemente dalla posizione occupata. Gli aspetti negativi sono bilanciati da una forte volontà alimentata dal desiderio di emergere e di essere visibili, da un grande coraggio e capacità strumentale di osare, capacità decisionale e determinazione unite a reali capacità pratiche. Amano sempre la tecnologia, attraverso la quale riescono a vivere il proprio meccanico desiderio di espansione e di dominio sulla natura, mentre si sentono persi nelle situazioni fluide, dove è necessario improvvisare, dove i ruoli non sono predefiniti, dove si richiede fantasia e creatività. Il proprio desiderio di proiettare luce e di illuminare il mondo intero, e la limitata possibilità di farlo, genera mondi popolati soprattutto di ombre, dove la coscienza si manifesta in forme distorte.
Chakra in stato di leggerezza (Sattvico): Gli aspetti di un terzo chakra armonico sono rappresentati da una forte volontà, autonomia personale e autostima. La persona è spontanea e si sente libera di essere sé stessa, esercita il proprio potere interiore con dignità e autorevolezza nel rispetto di tutti gli esseri viventi, lasciando a ciascuno la libertà di espressione. La vita emotiva diventa profonda e gratificante, la personalità è equilibrata ed armoniosa. Si è in grado di riconoscere ed accettare “nella giusta luce” le proprie emozioni, tratti caratteriali e difetti. Si è consapevoli che l’autorealizzazione, la libertà ed il benessere sono diritti naturali di ogni individuo.
AFFERMAZIONE DI RIEQUILIBRIO
“La volontà richiede coscienza. I miei desideri si realizzano naturalmente e completamente!“